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coma

Il coma è uno stato di incoscienza conosciuto fin dai tempi più antichi. Il sostantivo coma deriva dal greco κῶμα che vuol dire sonno. Con questo termine, Ippocrate indicava “Il cadavere in sonno letargico”, riferendosi a quei soggetti in coma, che apparivano in uno stato di sonno profondo dal quale non si poteva risvegliarli. Più di recente, nel 1966, Fred Plum e Jerome Posner, neurologi statunitensi, definiscono così il coma: “Unarousable unresponsiveness in which the subjects lie with eyes closed” (Paziente non risvegliabile, non responsivo, che giace a occhi chiusi). In neurologia, si definisce coma un profondo stato di incoscienza che può essere provocato da intossicazioni (stupefacenti, alcool, tossine), alterazioni del metabolismo (ipoglicemia, iperglicemia, chetoacidosi) o danni e malattie del sistema nervoso centrale (ictus, traumi cranici, ipossia): fra tutte, le più comuni cause di coma sono le alterazioni del metabolismo. In Unità di Terapia Intensiva, a volte, può essere necessario indurre un coma artificiale temporaneo per mezzo di farmaci, per ridurre l’edema cerebrale dopo un danno encefalico subito e adattare il paziente alla ventilazione meccanica. Nei dipartimenti di emergenza (in Italia, Pronto soccorso) degli ospedali di III livello, i medici che vi lavorano, per trattare adeguatamente e in tempi rapidi il malato critico, devono essere abili nel riconoscere uno stato di coma, distinguendo le varie condizioni di alterazione dello stato di coscienza: il coma (nessuna apertura degli occhi dopo stimolo doloroso), lo stato stuporoso (apertura degli occhi dopo stimolo doloroso) e lo stato soporoso (apertura degli occhi dopo stimolo verbale). La gravità dello stato di coma si misura mediante numerose scale di misura, la scala semplificata, le scale a livelli, le scale a punteggio. La più diffusa, tra le scale a punteggio, è la Glasgow Coma Scale (scala GCS), proposta, nel 1974, dai neurochirurghi Graham Teasdale e Bryan Jennet. La scala, in base alle risposte del paziente a vari stimoli (dolorosi, verbali), stabilisce un grado di alterazione dello stato di coscienza, con un punteggio da 3 (coma profondo) a 15 (paziente sveglio e cosciente). L’uso della scala richiede di valutare l’apertura degli occhi (Eyes, score 1 – 4), la risposta motoria (Motor, score 1 – 6), la risposta verbale (Verbal, score 1 – 5). Un paziente con score della GCS ≤ 8 (E 1, M 5, V 2) è un paziente in coma, che non apre gli occhi dopo stimolo verbale o doloroso. Questi malati devono essere intubati e sottoposti a ventilazione meccanica in terapia intensiva, perché privi dei riflessi di protezione delle vie aeree, situazione indotta dal danno a carico del tronco dell’encefalo. La GCS è stata, inizialmente, utilizzata per valutare il livello di coscienza dopo un trauma cranico. In seguito, il suo uso si è esteso a tutti i pazienti acuti, sia con patologie di natura medica, sia di natura traumatica. Negli ospedali, in Unità di Terapia Intensiva, la GCS è usata nel monitoraggio delle condizioni cliniche neurologiche dei pazienti con danno encefalico acuto[4]

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