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Visto infedele: competenza e nullità dell’atto

La Corte di Cassazione ha annullato una cartella di pagamento emessa nei confronti di un professionista per un visto di conformità infedele. La decisione si fonda sul principio della competenza territoriale: l’atto sanzionatorio è nullo perché emesso dalla Direzione Provinciale dell’Agenzia delle Entrate, anziché dalla Direzione Regionale, unico organo competente per legge in base al domicilio fiscale del professionista.

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Pubblicato il 5 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Visto Infedele: Competenza Territoriale e Nullità dell’Atto Sanzionatorio

L’apposizione del visto di conformità sulle dichiarazioni fiscali è un’attività di grande responsabilità per i professionisti abilitati. Ma cosa succede quando l’Agenzia delle Entrate contesta la correttezza di tale visto? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce un aspetto procedurale fondamentale: l’ufficio competente a irrogare la sanzione. La pronuncia stabilisce che un errore nella sua individuazione può rendere l’intero atto nullo. Analizziamo questa importante decisione che riguarda la gestione del visto di conformità infedele.

I Fatti del Caso: Il Visto di Conformità Infedele e la Sanzione

Un professionista, responsabile di un Centro di Assistenza Fiscale (CAF), aveva apposto il proprio visto di conformità sulla dichiarazione dei redditi (Modello 730) di un contribuente. A seguito di un controllo formale, l’Agenzia delle Entrate ha ritenuto che il visto fosse infedele, ovvero non corrispondente alla documentazione. Di conseguenza, ha iscritto a ruolo e notificato al professionista una cartella di pagamento per un importo pari all’imposta, alle sanzioni e agli interessi che sarebbero stati richiesti al contribuente.

Il professionista ha impugnato l’atto, sollevando due questioni principali:
1. La violazione del principio del favor rei (o lex mitior), sostenendo che dovesse applicarsi una normativa successiva più favorevole che limitava la sua responsabilità al 30% della maggiore imposta.
2. L’incompetenza dell’ufficio che aveva emesso l’atto, sostenendo che la competenza spettasse alla Direzione Regionale dell’Agenzia delle Entrate del proprio domicilio e non alla Direzione Provinciale competente per il domicilio del contribuente.

Dopo due gradi di giudizio sfavorevoli, il caso è giunto dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Questione della Competenza: Provinciale o Regionale?

La Corte, applicando il principio della “ragione più liquida”, ha deciso di esaminare con priorità la seconda questione, quella relativa alla competenza, ritenendola decisiva e di più agevole soluzione. Il cuore del problema era stabilire se la sanzione per un visto di conformità infedele dovesse essere gestita dall’ufficio locale legato al contribuente o dall’ufficio regionale legato al professionista che ha commesso la violazione.

La normativa di riferimento, l’art. 39, comma 2, del D.Lgs. n. 241/1997, individua la competenza per l’iscrizione a ruolo nei confronti del professionista nella “direzione regionale dell’Agenzia delle entrate individuata in ragione del domicilio fiscale del trasgressore”. Il ricorrente sosteneva che l’atto, essendo stato emesso dalla Direzione Provinciale, fosse irrimediabilmente viziato.

La Decisione della Cassazione sul Visto di Conformità Infedele

La Suprema Corte ha accolto il ricorso del professionista, annullando la sentenza impugnata e, di conseguenza, la cartella di pagamento. La decisione si fonda interamente sulla questione dell’incompetenza dell’ufficio, assorbendo ogni altra doglianza, inclusa quella sulla lex mitior.

Le Motivazioni

La Corte ha chiarito diversi punti fondamentali:
1. Natura Sanzionatoria: La responsabilità del professionista per il visto di conformità infedele ha una chiara natura sanzionatoria, non meramente risarcitoria. Essa mira a proteggere l’affidamento dei contribuenti sull’operato dei professionisti e dei CAF.
2. Competenza Inderogabile: Proprio in virtù di tale natura sanzionatoria, le norme sulla competenza sono inderogabili. La legge (art. 39, comma 2, D.Lgs. 241/97) stabilisce in modo esplicito che l’organo competente è la Direzione Regionale del domicilio fiscale del professionista (il ‘trasgressore’).
3. Valenza Esterna delle Norme: Le regole sulla ripartizione delle competenze tra i vari uffici dell’Amministrazione Finanziaria non sono mere norme interne, ma hanno valenza esterna. Vincolano sia l’amministrazione stessa sia i cittadini. L’amministrazione non può scegliere discrezionalmente quale ufficio far agire.
4. Nullità dell’Atto: L’atto compiuto da un ufficio funzionalmente incompetente è illegittimo e nullo. Tale vizio, se dedotto dal ricorrente, porta all’annullamento del provvedimento. Nel caso di specie, l’atto era stato emesso dalla Direzione Provinciale di Roma (competente per il contribuente) invece che dalla Direzione Regionale del Lazio (competente per il professionista).

Le Conclusioni

Questa ordinanza riafferma un principio cruciale di legalità e garanzia per il contribuente e per il professionista. La Pubblica Amministrazione deve attenersi scrupolosamente alle norme che ne regolano l’organizzazione e la competenza. Un atto, anche se fondato nel merito, può essere annullato per un vizio di procedura come l’incompetenza dell’organo che lo ha emanato.

Per i professionisti del settore fiscale, ciò significa che, in caso di contestazioni per un visto di conformità infedele, il primo controllo da effettuare è proprio sulla competenza territoriale dell’ufficio che ha emesso l’atto sanzionatorio. Un errore su questo punto da parte dell’Agenzia delle Entrate può essere un motivo determinante per ottenere l’annullamento dell’intera pretesa.

Chi è competente a sanzionare un professionista per un visto di conformità infedele?
La competenza appartiene esclusivamente alla direzione regionale dell’Agenzia delle Entrate individuata in base al domicilio fiscale del professionista che ha commesso la violazione, e non alla direzione provinciale basata sul domicilio del contribuente assistito.

Qual è la conseguenza se l’atto sanzionatorio è emesso da un ufficio incompetente?
L’atto è illegittimo e, di conseguenza, nullo. La violazione delle norme sulla competenza funzionale è un vizio che invalida il provvedimento, portando al suo annullamento se impugnato dal destinatario.

La responsabilità del professionista per visto infedele ha natura risarcitoria o sanzionatoria?
Secondo la Corte di Cassazione, la responsabilità ha natura sanzionatoria. Questa qualificazione è importante perché implica l’applicazione di principi garantisti tipici del diritto sanzionatorio, come quello della competenza territoriale inderogabile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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