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Utili extracontabili socio: nullo se annullato l’avviso

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 20268/2024, ha stabilito che l’accertamento fiscale per utili extracontabili socio di una società a ristretta base è nullo se l’avviso di accertamento presupposto, emesso nei confronti della società, viene annullato. Questo principio vale anche se l’annullamento avviene in autotutela da parte dell’Amministrazione Finanziaria, poiché viene a mancare l’antecedente logico-giuridico indispensabile per la presunzione di distribuzione dei dividendi.

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Pubblicato il 5 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Utili extracontabili socio: nullo l’avviso se cade l’accertamento sulla società

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito un principio fondamentale in materia di accertamenti fiscali verso le società a ristretta base e i loro membri. La questione centrale riguarda la validità dell’avviso di accertamento per utili extracontabili socio quando l’atto impositivo principale, quello rivolto alla società, viene annullato. La risposta della Corte è netta: l’accertamento verso il socio non può sopravvivere.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da un avviso di accertamento notificato dall’Agenzia delle Entrate a un contribuente, socio al 60% di una società a responsabilità limitata a base ristretta. L’amministrazione finanziaria contestava la mancata dichiarazione di redditi di capitale, presumendo che la società avesse distribuito utili non contabilizzati (i cosiddetti utili extracontabili) in proporzione alla sua quota di partecipazione.

Successivamente, però, accadeva un fatto decisivo: l’Agenzia delle Entrate, in via di autotutela, annullava l’accertamento emesso nei confronti della società. La ragione di tale annullamento risiedeva nel riconoscimento che le ingenti perdite pregresse dell’azienda, correttamente computate, azzeravano di fatto gli utili extracontabili contestati.

Nonostante l’annullamento dell’atto presupposto, il contenzioso nei confronti del socio proseguiva, fino ad arrivare dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, confermando la nullità dell’avviso di accertamento emesso nei confronti del socio. I giudici hanno chiarito che l’accertamento degli utili societari costituisce un ‘indispensabile antecedente logico-giuridico’ rispetto a quello rivolto al singolo socio.

Se l’atto principale, che accerta l’esistenza stessa degli utili da distribuire, viene meno, crolla l’intero impianto presuntivo su cui si fonda la pretesa fiscale verso il partecipante. Non è possibile, infatti, presumere la distribuzione di utili la cui esistenza è stata formalmente negata dalla stessa Amministrazione Finanziaria.

Le Motivazioni: Il Principio dell’Antecedente Logico-Giuridico sugli utili extracontabili socio

Il cuore della motivazione risiede nel concetto di presupposizione. La giurisprudenza costante della Corte di Cassazione riconosce che l’accertamento tributario nei confronti delle società di capitali a base ristretta, relativo a utili extracontabili, e quello conseguente nei confronti dei soci, promanano da un unico atto amministrativo. Esiste un legame indissolubile tra i due.

L’annullamento dell’accertamento societario, sia esso pronunciato da un giudice o, come in questo caso, disposto in autotutela dalla stessa Agenzia, ha l’effetto di rimuovere la base giuridica della pretesa verso il socio. La presunzione di distribuzione di dividendi al socio si basa sull’esistenza di utili accertati in capo alla società. Se questi utili vengono azzerati, la presunzione non ha più alcun fondamento.

La Corte ha quindi cristallizzato il seguente principio di diritto: “in tema di società a ristretta base, l’annullamento in autotutela dell’accertamento ai fini Ires degli utili extracontabili della società, nella specie azzerati dal computo delle perdite pregresse, esclude che possa operare una presunzione di distribuzione di tali utili al socio, con conseguente incremento ai fini Irpef dei suoi redditi di capitale in ragione della partecipazione detenuta nella società“.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza consolida una garanzia fondamentale per i contribuenti, in particolare per i soci di società a ristretta compagine sociale. Essa chiarisce che la difesa del socio non è separata da quella della società, ma strettamente interconnessa. Qualsiasi vizio che porti all’annullamento dell’accertamento societario si riflette automaticamente sull’atto emesso nei confronti del socio, rendendolo illegittimo.

L’insegnamento pratico è chiaro: per contestare un avviso di accertamento per utili extracontabili socio, è cruciale attaccare in primo luogo l’atto presupposto notificato alla società. Se quest’ultimo viene annullato, anche la pretesa verso il socio è destinata a cadere, poiché privata del suo fondamento logico e giuridico.

L’accertamento per utili extracontabili verso un socio è valido se quello verso la società è stato annullato?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’annullamento dell’accertamento fiscale nei confronti della società fa venir meno il presupposto logico-giuridico per l’accertamento nei confronti del socio, rendendolo nullo.

Cosa si intende per ‘antecedente logico-giuridico’ in questo contesto?
Si intende che l’accertamento degli utili extracontabili in capo alla società è un atto indispensabile e preliminare. Senza la validità di questo primo atto, non può esistere una presunzione legale di distribuzione di tali utili ai soci.

L’annullamento in autotutela da parte dell’Agenzia delle Entrate ha lo stesso effetto di una sentenza del giudice?
Sì, ai fini della validità dell’accertamento al socio. La Corte ha chiarito che l’annullamento dell’atto presupposto, indipendentemente dal fatto che avvenga per decisione autonoma dell’amministrazione (autotutela) o per ordine di un giudice, elimina la base giuridica per l’atto conseguente emesso nei confronti del socio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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