LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Visto infedele: competenza territoriale dell’Ufficio

Un professionista ha contestato un avviso di pagamento ricevuto per l’apposizione di un visto di conformità infedele. La Corte di Cassazione ha stabilito che la competenza territoriale per l’irrogazione delle sanzioni spetta alla direzione regionale dell’Agenzia delle Entrate del domicilio del professionista, non di quello del contribuente. Di conseguenza, l’atto emesso dall’ufficio locale incompetente è stato annullato.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Visto Infedele: la Cassazione Definisce la Competenza Territoriale dell’Ufficio

L’apposizione del visto di conformità infedele su una dichiarazione dei redditi comporta precise responsabilità per il professionista. Ma quale ufficio dell’Amministrazione Finanziaria è autorizzato a contestare l’irregolarità e a irrogare le relative sanzioni? Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale in materia di competenza territoriale, annullando un atto emesso da un ufficio non legittimato.

I Fatti del Caso

Un professionista, in qualità di responsabile dell’assistenza fiscale per un Centro autorizzato (CAAF), aveva apposto il visto di conformità sulla dichiarazione modello 730 di un contribuente per l’annualità 2014. A seguito di un controllo formale, l’ufficio locale dell’Amministrazione Finanziaria, competente per il domicilio fiscale del contribuente, ha ritenuto il visto infedele. Di conseguenza, ha iscritto a ruolo a carico del professionista l’imposta, gli interessi e una sanzione pari al 30% dell’imposta, notificandogli la relativa cartella di pagamento.
Il professionista ha impugnato l’atto, sollevando diverse eccezioni, tra cui, in via preliminare, il difetto di competenza territoriale dell’ufficio che aveva proceduto all’iscrizione a ruolo.

Il Principio del Visto di Conformità Infedele e la Competenza

Il cuore della controversia risiede nell’interpretazione dell’art. 39 del D.Lgs. n. 241/1997. Il professionista sosteneva che, in base al comma 2 di tale articolo, la competenza per contestare le violazioni e irrogare le sanzioni in caso di visto di conformità infedele non appartiene all’ufficio locale del contribuente, bensì alla direzione regionale dell’Agenzia delle entrate competente in base al domicilio fiscale del trasgressore, ovvero il professionista stesso.
Secondo questa tesi, l’atto emesso dall’ufficio provinciale sarebbe nullo per incompetenza funzionale e territoriale, un vizio che renderebbe illegittima l’intera pretesa tributaria.

Le Motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso del professionista, ha confermato il proprio orientamento consolidato in materia. I giudici hanno chiarito che la responsabilità prevista per i soggetti che rilasciano un visto di conformità infedele ha una funzione anche punitiva. Per questo motivo, devono applicarsi le specifiche norme che regolano la competenza per l’irrogazione delle sanzioni.
L’articolo 39, comma 2, del D.Lgs. n. 241/1997 individua in modo inequivocabile tale competenza nella direzione regionale dell’Agenzia delle entrate del luogo di domicilio fiscale del trasgressore. Questa norma stabilisce una competenza funzionale e territoriale che non può essere derogata. L’atto compiuto in violazione di tale attribuzione è, pertanto, illegittimo.
La Corte ha ritenuto questo motivo di ricorso assorbente rispetto agli altri, inclusa la questione sull’applicazione del principio del favor rei riguardo alla quantificazione della sanzione. L’accertata incompetenza dell’ufficio che ha emesso l’atto è sufficiente a determinarne l’annullamento, senza necessità di esaminare le altre doglianze.

Conclusioni

La decisione riafferma un principio di garanzia fondamentale per i professionisti che svolgono l’attività di assistenza fiscale. La competenza a sanzionare un errore nell’apposizione del visto di conformità è rigidamente determinata dalla legge e radicata presso la direzione regionale del domicilio fiscale del professionista. Qualsiasi atto emesso da un ufficio diverso è viziato da incompetenza e, come tale, nullo. Questa pronuncia offre certezza giuridica e uno strumento di difesa cruciale contro pretese fiscali avanzate da uffici non legittimati, rafforzando il rispetto delle regole procedurali a tutela del contribuente e del professionista.

Quale ufficio è competente a sanzionare un professionista per un visto di conformità infedele?
Secondo la Corte, la competenza appartiene alla direzione regionale dell’Agenzia delle entrate individuata in ragione del domicilio fiscale del trasgressore (cioè del professionista), e non di quello del contribuente assistito.

Cosa succede se l’atto di accertamento viene emesso da un ufficio territorialmente incompetente?
L’atto è illegittimo e deve essere annullato. La norma sulla competenza territoriale non può essere derogata, e la sua violazione determina la nullità dell’atto compiuto.

La responsabilità del professionista che appone il visto di conformità ha natura punitiva?
Sì, la Corte di Cassazione ha chiarito che la responsabilità prevista dall’art. 39 del d.lgs. n. 241/1997 ha una funzione anche punitiva. Di conseguenza, si applicano le specifiche norme sulla competenza per l’irrogazione delle sanzioni.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati