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Mutuo di scopo, realizzare lo scopo previsto

Nel mutuo di scopo il sovvenuto non si obbliga solo a restituire la somma mutuata, ma anche a realizzare lo scopo previsto; con l’assunzione di impegno che interviene nel sinallagma contrattuale e assume rilievo causale nell’economia del contratto.

Pubblicato il 07 February 2021 in Diritto Bancario, Giurisprudenza Civile

Nel mutuo di scopo il sovvenuto non si obbliga solo a restituire la somma mutuata, ma anche a realizzare lo scopo previsto; con l’assunzione di impegno che interviene nel sinallagma contrattuale e assume rilievo causale nell’economia del contratto.

L’utilizzazione delle somme difforme dal convenuto determina la nullità del contratto per mancanza originaria della causa.

Il mutuo di scopo è figura ben conosciuta dalla giurisprudenza, non solo nella versione in cui lo scopo è di origine legale (in cui, cioè le somme erogate sono per legge destinate all’effettuazione di una determinata, peculiare attività o al raggiungimento di un certo risultato specifico), ma pure nella variante in cui la finalizzazione del mutuo discende in via esclusiva dal contesto del contratto che viene stretto tra mutuante e mutuato.

Perché si possa discorrere di mutuo di scopo occorre che lo svolgimento dell’attività dedotta o il risultato da raggiungere risponda, nel concreto, a uno specifico interesse pubblico, quando si tratta di mutuo di scopo legale.

Ovvero ricomprenda o in ogni caso coinvolga, nell’ipotesi invece del mutuo di scopo convenzionale, un diretto interesse (non solo del mutuatario, ma anche) proprio della persona del mutuante.

In via correlata, occorre che il testo del contratto contenga un patto o una clausola (c.d. di destinazione) da cui si desuma in modo chiaro che l’erogazione è vincolata a una data, specifica utilizzazione.

Si osserva come la relativa considerazione giurisprudenziale sia stata soprattutto attratta dalla fattispecie di mutuo di scopo legale e come l’attenzione sia stata marcata dalla specifica ipotesi in cui il patto in concreto stretto dai contraenti aveva per contro orientato l’operazione di finanziamento verso un fine diverso da quello stabilito in via imperativa dalla legge.

E’ rispetto a questa peculiare fattispecie che, in particolare, è stata delineata la regola per cui, nell’evenienza, la dedotta illeceità attiene non ai motivi, ma alla causa del contratto.

Lo scopo fissato dalla legge qualifica la causa del negozio; il patto divergente dello scopo intride l’operazione di illiceità; e così viene a rendere nulla l’intera operazione, quando sia stato stipulato con l’accordo ab initio di un’utilizzazione del finanziamento per finalità diverse da quelle stabilite dalla legge, il contratto è nullo.

La giurisprudenza della Suprema Corte ha da sempre provveduto a sottolineare che la rilevanza, che nel concreto della fattispecie viene a contrassegnare lo scopo, risulta differenziare la relativa operazione dallo schema tipico del mutuo.

Il sovvenuto si obbliga non solo a restituire la somma mutuata e a corrispondere gli interessi, ma anche a realizzare lo scopo previsto.

Nel sinallagma negoziale, quest’ultima prestazione assume rilievo essenziale in corrispettività dell’attribuzione della somma erogata.

Quando è mancata la realizzazione della finalità prevista, il contratto è risolubile per inadempimento del mutuatario, a iniziativa del mutuante.

Corte di Cassazione, Sezione Prima Civile, Sentenza n. 1517 del 25 gennaio 2021

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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