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Vincite al gioco: quando sono tassabili in Italia?

Un giocatore professionista di poker ha contestato l’imposizione fiscale sulle sue vincite ottenute in tornei all’estero. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione d’appello, che aveva erroneamente qualificato le vincite da tornei ‘live’ come ‘online’. La Corte ha ribadito che le vincite al gioco conseguite in casinò autorizzati nell’UE/SEE non sono tassabili in Italia, a differenza di quelle extra-UE. Ha chiarito che spetta al contribuente dimostrare la provenienza delle somme per beneficiare dell’esenzione, rinviando il caso per un nuovo esame di merito.

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Pubblicato il 9 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Vincite al Gioco Estere: La Cassazione Chiarisce la Tassazione

La tassazione delle vincite al gioco ottenute all’estero è un tema che genera spesso dubbi e contenziosi. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti cruciali, distinguendo nettamente il regime fiscale a seconda che le vincite provengano da Paesi dell’Unione Europea o da Stati extra-UE, e sottolineando l’importanza dell’onere della prova a carico del contribuente. Il caso analizzato riguarda un giocatore di poker professionista e offre spunti fondamentali per tutti gli appassionati e i professionisti del settore.

I Fatti del Caso: Un Giocatore di Poker nel Mirino del Fisco

L’Agenzia delle Entrate aveva emesso tre avvisi di accertamento nei confronti di un giocatore di poker professionista, contestandogli la mancata dichiarazione di vincite conseguite in tornei ‘live’ svoltisi all’estero negli anni 2007, 2008 e 2009. L’accertamento si basava sui dati reperiti da un noto sito internet specializzato che traccia i risultati dei tornei di poker dal vivo a livello mondiale.

In primo grado, i giudici tributari avevano dato ragione al contribuente, ritenendo la normativa nazionale in contrasto con il diritto comunitario. In appello, tuttavia, la decisione era stata ribaltata. La Corte d’Appello, pur riconoscendo l’esenzione per le vincite da casinò autorizzati UE, aveva commesso un errore cruciale: aveva trattato il caso come se riguardasse vincite da giochi on line, concludendo che il contribuente non aveva fornito prove sufficienti sulla provenienza delle somme e sulla qualifica di sostituto d’imposta delle case da gioco.

L’Errore della Corte d’Appello sulle Vincite al Gioco

Il contribuente ha presentato ricorso in Cassazione, lamentando diversi vizi della sentenza d’appello. Il motivo principale era l’errata qualificazione delle vincite, che non derivavano da giochi online, bensì da tornei di poker dal vivo (poker live) disputati presso casinò fisici. Questa distinzione è fondamentale, poiché le normative fiscali applicabili sono diverse.

La difesa ha evidenziato come la Corte d’Appello fosse caduta in contraddizione: da un lato parlava di giochi online, dall’altro citava il sito internet che, come confermato dalla stessa Cassazione in altre pronunce, è un database dedicato esclusivamente ai tornei live. Questo errore di fondo ha viziato l’intera motivazione della sentenza.

Le Motivazioni della Cassazione: Discriminazione e Onere della Prova

La Corte di Cassazione ha accolto i motivi del ricorso, cassando la sentenza impugnata e rinviando la causa per un nuovo esame. I giudici supremi hanno ribadito i principi fondamentali in materia di tassazione delle vincite al gioco.

In base al diritto unionale e alla normativa nazionale (modificata nel 2016 per conformarsi ai principi europei), vige una regola chiara:

1. Vincite da casinò UE/SEE: Le vincite corrisposte da case da gioco autorizzate in Italia o in altri Stati membri dell’Unione Europea (o aderenti all’Accordo sullo Spazio Economico Europeo) non concorrono a formare il reddito imponibile. Questo per evitare una discriminazione fiscale, dato che la tassazione è già assolta alla fonte nel Paese di origine.
2. Vincite da casinò extra-UE/SEE: Le vincite provenienti da case da gioco situate in Paesi terzi sono considerate ‘redditi diversi’ e, come tali, devono essere interamente dichiarate e tassate in Italia.

La Corte ha specificato che l’errore del giudice d’appello è stato non accertare la provenienza geografica delle vincite. Invece di richiedere al contribuente la prova della qualifica di ‘sostituto d’imposta’ delle case da gioco (un concetto non pertinente in questo contesto internazionale), avrebbe dovuto verificare se i casinò in questione fossero situati all’interno o all’esterno dello Spazio Economico Europeo. Poiché il sito web utilizzato per l’accertamento contiene informazioni dettagliate sui tornei, inclusa la loro localizzazione, la Corte d’Appello avrebbe dovuto utilizzare questi dati per effettuare la corretta verifica.

Il principio cardine, tuttavia, resta l’onere della prova a carico del contribuente. Spetta al giocatore dimostrare, con documentazione adeguata, che le vincite sono state ottenute in un casinò autorizzato UE/SEE per poter beneficiare dell’esenzione.

Le Conclusioni: Cosa Cambia per i Giocatori?

La decisione della Cassazione è di grande importanza pratica. Annullando la sentenza d’appello, ha imposto un nuovo giudizio che dovrà basarsi sulla corretta distinzione tra vincite infra-UE ed extra-UE. Per i giocatori, questa pronuncia rafforza un messaggio chiaro: è fondamentale conservare meticolosamente ogni documentazione che possa attestare l’origine delle vincite (ricevute, estratti conto, biglietti dei tornei, etc.). Solo attraverso una prova certa e analitica della provenienza delle somme da un casinò autorizzato nello Spazio Economico Europeo è possibile evitare la tassazione in Italia. La sentenza, quindi, non introduce nuove regole, ma consolida un orientamento che mira a bilanciare la libera prestazione di servizi in ambito europeo con le legittime pretese del fisco nazionale.

Le vincite ottenute in casinò situati in altri Paesi dell’Unione Europea sono tassate in Italia?
No, la Corte di Cassazione, in linea con la giurisprudenza europea, ha stabilito che le vincite provenienti da case da gioco autorizzate in Italia o in altri Stati membri dell’UE (o dello Spazio Economico Europeo) non concorrono a formare il reddito imponibile in Italia.

Su chi ricade l’onere di dimostrare la provenienza di una vincita al gioco?
L’onere della prova ricade sul contribuente. È il giocatore che deve dimostrare che la vincita è stata conseguita presso una casa da gioco autorizzata in uno Stato UE o SEE per poter beneficiare dell’esenzione dalla tassazione come reddito diverso.

Come vengono considerate le vincite ottenute in Paesi al di fuori dell’Unione Europea?
Le vincite realizzate in case da gioco situate in Paesi estranei all’Unione Europea o allo Spazio Economico Europeo sono soggette a tassazione in Italia come ‘redditi diversi’, ai sensi dell’art. 67 del TUIR.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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