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Voluntary disclosure: pagamento tardivo annulla tutto

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 29288/2025, ha stabilito un principio fondamentale in materia di voluntary disclosure. Il caso riguardava una contribuente che, pur avendo aderito alla procedura di collaborazione volontaria per regolarizzare capitali detenuti all’estero, aveva pagato in ritardo due delle tre rate dovute. I giudici di merito avevano ritenuto che il ritardo non inficiasse la procedura. La Suprema Corte ha ribaltato tale decisione, affermando che il tempestivo e integrale versamento delle somme è un requisito essenziale per il perfezionamento della procedura. Di conseguenza, il pagamento tardivo comporta la decadenza da tutti i benefici, con la ripresa dell’ordinaria attività di accertamento e sanzionatoria da parte dell’Agenzia delle Entrate.

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Pubblicato il 9 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Voluntary disclosure: il pagamento tardivo annulla tutti i benefici

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito un principio cruciale per chiunque abbia aderito o intenda aderire a procedure di sanatoria fiscale: la puntualità nei pagamenti è un requisito non negoziabile. L’analisi di questa decisione chiarisce che il mancato rispetto delle scadenze nella voluntary disclosure comporta la perdita totale dei benefici, esponendo il contribuente alle sanzioni ordinarie. Vediamo nel dettaglio i fatti, le motivazioni della Corte e le implicazioni pratiche.

I Fatti di Causa: un ritardo che costa caro

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguarda una contribuente che aveva aderito alla procedura di collaborazione volontaria (la cosiddetta voluntary disclosure) per regolarizzare attività finanziarie detenute all’estero e non dichiarate al fisco italiano. La procedura prevedeva il versamento di una somma suddivisa in tre rate mensili.

La contribuente, tuttavia, aveva effettuato in ritardo il pagamento di due delle tre rate. Nonostante ciò, sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale avevano dato ragione alla contribuente, sostenendo che il tardivo pagamento non costituisse una circostanza ostativa al perfezionamento della procedura di collaborazione volontaria.

L’Agenzia delle Entrate, ritenendo errata questa interpretazione, ha presentato ricorso per cassazione, portando la questione all’attenzione della Suprema Corte.

La Decisione della Cassazione sulla voluntary disclosure

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, ribaltando completamente la decisione dei giudici di merito. La sentenza impugnata è stata cassata con rinvio alla Corte di giustizia tributaria della Lombardia, che dovrà riesaminare il caso attenendosi ai principi stabiliti dalla Suprema Corte.

Il punto centrale della decisione è che il mancato pagamento di anche una sola delle rate nei termini previsti dalla legge comporta il venir meno di tutti gli effetti benefici della procedura di voluntary disclosure. Non c’è spazio per ritardi o sanatorie.

Le Motivazioni della Sentenza: il rigore della voluntary disclosure

La Corte ha fondato la sua decisione su argomentazioni solide, richiamando precedenti pronunce sia della stessa Cassazione che della Corte Costituzionale. I giudici hanno chiarito la natura della voluntary disclosure:

1. Procedura Eccezionale: La collaborazione volontaria non è un diritto del contribuente, ma una procedura eccezionale e di favore, concessa dal legislatore per un periodo di tempo limitato. Essa permette di rimediare a infedeltà dichiarative ottenendo una considerevole riduzione delle sanzioni.

2. Termini Perentori: Proprio perché è una procedura di favore, i requisiti per accedervi e mantenerne i benefici devono essere rispettati in modo rigoroso. I termini per il versamento delle somme sono definiti “perentori”, ovvero non ammettono deroghe o ritardi. Il mancato rispetto di una scadenza determina automaticamente la decadenza dai benefici.

3. Natura non Sanzionatoria: La Corte Costituzionale aveva già chiarito che la decadenza dai benefici non ha natura sanzionatoria. Si tratta, invece, di una “mera disciplina della decadenza”, essenziale per il corretto funzionamento della procedura eccezionale e per non pregiudicare l’applicazione delle ordinarie norme sanzionatorie a tutela del dovere tributario.

In sostanza, la Corte ha stabilito che consentire un versamento tardivo snaturerebbe la procedura, trasformandola in un meccanismo privo di disciplina e in contrasto con i principi generali del sistema tributario.

Conclusioni: nessuna tolleranza per i ritardi

La pronuncia della Cassazione lancia un messaggio inequivocabile ai contribuenti: le procedure di sanatoria fiscale, come la voluntary disclosure, richiedono un’adesione scrupolosa a tutte le condizioni previste dalla legge, in primis la puntualità dei pagamenti. Qualsiasi ritardo, anche minimo, comporta la perdita integrale dei vantaggi premiali (sanzioni ridotte e non punibilità per alcuni reati fiscali). Di conseguenza, l’Amministrazione Finanziaria è legittimata a riprendere la propria attività di accertamento e a irrogare le sanzioni in misura piena, come se la procedura di collaborazione volontaria non fosse mai stata avviata. Questa decisione rafforza il principio di rigore e certezza nei rapporti tra Fisco e contribuente, specialmente nell’ambito di istituti premiali ed eccezionali.

Il pagamento in ritardo delle rate della voluntary disclosure fa perdere i benefici della procedura?
Sì, secondo la Corte di Cassazione, il pagamento tardivo anche di una sola delle rate previste comporta la decadenza da tutti i benefici della procedura. La procedura non si perfeziona e il contribuente perde il diritto alla riduzione delle sanzioni.

Perché il mancato rispetto dei termini di pagamento è considerato così grave nella voluntary disclosure?
Perché la voluntary disclosure è una procedura eccezionale e di favore, non un diritto. Le sue condizioni, inclusi i termini di pagamento definiti ‘perentori’, devono essere rispettate in modo rigoroso. Il mancato rispetto determina automaticamente la perdita dei benefici, in quanto si tratta di una disciplina della decadenza essenziale al funzionamento della procedura.

Cosa succede al contribuente se la procedura di voluntary disclosure non si perfeziona a causa di un pagamento tardivo?
Se la procedura non si perfeziona, non si producono i suoi effetti benefici. Di conseguenza, l’Agenzia delle Entrate riprende la sua ordinaria attività di accertamento e sanzionatoria, potendo recuperare le imposte evase e applicare le sanzioni in misura piena, come se il contribuente non avesse mai aderito alla collaborazione volontaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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