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Carmine Paul Alexander TEDESCO - Avvocato

Responsabilità dell'amministratore di diritto

In giurisprudenza è indiscussa la responsabilità per omissione dell’amministratore di diritto che non abbia compiutamente adempiuto i doveri di salvaguardare l’integrità del patrimonio sociale (art. Secondo la giurisprudenza, pertanto, il profilo oggettivo della responsabilità dell’amministratore di diritto può essere certamente ancorato all’art.

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Infedeltà patrimoniale, punibile a titolo di bancarotta

La condotta di bancarotta patrimoniale per distrazione, prevista dall’art. 223 legge fallimentare, d’altro canto, prevede innanzi tutto, al primo comma, che gli amministratori di società dichiarate fallite rispondano dei fatti di bancarotta previsti dall’art.

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Reiterazione di una misura cautelare per il medesimo fatto

La Suprema Corte ha da tempo stabilito che per la scadenza del termine previsto dall’art. 292 c. p. p. non preclude l’applicazione della medesima misura con un nuovo provvedimento, i quanto non contiene alcun accertamento in ordine ai presupposti della misura.

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Danneggiato, costituito parte civile, ricorrere per cassazione

428 comma 2 c. p. p. alla persona offesa esclude il danneggiato, pur costituito parte civile, dalla legittimazione a ricorrere per cassazione, trattandosi di una impugnazione destinata alla tutela esclusiva degli interessi penalistici della persona offesa. In proposito si è manifestato in giurisprudenza un contrasto circa la legittimazione a impugnare per cassazione i decreti di archiviazione relativi a reati contro la fede pubblica, perché in alcune decisioni si ammette, in altre si nega la legittimazione di chi abbia subito danno da un reato di falso.

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Contestazione degli illeciti, distinzione tra gli organi della Consob

Cassazione Civile, Sezioni Unite, Sentenza n. 5395 del 9 marzo 2007

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Riscossione in via monitoria delle spese condominiali

Va escluso che al giudice dell’opposizione al decreto ingiuntivo ottenuto ex art. c. c. sia consentito di sospendere il giudizio in attesa della definizione del diverso giudizio d’impugnazione, ex.

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Espropriazione dei crediti, terzo debitore, impignorabilità del bene

Nell’espropriazione forzata, che si svolge con le forme del pignoramento presso terzi, il terzo pignorato non è il soggetto passivo dell’esecuzione e, per l’effetto, non essendovi assoggettato, non è neppure legittimato a proporvi opposizione, sotto alcuno dei possibili profili in cui questa può essere articolata.

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Opposizione avverso ordinanza di assegnazione del credito

Cassazione Civile, Sezioni Unite, Sentenza n. 4212 del 23 febbraio 2007

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Domanda di concessione dei benefici del servizio taxi

Anche nel caso di specie è stata riconosciuto la giurisdizione del giudice amministrativo per essere configurabile in capo al portatore di handicap un interesse legittimo atteso che, come si evince dal comma 2 dell’art. 26 della legge 5 febbraio 1994, n. 104, la rivendicata provvidenza viene concessa sulla base di una compatibilità con le risorse di bilancio, da valutarsi discrezionalmente dalla pubblica amministrazione.

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Il sequestro nei confronti dei terzi nell'ambito del diritto d'autore

Il sequestro previsto dalla legge sul diritto d’autore, disciplinato dall’art. 159 L. A. esclude la distruzione o l’aggiudicazione di esemplari o copie acquistati da terzi per uso personale, provvedimenti rispetto ai quali il sequestro si presenta come strumentale, lo dottrina ha ricavato la conclusione che il sequestro sia ammissibile anche nei confronti dei terzi quando non sia questione dell’uso personale.

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Responsabilità del custode di una pista da sci

La responsabilità del custode riguarda tutti i danni della cosa custodita cagionati sia per sua intrinseca natura sia per l’insorgenza in essa di agenti dannosi così negando il fondamento di una classificazione fondata sul parametro della pericolosità e riaffermando l’applicabilità della disposizione dell’art. In particolare la Corte ha ribadito che è oggettiva la responsabilità del custode di una pista da sci, per cui essa è esclusa in tutti i casi in cui l’evento sia stato provocato dalla condotta colpevole della vittima o dal caso fortuito.

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Impugnazione per nullità del lodo arbitrale

In sede di ricorso per cassazione avverso la sentenza che abbia deciso sull’impugnazione per nullità del lodo arbitrale, la Corte non può esaminare direttamente la pronuncia arbitrale, ma solo la decisione emessa nel giudizio di impugnazione, per verificare se essa sia adeguatamente e correttamente motivata in relazione ai motivi di impugnazione del lodo. 823 n. 3 c. p. c. , è ravvisabile ove la motivazione manchi del tutto o sia a tal punto carente da non consentire di comprendere l’iter del ragionamento seguito dagli arbitri e di individuare la ratio della decisione adottata.

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Motivo di ricorso per cassazione inammissibile

366-bis c. p. c. è inammissibile il motivo di ricorso per cassazione che si concluda con la formulazione di un quesito di diritto in alcun modo riferibile alla fattispecie o comunque assolutamente generico.

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Appello, facoltà del Consiglio Nazionale Forense

La violazione, da parte del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, dell’art. 2 del codice deontologico forense non comporta la nullità della decisione da questo adottata in quanto è facoltà del Consiglio Nazionale in sede di appello correggere la motivazione (e procedere alla valutazione complessiva delle condotte contestate ai fini della irrogazione della unica sanzione ritenuta congrua, ove risulti confermata la responsabilità dell’incolpato).

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Motivo di impugnazione respinto nella sua interezza

Ove una sentenza (o un capo di questa) si fondi su più ragioni, tutte autonomamente idonee a sorreggerla, è necessario, per giungere alla cassazione della pronunzia, non solo che ciascuna di esse abbia formato oggetto di specifica censura, ma anche che il ricorso abbia esito positivo nella sua interezza con l’accoglimento di tutte le censure, affinché si realizzi lo scopo stesso dell’impugnazione.

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Cancellazione dagli elenchi degli esercenti il commercio

In merito alle controversie attinenti alla legittimità della cancellazione dagli elenchi degli esercenti il commercio, la Suprema Corte ha individuato la legittimazione passiva della Camera di commercio presso cui opera la competente commissione provinciale per gli elenchi nominativi. 31 marzo 1998, n. 114), che ha istituito il REC, ossia il registro degli esercenti il commercio presso ciascuna camera di commercio (art.

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Legitimatio ad causam e titolarità della situazione giuridica

La legitimatio ad causam, attiva e passiva, consiste nella titolarità del potere e del dovere di promuovere o subire un giudizio in ordine al rapporto sostanziale dedotto in causa, mediante la deduzione di fatti in astratto idonei a fondare il diritto azionato, secondo la prospettazione dell’attore, prescindendo dall’effettiva titolarità del rapporto dedotto in causa, con conseguente dovere del giudice di verificarne l’esistenza in ogni stato e grado del procedimento. 182 c. p. c. , a verificare d’ufficio la regolarità della costituzione delle parti, rientra nel suo potere rilevare di propria iniziativa, anche in sede impugnatoria, e salvo il limite dell’eventuale formazione del giudicato interno, il difetto di legittimazione attiva o passiva, siccome trattasi di profilo d’indagine che attiene alla regolare instaurazione del contraddittorio.

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Facoltà di prosecuzione del rapporto di lavoro, diritto a pensione

A seguito della sentenza della Corte Costituzionale 282/1991, la disposizione, art. 4 primo comma del dpr 29 dicembre 1973 n. 1092, che dispone la cessazione dal servizio per gli impiegati al compimento del sessantacinquesimo anno di età, non è stata cancellata dall’ordinamento, ma è stata modificata solo entro limiti ben precisi, nel senso che la deroga, e quindi la facoltà di prosecuzione del rapporto di lavoro, è ammessa soltanto per il tempo strettamente necessario al raggiungimento dell’anzianità minima per il diritto a pensione.

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Lesioni personali del lavoratore

2087 c. c. imputa all’imprenditore-datore di lavoro i danni all’integrità fisica ed alla personalità morale del lavoratore non secondo un criterio di responsabilità oggettiva bensì in base a negligenza, imperizia, imprudenza o violazione di specifiche norme, restando a suo carico la prova liberatoria ex.

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Indennità sostitutiva, diritto alla reintegrazione

18 della legge n. 300 del 1970, nel testo modificato dall’art. 1 della legge n. 108 del 1990, si inserisce, in connessione con il diritto alla reintegrazione nel posto di lavoro, in un rapporto obbligatorio avente la struttura di un’obbligazione con facoltà alternativa dal lato del creditore, essendo attribuita al prestatore la facoltà insindacabile di monetizzare il diritto alla reintegrazione in una prestazione pecuniaria di ammontare fisso, pari a quindici mensilità di retribuzione.

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