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Valutazione automatica: donazione con più immobili

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 18512/2025, ha stabilito che il meccanismo di valutazione automatica non si applica alle donazioni cumulative di più immobili se il contribuente non indica analiticamente il valore di ciascun bene. In un caso di donazione mista (immobili con e senza rendita catastale), l’indicazione di un valore globale non preclude all’Agenzia delle Entrate il potere di accertare il valore venale dei beni sprovvisti di rendita, come i fabbricati collabenti o le aree risultanti da demolizioni. La Corte ha cassato la sentenza di merito che aveva erroneamente esteso la preclusione all’accertamento a tutti i beni.

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Pubblicato il 5 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Valutazione automatica e donazioni: la Cassazione sui limiti in caso di più immobili

Quando si dona un immobile, una delle principali preoccupazioni è la corretta determinazione del suo valore ai fini fiscali. Il meccanismo della valutazione automatica offre una notevole sicurezza al contribuente, impedendo al Fisco di contestare il valore dichiarato. Ma cosa succede se la donazione include più beni, alcuni con rendita catastale e altri senza, come un rudere o un’area edificabile? La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 18512 del 2025, fornisce un chiarimento cruciale: senza un’indicazione analitica dei valori, la protezione salta.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un atto di donazione con cui un padre trasferiva ai figli la nuda proprietà di diversi immobili. L’atto includeva sia beni dotati di rendita catastale, sia beni che ne erano sprovvisti, tra cui ‘fabbricati collabenti’ e ‘aree di risulta di fabbricati demoliti’.

I contribuenti avevano dichiarato un valore complessivo di 390.000 euro, specificando che 10.000 euro erano imputabili ai fabbricati collabenti (privi di rendita). Per la restante parte (380.000 euro), relativa agli immobili con rendita, il valore dichiarato era superiore a quello calcolato con il sistema della valutazione automatica (pari a 373.051,16 euro). Forte di ciò, ritenevano che l’Amministrazione Finanziaria non potesse procedere ad alcun accertamento di valore.

L’Agenzia delle Entrate, tuttavia, notificava un avviso di rettifica e liquidazione, contestando il valore dichiarato e applicando le maggiori imposte di donazione, ipotecaria e catastale. Il contenzioso giungeva fino in Cassazione.

La Donazione Cumulativa e la regola della valutazione automatica

Il principio generale, stabilito dall’art. 34 del d.lgs. 346/1990 (Testo Unico sulle successioni e donazioni), è che il Fisco non può rettificare il valore degli immobili iscritti in catasto con attribuzione di rendita se il valore dichiarato non è inferiore a quello ottenuto moltiplicando la rendita per appositi coefficienti. Questo meccanismo, noto come valutazione automatica o ‘prezzo-valore’, offre una garanzia al contribuente.

La giurisprudenza costante della Corte di Cassazione ha però specificato che, in caso di atti che trasferiscono una pluralità di beni (donazioni o compravendite cumulative), il contribuente che intende avvalersi di questa tutela ha l’onere di indicare analiticamente il valore di ogni singolo cespite. L’indicazione di un valore globale, anche se superiore alla somma dei valori catastali, non è sufficiente. Questo perché l’amministrazione deve poter verificare la corrispondenza del valore di ciascun immobile ai parametri di legge.

Fabbricato Collabente vs. Fabbricato Demolito

La Corte coglie l’occasione per chiarire una distinzione tecnica ma fondamentale ai fini fiscali:

* Fabbricato demolito: È un bene completamente distrutto, che non può essere utilizzato e può essere rimosso dal catasto, trasformandosi in area urbana o agricola. È privo di rendita.
* Fabbricato collabente: È un bene in stato di degrado, non distrutto ma non utilizzabile senza interventi di ristrutturazione. Resta registrato al catasto (categoria F/2) ed è anch’esso privo di rendita.

Nel caso di specie, i contribuenti avevano erroneamente ricompreso nella categoria dei ‘collabenti’ anche le aree di risulta di fabbricati demoliti, che sono beni giuridicamente e catastalmente distinti.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, cassando la decisione della Commissione Tributaria Regionale. Il ragionamento dei giudici si fonda su un principio di diritto consolidato. La sentenza di merito è stata considerata errata perché ha ritenuto che l’eccedenza del valore dichiarato per i beni con rendita (380.000 euro) rispetto al loro valore catastale (373.051,16 euro) precludesse la rettifica del valore anche per gli altri beni, quelli privi di rendita (le aree demolite).

Secondo la Suprema Corte, questo ragionamento è fallace. La valutazione automatica è un’eccezione che si applica solo agli immobili dotati di rendita catastale e solo se i valori sono indicati analiticamente. In assenza di rendita (come per i fabbricati collabenti e le aree demolite), il criterio di valutazione non può che essere quello del valore venale (o di mercato), come previsto dall’art. 51 del d.P.R. 131/1986.

Poiché i contribuenti non avevano distinto il valore dei fabbricati collabenti da quello delle aree di risulta dei fabbricati demoliti, ma avevano fornito un valore cumulativo e generico per tutti i beni senza rendita, l’Amministrazione Finanziaria aveva il pieno diritto e dovere di stimare il valore venale di tali beni, prescindendo completamente dal meccanismo automatico.

Le Conclusioni

La decisione ha importanti implicazioni pratiche per chiunque si appresti a redigere un atto di donazione o compravendita immobiliare che coinvolga più beni. Per beneficiare della tutela offerta dalla valutazione automatica è indispensabile:

1. Indicare analiticamente: Specificare nell’atto il valore attribuito a ciascun singolo immobile.
2. Distinguere i beni: Separare chiaramente i beni dotati di rendita catastale da quelli che ne sono privi.
3. Applicare il criterio corretto: Per i beni con rendita, dichiarare un valore non inferiore a quello catastale. Per i beni senza rendita (terreni edificabili, fabbricati collabenti, aree di risulta), il valore da dichiarare è quello di mercato, sul quale il Fisco mantiene il pieno potere di accertamento.

In sintesi, la scelta di indicare un valore complessivo per ‘semplificare’ l’atto si rivela una strategia controproducente, che espone il contribuente al rischio di un accertamento fiscale con conseguente liquidazione di maggiori imposte, interessi e sanzioni.

Quando si applica il meccanismo della valutazione automatica in una donazione con più immobili?
Il meccanismo della valutazione automatica si applica solo se il contribuente indica analiticamente nell’atto il valore di ciascun singolo immobile dotato di rendita catastale, e tale valore non è inferiore a quello calcolato moltiplicando la rendita per gli appositi coefficienti. Non si applica ai beni privi di rendita.

Cosa succede se in una donazione mista si dichiara un valore cumulativo?
Se viene dichiarato un valore globale per più immobili, di cui alcuni con rendita e altri senza, l’Amministrazione Finanziaria ha il potere di rettificare il valore dei beni. In particolare, può procedere alla stima del valore di mercato per tutti quei beni sprovvisti di rendita catastale, come fabbricati collabenti o aree risultanti da demolizioni.

Qual è la differenza fiscale tra ‘fabbricato demolito’ e ‘fabbricato collabente’?
Sebbene entrambi siano privi di rendita, sono situazioni distinte. Il fabbricato demolito è completamente distrutto e può essere rimosso dal catasto. Il fabbricato collabente è in stato di degrado ma non distrutto, può essere ristrutturato e resta iscritto al catasto (in categoria F/2). Per entrambi, la valutazione ai fini dell’imposta di donazione si basa sul valore venale e non su quello catastale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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