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Valore doganale e royalties: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha stabilito che le royalties pagate per l’utilizzo di un marchio su merci importate devono essere incluse nel calcolo del valore doganale se il licenziante esercita un controllo, anche indiretto, sul produttore o sull’importatore. Secondo la Corte, questo controllo, che può manifestarsi anche attraverso la tutela dell’immagine del marchio e standard qualitativi, rende il pagamento delle royalties una ‘condizione di vendita’. La sentenza cassa la decisione di merito che aveva escluso tale inclusione, rinviando la causa per una nuova valutazione basata su questo principio, fondamentale per determinare il corretto valore doganale.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Valore Doganale e Royalties: La Cassazione detta le Regole

La determinazione del corretto valore doganale è uno degli aspetti più complessi e delicati del commercio internazionale. Da esso dipendono l’ammontare dei dazi e dell’IVA all’importazione. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 32599 del 2024, ha fornito chiarimenti cruciali su un tema spesso controverso: l’inclusione delle royalties nel calcolo di tale valore. La Corte ha stabilito che i corrispettivi pagati per l’uso di un marchio devono essere aggiunti al prezzo delle merci quando il titolare del marchio esercita un controllo, anche indiretto, sul processo produttivo.

I Fatti del Caso

Il caso ha visto contrapposte l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e diverse società operanti nell’importazione e distribuzione di prodotti di abbigliamento di un noto marchio. L’Agenzia contestava il mancato inserimento, nel valore dichiarato in dogana, delle royalties che la società importatrice italiana versava a una consociata estera, titolare dei diritti di licenza del marchio. Secondo l’Agenzia, tale pagamento costituiva una ‘condizione di vendita’ delle merci importate e, pertanto, doveva concorrere a formare la base imponibile per dazi e IVA. Le commissioni tributarie di primo e secondo grado avevano dato ragione alle società, escludendo che le royalties fossero legate alla vendita delle merci.

L’Importanza del Valore Doganale e la Normativa Europea

Il Codice Doganale dell’Unione (Reg. UE 952/2013) stabilisce che il valore in dogana è, di norma, il ‘valore di transazione’, ossia il prezzo effettivamente pagato o da pagare per le merci. Tuttavia, a questo prezzo devono essere aggiunti alcuni elementi, tra cui ‘i corrispettivi e i diritti di licenza relativi alle merci da valutare’, che l’acquirente è tenuto a pagare come condizione per la vendita. La questione centrale è, quindi, definire quando il pagamento di una royalty diventi una ‘condizione di vendita’.

La Decisione della Cassazione sul Valore Doganale e le Royalties

La Corte di Cassazione ha ribaltato le decisioni precedenti, accogliendo il ricorso dell’Agenzia delle Dogane. I giudici hanno chiarito che, con la nuova normativa doganale europea, non è più indispensabile un collegamento diretto tra chi vende la merce e chi riceve le royalties. Ciò che conta è la sostanza economica dell’operazione. Il criterio decisivo è capire se l’acquirente avrebbe potuto comprare le merci senza pagare le royalties.

Le motivazioni

La Suprema Corte ha fondato la sua decisione su un’interpretazione estensiva del concetto di ‘controllo’ esercitato dal licenziante. Questo controllo non si limita a un potere gestionale diretto sul produttore, ma può manifestarsi in forme più ampie e indirette. Nel caso specifico, le facoltà contrattuali riconosciute al titolare del marchio, come l’imposizione di standard qualitativi, il controllo sulla filiera produttiva e distributiva, e la tutela dell’immagine del brand, sono state considerate elementi sufficienti a dimostrare un potere di ‘orientamento’ sull’attività del produttore.

I giudici hanno spiegato che tali poteri, finalizzati a preservare il valore commerciale del marchio, legano indissolubilmente la produzione e la vendita delle merci al pagamento della licenza. La stessa possibilità di risolvere il contratto di licenza in caso di mancato pagamento delle royalties è stata vista come una prova che la vendita non sarebbe avvenuta senza tale corrispettivo. La Corte ha quindi ritenuto errata la valutazione dei giudici di merito, che si erano limitati a un controllo meramente formale, senza analizzare l’impatto sostanziale del contratto di licenza sull’intera operazione commerciale. Il controllo sulla qualità non è un mero dettaglio, ma un elemento che incide sul ciclo di produzione e, di conseguenza, sul valore stesso del bene.

Conclusioni

La sentenza stabilisce un principio di diritto di grande rilevanza pratica: per determinare il valore doganale, occorre esaminare tutte le circostanze della vendita e dell’importazione, inclusi i contratti di licenza, per accertare se esista un potere di controllo del licenziante, di diritto o di fatto, che incida sul ciclo di produzione. Se tale controllo esiste, anche se non investe la totalità delle attività del soggetto controllato, le royalties devono essere considerate una condizione di vendita e incluse nel valore imponibile.

Questa pronuncia impone alle aziende importatrici, specialmente quelle che operano in franchising o con licenze di marchio, una maggiore attenzione nella strutturazione dei loro rapporti contrattuali e nella dichiarazione del valore delle merci. L’analisi non può essere formale, ma deve guardare alla sostanza economica dei legami tra produttore, licenziante e importatore, per evitare future contestazioni da parte delle autorità doganali.

Quando le royalties devono essere incluse nel valore doganale delle merci importate?
Le royalties devono essere incluse nel valore doganale quando il loro pagamento costituisce una ‘condizione di vendita’ delle merci. Ciò si verifica, secondo la Corte, quando il titolare della licenza esercita un potere di controllo, anche indiretto, sul produttore o sull’importatore, tale da subordinare la vendita delle merci al versamento delle royalties stesse.

È necessario un collegamento diretto tra il venditore della merce e il titolare della licenza affinché le royalties siano tassabili?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che, secondo la normativa del Codice Doganale dell’Unione, un collegamento contrattuale diretto tra il venditore e il licenziante non è più un requisito indispensabile. L’analisi deve concentrarsi sulla sostanza dell’operazione e verificare se, di fatto, l’acquisto delle merci sia vincolato al pagamento della licenza.

Una precedente sentenza favorevole su operazioni simili impedisce all’Agenzia delle Dogane di fare nuove contestazioni?
No. La Corte ha rigettato l’eccezione di ‘giudicato esterno’, spiegando che in materia doganale ogni singola operazione di importazione costituisce un fatto generatore d’imposta distinto. Pertanto, una decisione su una specifica bolletta doganale non preclude all’amministrazione di contestare operazioni diverse, anche se basate sullo stesso schema contrattuale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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