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Utili extracontabili: l’accertamento al socio è valido

La Corte di Cassazione ha stabilito che l’accertamento fiscale per utili extracontabili notificato al socio di una società a ristretta base partecipativa è legittimo, anche qualora l’analogo avviso di accertamento nei confronti della società sia stato annullato per un vizio procedurale, come la notifica dopo la sua estinzione. La presunzione di distribuzione dei profitti al socio rimane valida e spetta a quest’ultimo fornire la prova contraria.

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Pubblicato il 5 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Utili Extracontabili: L’Accertamento Fiscale al Socio Resta Valido Anche se l’Atto alla Società è Nullo

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale per i soci di società a responsabilità limitata: la tassazione degli utili extracontabili. La decisione chiarisce che l’accertamento fiscale nei confronti del socio può essere legittimo anche quando l’atto presupposto, ovvero l’accertamento nei confronti della società, è viziato da nullità procedurale. Questo principio rafforza la posizione dell’Amministrazione Finanziaria nei casi di evasione realizzati tramite società a ristretta base partecipativa.

I Fatti del Caso: Una Società Estinta e un Accertamento Controverso

Il caso nasce da un avviso di accertamento emesso dall’Agenzia delle Entrate nei confronti di una società a responsabilità limitata, con cui veniva contestato un maggior reddito d’impresa per l’anno 2011, derivante da ricavi non dichiarati per oltre 11 milioni di euro. Successivamente, l’Agenzia notificava un secondo avviso di accertamento a una socia della stessa società, imputandole una quota di quegli utili non dichiarati, sulla base della presunzione di distribuzione in società a ristretta base.

La contribuente impugnava l’atto, sostenendo un argomento apparentemente solido: l’avviso di accertamento notificato alla società era invalido, poiché era stato inviato dopo che la società era stata cancellata dal registro delle imprese e, quindi, si era legalmente estinta. Di conseguenza, secondo la tesi difensiva, anche l’atto emesso nei suoi confronti doveva essere considerato nullo, in quanto fondato su un presupposto giuridicamente inesistente.

La Questione Giuridica e gli utili extracontabili

La questione centrale sottoposta alla Corte di Cassazione è la seguente: l’invalidità procedurale dell’accertamento notificato a una società estinta è sufficiente a rendere nullo anche l’accertamento emesso nei confronti del socio per la sua quota di utili extracontabili?

I giudici di merito, sia in primo che in secondo grado, avevano dato torto alla contribuente, confermando la validità dell’accertamento personale. La Corte di Cassazione è stata chiamata a fare chiarezza definitiva sul rapporto tra i due atti impositivi e sulla tenuta della presunzione di distribuzione degli utili in un contesto così peculiare.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso della contribuente, confermando la legittimità dell’operato dell’Agenzia delle Entrate, attraverso un’articolata motivazione.

Il punto cruciale della decisione risiede nella distinzione tra nullità per vizi di merito e nullità per vizi procedurali. La Corte spiega che solo un annullamento dell’accertamento societario nel merito (ad esempio, se un giudice avesse accertato l’insussistenza dei maggiori ricavi) avrebbe un effetto vincolante e preclusivo anche per il socio. In tal caso, venendo meno il presupposto stesso dell’esistenza di utili da distribuire, l’accertamento al socio cadrebbe di conseguenza.

Al contrario, un’invalidità di carattere puramente procedurale, come la notifica a un soggetto giuridicamente estinto, non incide sull’esistenza del debito tributario. Semplicemente, rende l’atto non opponibile alla società estinta. Tuttavia, ciò non impedisce all’Amministrazione Finanziaria di agire direttamente nei confronti del socio, basandosi sulla presunzione che gli utili extracontabili prodotti dalla società siano stati a lui distribuiti.

La Corte ha inoltre respinto la tesi della cosiddetta “doppia presunzione”. La difesa sosteneva che si stesse presumendo sia la produzione di utili sia la loro distribuzione. I giudici hanno chiarito che il meccanismo è diverso: il fatto noto da cui scaturisce la presunzione non è l’esistenza degli utili, ma la ristretta base societaria. È questa particolare struttura aziendale, caratterizzata da un numero esiguo di soci (spesso legati da vincoli familiari) e da un forte controllo reciproco, a far presumere che qualsiasi utile occulto venga distribuito. Spetta poi al socio fornire la prova contraria, dimostrando che tali somme sono state reinvestite nell’azienda o accantonate.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

L’ordinanza in esame consolida un orientamento giurisprudenziale molto rigoroso per i soci di società a ristretta base. Le implicazioni pratiche sono significative:

1. Irrilevanza dei vizi procedurali dell’atto societario: I soci non possono fare affidamento su eventuali errori procedurali nell’accertamento notificato alla società per sperare di annullare l’atto emesso nei loro confronti.
2. Onere della prova a carico del socio: La presunzione di distribuzione degli utili è molto forte. È il socio che deve dimostrare attivamente, con prove concrete, che i maggiori redditi accertati in capo alla società non sono stati percepiti, ma sono rimasti nel patrimonio sociale.
3. Centralità della struttura societaria: La ristretta base partecipativa è l’elemento chiave che attiva la presunzione. Questo principio sottolinea la grande responsabilità che grava sui soci di queste realtà imprenditoriali, i quali sono considerati dall’ordinamento come diretti conoscitori e beneficiari della gestione aziendale, anche di quella occulta.

L’accertamento fiscale notificato a una società già cancellata dal registro delle imprese è valido?
No, la Corte conferma che l’avviso notificato a una società estinta è invalido, ma specifica che si tratta di un’invalidità di natura procedurale che non estingue il debito tributario sottostante.

Se l’accertamento alla società è invalido, anche l’accertamento al socio per utili extracontabili è automaticamente nullo?
No. La nullità meramente procedurale dell’atto societario non comporta l’automatica nullità dell’accertamento nei confronti del socio. Quest’ultimo si fonda sulla presunzione legale di distribuzione degli utili nelle società a ristretta base, che rimane in piedi.

Su cosa si fonda la presunzione di distribuzione di utili extracontabili ai soci?
La presunzione si fonda sul fatto noto della ‘ristretta base societaria’. Tale struttura, per la sua natura, implica un vincolo di solidarietà e controllo reciproco tra i soci, tale da far ritenere che essi siano a conoscenza e beneficiari degli eventuali utili non dichiarati dalla società.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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