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Voluntary disclosure e liberalità indirette

Un contribuente, aderendo alla procedura di voluntary disclosure, dichiarava una liberalità indiretta ricevuta da un parente. L’Agenzia delle Entrate emetteva un avviso di accertamento per l’imposta sulle donazioni. La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità dell’atto, stabilendo che la dichiarazione resa nella procedura costituisce il presupposto per l’imposizione e che il termine di decadenza per l’accertamento decorre dalla data della dichiarazione stessa, non dal momento in cui è avvenuta la liberalità.

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Pubblicato il 3 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Voluntary Disclosure: Quando l’autodenuncia fa scattare la tassa sulle donazioni

La procedura di voluntary disclosure rappresenta un’opportunità per i contribuenti di sanare la propria posizione con il Fisco, ma quali sono le implicazioni quando emergono delle liberalità non dichiarate? Con la recente sentenza n. 18724/2024, la Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti cruciali, stabilendo che la dichiarazione resa in tale sede può far scattare l’imposta di donazione e che i termini per l’accertamento decorrono proprio da quel momento. Analizziamo insieme la decisione e le sue conseguenze pratiche.

I Fatti di Causa

Un contribuente decide di avvalersi della procedura di collaborazione volontaria, prevista dalla L. 186/2014, per regolarizzare capitali detenuti all’estero. Durante questo processo, dichiara di aver ricevuto ingenti somme da una sua parente, configurando una cosiddetta “liberalità indiretta”.

A seguito di questa autodenuncia, l’Agenzia delle Entrate emette un avviso di accertamento per un importo di quasi 12 milioni di euro a titolo di imposta sulle successioni e donazioni.
Il contribuente impugna l’atto, ma la Commissione Tributaria Regionale dà ragione all’Agenzia. La controversia giunge così dinanzi alla Corte di Cassazione.

Voluntary Disclosure e presupposto impositivo

Il ricorrente contestava che una dichiarazione resa ai fini della voluntary disclosure potesse costituire il presupposto per l’applicazione dell’imposta sulle donazioni. La Corte, tuttavia, ha respinto questa tesi.

I giudici hanno affermato che la procedura di collaborazione volontaria, sebbene particolare, è a tutti gli effetti un procedimento diretto all’accertamento dei tributi. L’articolo 56-bis del D.Lgs. 346/1990 prevede espressamente che l’accertamento delle liberalità diverse dalle donazioni possa avvenire quando la loro esistenza risulti da dichiarazioni rese dall’interessato nell’ambito di procedimenti di accertamento tributario.

Di conseguenza, l’istanza presentata dal contribuente per avvalersi della sanatoria è stata considerata una dichiarazione idonea a far emergere la liberalità e, quindi, a giustificare l’imposizione fiscale.

La Decadenza nelle Liberalità Indirette: la regola del dies a quo

Uno dei punti più controversi e rilevanti della sentenza riguarda la decorrenza del termine di decadenza per l’azione accertatrice del Fisco. Secondo il contribuente, il termine quinquennale doveva essere calcolato dal momento in cui la liberalità era stata effettuata, e quindi sarebbe stato ampiamente superato.

La Cassazione ha offerto un’interpretazione diametralmente opposta e di fondamentale importanza. Il dies a quo, ovvero il giorno da cui far partire il calcolo della decadenza, non è la data dell’originario trasferimento di denaro, ma la data della dichiarazione resa dal contribuente nella procedura di voluntary disclosure.

In pratica, l’autodenuncia “fa rivivere” un presupposto impositivo che altrimenti sarebbe rimasto nascosto e difficilmente accertabile, facendo decorrere un nuovo termine per l’azione dell’Amministrazione finanziaria. Nel caso specifico, essendo la dichiarazione intervenuta a marzo 2015 e l’avviso di accertamento notificato a dicembre 2015, l’azione del Fisco è stata ritenuta tempestiva e pienamente legittima.

Le Motivazioni

La Corte ha motivato la propria decisione sottolineando che la voluntary disclosure non è un atto meramente dichiarativo, ma si inserisce in un procedimento di accertamento con adesione. La spontanea esposizione della propria situazione debitoria da parte del contribuente crea il presupposto stesso per l’applicazione dell’imposta. Ai sensi dell’art. 76 del D.P.R. 131/1986, richiamato dalla normativa sulle successioni e donazioni, nel caso di registrazione volontaria di un atto, l’imposta è dovuta nonostante l’eventuale decadenza. La dichiarazione del contribuente viene equiparata a una “registrazione volontaria” della liberalità, rendendo quindi inapplicabile la decadenza calcolata dalla data dell’atto originario. Inoltre, la Corte ha specificato che il regime fiscale applicabile (aliquote e franchigie) è quello vigente al momento dell’accertamento, in virtù di un principio di “rinvio dinamico” alla normativa in vigore.

Le Conclusioni

La sentenza consolida un principio di grande impatto per chiunque intenda avvalersi di procedure di regolarizzazione fiscale. La voluntary disclosure, pur essendo uno strumento per sanare il passato, apre un nuovo fronte di interlocuzione con il Fisco, dove le dichiarazioni rese hanno un peso determinante. La decisione chiarisce che l’emersione di liberalità indirette tramite questa procedura non solo le rende tassabili, ma fa anche scattare un nuovo termine di decadenza per l’accertamento. I contribuenti devono quindi valutare con estrema attenzione tutte le possibili conseguenze fiscali delle informazioni fornite, poiché l’atto di trasparenza verso il Fisco costituisce esso stesso il fondamento della pretesa tributaria.

Una dichiarazione fatta durante la voluntary disclosure può essere usata per accertare l’imposta sulle donazioni?
Sì, la Corte di Cassazione ha stabilito che la dichiarazione resa nell’ambito della procedura di collaborazione volontaria è idonea a concretare il presupposto per l’accertamento e la sottoposizione all’imposta delle liberalità diverse dalle donazioni formali.

Da quando inizia a decorrere il termine di decadenza per l’accertamento di una liberalità indiretta emersa da voluntary disclosure?
Il termine di decadenza di cinque anni non decorre dal momento in cui è avvenuta la liberalità, ma dal momento della volontaria dichiarazione resa al Fisco nell’ambito della procedura. L’autodenuncia fa partire un nuovo termine per l’accertamento.

Quale regime di tassazione (aliquote e franchigie) si applica alle liberalità indirette scoperte con la voluntary disclosure?
Si applica la legislazione vigente al momento dell’accertamento e non quella in vigore all’epoca dell’originaria liberalità. La Corte ha specificato che si tratta di un ‘rinvio dinamico’, che comporta l’applicazione delle normative sulle successioni e donazioni come modificate nel tempo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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