LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Visto di conformità infedele: la competenza è decisiva

La Corte di Cassazione ha annullato una cartella di pagamento emessa nei confronti di un professionista per un visto di conformità infedele. La decisione si fonda su un vizio di incompetenza territoriale dell’ufficio dell’Agenzia delle Entrate che ha emesso l’atto. Secondo la Corte, la competenza esclusiva per l’iscrizione a ruolo spetta alla direzione regionale dell’Agenzia individuata in base al domicilio fiscale del professionista trasgressore, e non all’ufficio competente per il contribuente assistito. La violazione di tale regola di competenza determina la nullità dell’atto.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 19 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Visto di Conformità Infedele: Non Basta l’Errore, Conta Chi lo Contesta

Il visto di conformità infedele rappresenta una delle questioni più delicate per i professionisti fiscali. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale: la responsabilità del professionista può essere annullata se l’atto di accertamento proviene da un ufficio dell’Agenzia delle Entrate territorialmente incompetente. Questa ordinanza non solo chiarisce le regole procedurali, ma offre anche un’importante tutela per i professionisti del settore.

I Fatti del Caso

Un professionista, in qualità di responsabile dell’assistenza fiscale per un CAF, aveva apposto il visto di conformità sulla dichiarazione dei redditi di un contribuente. A seguito di un controllo formale, l’Agenzia delle Entrate riscontrava un’irregolarità, qualificando il visto come ‘infedele’. Di conseguenza, l’ufficio provinciale dell’Agenzia, competente per il domicilio fiscale del contribuente, emetteva una cartella di pagamento direttamente nei confronti del professionista. La richiesta includeva l’imposta, le sanzioni e gli interessi che sarebbero stati altrimenti richiesti al contribuente.
Il professionista ha impugnato l’atto, sostenendo un vizio di incompetenza: a suo avviso, l’unico ufficio legittimato ad agire nei suoi confronti non era quello provinciale legato al suo cliente, bensì la direzione regionale dell’Agenzia delle Entrate competente per il proprio domicilio fiscale.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del professionista, annullando la sentenza impugnata e, di conseguenza, la cartella di pagamento. I giudici hanno stabilito che la competenza a contestare le violazioni relative al visto di conformità e a irrogare le relative sanzioni è attribuita in via esclusiva alla direzione regionale dell’Agenzia delle Entrate nella cui circoscrizione si trova il domicilio fiscale del professionista che ha commesso la violazione.

Le Motivazioni della Scelta sul Visto di Conformità Infedele

La Corte ha basato la sua decisione su un’attenta analisi dell’articolo 39, comma 2, del D.Lgs. n. 241/1997. Questa norma stabilisce una regola di competenza funzionale e territoriale specifica che non può essere derogata. Le motivazioni principali sono le seguenti:

1. Competenza Esclusiva e Funzionale: La legge affida la gestione dei rapporti con i soggetti abilitati al rilascio del visto (CAF e professionisti) a un livello superiore e centralizzato, ovvero le direzioni regionali. Lo scopo è accentrare la competenza su base regionale per garantire uniformità di trattamento e una gestione più efficiente dei rapporti con una specifica categoria di soggetti.

2. Tutela del Professionista: Questa regola non è un mero dettaglio organizzativo interno all’Agenzia. Essa serve a tutelare il professionista, evitando che possa essere chiamato a difendersi in una molteplicità di fori diversi, sparsi sul territorio nazionale, a seconda del domicilio fiscale dei suoi assistiti. La competenza è radicata presso il suo domicilio fiscale, che rappresenta la sede naturale dei suoi interessi professionali.

3. Natura Punitiva della Responsabilità: La Corte ha sottolineato che la responsabilità per il visto di conformità infedele, sebbene abbia aspetti civilistici, mantiene una chiara funzione punitiva e sanzionatoria. Questo rafforza la necessità di applicare con rigore tutte le garanzie procedurali previste dalla legge, inclusa la regola sulla competenza. Un atto emesso da un ufficio incompetente è, pertanto, illegittimo e deve essere annullato.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

La decisione della Cassazione ha conseguenze pratiche di grande rilievo. Per i professionisti fiscali, essa rappresenta un’importante conferma del fatto che le regole sulla competenza territoriale dell’Amministrazione Finanziaria sono garanzie invalicabili. Qualsiasi atto emesso in violazione di queste regole è affetto da un vizio di nullità. Di conseguenza, il primo controllo da effettuare in caso di contestazione per un visto infedele è verificare che l’ufficio che ha emesso l’atto sia quello regionalmente competente in base al proprio domicilio fiscale. Un errore su questo punto da parte dell’Agenzia delle Entrate può portare all’annullamento completo della pretesa, a prescindere dal merito della violazione contestata.

Chi è competente a sanzionare un professionista per un visto di conformità infedele?
Secondo la Corte di Cassazione, la competenza esclusiva per l’iscrizione a ruolo e la conseguente irrogazione delle sanzioni spetta alla direzione regionale dell’Agenzia delle Entrate individuata in ragione del domicilio fiscale del professionista trasgressore.

Cosa succede se l’atto di accertamento per visto infedele è emesso da un ufficio territorialmente incompetente?
L’atto è illegittimo e deve essere annullato. La violazione delle norme sulla competenza non è una mera irregolarità formale, ma un vizio che inficia la validità dell’intero procedimento.

La responsabilità del professionista per il visto infedele ha natura solo risarcitoria o anche punitiva?
La Corte ha chiarito che la responsabilità prevista dalla norma ha anche una funzione punitiva. Questa natura sanzionatoria impone il rispetto rigoroso di tutte le garanzie procedurali, inclusa la regola sulla competenza territoriale dell’organo che emette l’atto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati