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Visto di conformità infedele: competenza e sanzioni

La Corte di Cassazione ha stabilito che la competenza per sanzionare un professionista a causa di un visto di conformità infedele spetta esclusivamente alla direzione regionale dell’Agenzia delle Entrate del domicilio fiscale del professionista stesso, non all’ufficio provinciale legato al contribuente. Un atto emesso da un ufficio territorialmente incompetente è considerato illegittimo e deve essere annullato. La sentenza chiarisce che la norma sulla competenza ha valenza esterna e non è una mera regola organizzativa interna, tutelando così il professionista dal doversi difendere in molteplici sedi.

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Pubblicato il 19 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Visto di conformità infedele: la Cassazione stabilisce la competenza territoriale

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha affrontato un tema cruciale per tutti i professionisti che si occupano di assistenza fiscale: la responsabilità derivante da un visto di conformità infedele e, soprattutto, quale ufficio dell’Amministrazione Finanziaria sia competente a irrogare le relative sanzioni. La decisione chiarisce che la violazione delle norme sulla competenza territoriale non è una semplice irregolarità, ma un vizio che rende l’atto impositivo nullo. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante pronuncia.

I Fatti del Caso: La Responsabilità per Visto Infedele

Un professionista abilitato, in qualità di responsabile dell’assistenza fiscale per un Centro autorizzato (CAF), aveva apposto il proprio visto di conformità sulla dichiarazione dei redditi di un contribuente. A seguito di un controllo formale, l’Agenzia delle Entrate ha riscontrato che il visto era infedele, ossia non rispecchiava la documentazione a supporto della dichiarazione.

Di conseguenza, l’ufficio provinciale dell’Agenzia, competente per il domicilio fiscale del contribuente assistito, ha iscritto a ruolo a carico del professionista una somma pari all’imposta, alle sanzioni e agli interessi che sarebbero stati richiesti al contribuente. Il professionista ha impugnato la cartella di pagamento, sostenendo, tra le altre cose, l’incompetenza territoriale dell’ufficio che aveva emesso l’atto.

La Questione Giuridica: Chi è Competente a Sanzionare?

Il cuore della controversia risiedeva nell’interpretazione dell’articolo 39 del D.Lgs. n. 241/1997. Secondo il ricorrente, la norma designa come unico soggetto competente a contestare le violazioni e a irrogare le sanzioni la direzione regionale dell’Agenzia delle Entrate competente in base al domicilio fiscale del trasgressore, ovvero del professionista stesso.

L’Amministrazione Finanziaria, invece, aveva agito tramite l’ufficio provinciale legato al domicilio del contribuente. La Corte era quindi chiamata a decidere se la regola sulla competenza fosse una mera norma organizzativa interna all’Agenzia o una norma con valenza esterna, la cui violazione determinasse l’illegittimità dell’atto.

La Natura della Responsabilità per visto di conformità infedele

La Corte ha ribadito che la responsabilità del professionista per l’apposizione di un visto di conformità infedele non ha una natura meramente risarcitoria, ma possiede anche una chiara funzione punitiva. Questo aspetto è fondamentale, poiché le garanzie procedurali, inclusa quella della competenza dell’organo sanzionatorio, assumono un’importanza ancora maggiore in un contesto afflittivo.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del professionista, annullando la sentenza impugnata e, di conseguenza, la cartella di pagamento. La motivazione si fonda su un’attenta analisi letterale e sistematica delle norme.

Il comma 2 dell’articolo 39 del D.Lgs. 241/1997 stabilisce in modo esplicito che le violazioni in materia di visto di conformità sono contestate e le sanzioni irrogate dalla direzione regionale competente per il domicilio fiscale del trasgressore. Questa, secondo la Corte, è una norma attributiva di una competenza funzionale ed esclusiva.

La ratio di questa previsione è quella di accentrare su base regionale la gestione dei rapporti con i soggetti abilitati al rilascio dei visti. Ciò evita che un professionista, con clienti sparsi su tutto il territorio nazionale, possa essere chiamato a difendersi in una miriade di sedi diverse, garantendo così un unico interlocutore e una maggiore coerenza nell’applicazione delle norme.

La Corte ha inoltre specificato che questa regola di competenza ha valenza esterna, ovvero vincola non solo l’amministrazione ma crea anche una posizione giuridica tutelata per il cittadino. Pertanto, la sua violazione non è una mera irregolarità formale, ma costituisce un vizio di legittimità che invalida l’atto emesso dall’ufficio incompetente.

Le Conclusioni

In sintesi, la Suprema Corte ha affermato i seguenti principi:

1. La responsabilità per il rilascio di un visto di conformità infedele ha una funzione anche punitiva.
2. La competenza ad accertare tale violazione e a procedere con l’iscrizione a ruolo è della direzione regionale dell’Agenzia delle Entrate individuata in base al domicilio fiscale del professionista (trasgressore).
3. Questa norma sulla competenza non può essere derogata e la sua violazione comporta l’illegittimità dell’atto emesso dall’ufficio incompetente.

Questa ordinanza rappresenta un’importante tutela per i professionisti del settore fiscale, chiarendo in modo definitivo i confini della potestà impositiva dell’Amministrazione Finanziaria in queste delicate fattispecie e rafforzando il principio di legalità dell’azione amministrativa.

Quale ufficio dell’Agenzia delle Entrate è competente a sanzionare un professionista per un visto di conformità infedele?
La competenza spetta esclusivamente alla direzione regionale dell’Agenzia delle Entrate individuata in ragione del domicilio fiscale del professionista che ha rilasciato il visto, e non all’ufficio territoriale legato al contribuente.

Cosa succede se la cartella di pagamento viene emessa da un ufficio territorialmente incompetente?
L’atto emesso da un ufficio incompetente è illegittimo e deve essere annullato. La violazione di una norma di legge che stabilisce la competenza non è una semplice irregolarità interna, ma un vizio che invalida l’intero procedimento.

La responsabilità del professionista per visto di conformità infedele ha natura sanzionatoria?
Sì, la Corte di Cassazione, nel provvedimento esaminato, conferma che la responsabilità del professionista ha una funzione anche punitiva. Questo rafforza l’importanza del rispetto delle garanzie procedurali previste dalla legge, inclusa quella sulla competenza dell’organo che irroga la sanzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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