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Utili extra bilancio: quando si presumono distribuiti?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 25559/2024, ha chiarito che la presunzione di distribuzione di utili extra bilancio ai soci di una società a ristretta base si applica anche quando il maggior reddito deriva da costi ritenuti indeducibili per mancanza di documentazione. La Corte ha specificato che non vi è differenza, ai fini di tale presunzione, tra l’accertamento di maggiori ricavi e la ripresa a tassazione di costi indeducibili, poiché entrambi generano un maggior utile che si presume distribuito. La sentenza di merito, che aveva escluso la presunzione, è stata cassata con rinvio.

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Pubblicato il 19 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Utili extra bilancio: anche i costi indeducibili fanno scattare la presunzione di distribuzione

La recente ordinanza della Corte di Cassazione n. 25559 del 24 settembre 2024 affronta un tema cruciale per le società a ristretta base: la presunzione di distribuzione degli utili extra bilancio. Il principio affermato è chiaro: anche quando il maggior reddito della società deriva da costi reali ma indeducibili per mancanza di documentazione, si presume che tali utili siano stati distribuiti ai soci. Questa decisione consolida un orientamento giurisprudenziale rigoroso, sottolineando l’importanza di una contabilità impeccabile.

I Fatti del Caso

Una società a responsabilità limitata subiva un accertamento fiscale per l’anno 2006. L’Agenzia delle Entrate, a causa della mancata esibizione della documentazione contabile, disconosceva la totalità dei costi sostenuti, rideterminando un reddito d’impresa notevolmente superiore. Di conseguenza, l’Amministrazione notificava un avviso di accertamento anche al socio di maggioranza (detentore del 98% del capitale), imputandogli un maggior reddito di capitale pari alla sua quota degli utili societari così accertati.

Il socio impugnava l’atto, sostenendo che la presunzione di distribuzione degli utili non potesse operare, poiché il maggior reddito della società non derivava da ricavi occulti, ma dal recupero di costi effettivamente sostenuti, sebbene non documentati. La Commissione Tributaria Regionale accoglieva la sua tesi, ritenendo che il maggior utile fosse solo ‘apparente’ e non frutto di una reale maggiore ricchezza da distribuire.

La Decisione della Corte di Cassazione

L’Agenzia delle Entrate ricorreva in Cassazione, e la Suprema Corte ha ribaltato la decisione di secondo grado, accogliendo il motivo di ricorso dell’Agenzia. La Corte ha stabilito che la Commissione Tributaria Regionale aveva errato nel distinguere tra maggiori ricavi e costi indeducibili ai fini dell’applicazione della presunzione.

La sentenza impugnata è stata quindi cassata, e la causa è stata rinviata alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado per un nuovo esame, che dovrà attenersi al principio di diritto enunciato dalla Cassazione.

Le motivazioni della Cassazione sugli utili extra bilancio

La Corte ha ribadito un principio consolidato: nelle società di capitali a ristretta base partecipativa, la ristrettezza dell’assetto societario implica un vincolo di solidarietà e un reciproco controllo dei soci nella gestione. Questo giustifica la presunzione legale secondo cui eventuali utili extra bilancio accertati siano stati distribuiti ai soci in proporzione alle loro quote.

Il punto centrale della motivazione risiede nell’irrilevanza della causa che ha generato il maggior reddito imponibile. Che si tratti di costi fittizi, inesistenti o, come nel caso di specie, di costi effettivamente sostenuti ma fiscalmente indeducibili (ad esempio per mancanza di documentazione), il risultato non cambia. In ogni caso, si determina un incremento dell’imponibile e si genera un maggior utile non contabilizzato.

La Cassazione chiarisce che anche l’indeducibilità di costi realmente sostenuti comporta un ‘risparmio’ di imposta che si traduce in una maggiore disponibilità finanziaria per la società, la quale si presume venga attribuita ai soci. Eliminare le poste indeducibili dal passivo del conto economico, a parità di ricavi, produce inevitabilmente un aumento del reddito d’impresa. Questo maggior reddito, in una compagine sociale ristretta, si presume distribuito.

Spetta al contribuente fornire la prova contraria, dimostrando che tali maggiori disponibilità non sono state distribuite ma, ad esempio, accantonate come riserve o reinvestite nell’attività aziendale. Nel caso in esame, tale prova non era stata fornita.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza rafforza un importante monito per amministratori e soci di società a ristretta base: la tenuta di una contabilità precisa e completa è fondamentale non solo per la società, ma anche per proteggere i soci da accertamenti fiscali personali. La presunzione di distribuzione degli utili extra bilancio è uno strumento potente nelle mani del Fisco, e superarla richiede una prova rigorosa e documentata.

La decisione sottolinea che qualsiasi anomalia contabile che porti a un maggior reddito imponibile per la società può avere dirette conseguenze fiscali sui soci. Pertanto, la massima diligenza nella documentazione di ogni costo e nella corretta redazione del bilancio è l’unica via per evitare contestazioni e l’applicazione di presunzioni difficili da contrastare.

La presunzione di distribuzione di utili extra bilancio si applica solo in caso di ricavi non dichiarati?
No, la Corte di Cassazione ha chiarito che la presunzione si applica indipendentemente dalla causa che genera il maggior reddito. Opera sia in caso di maggiori ricavi non contabilizzati, sia in caso di costi indeducibili, anche se effettivamente sostenuti.

Perché nelle società a ristretta base si presume la distribuzione degli utili non dichiarati?
Si presume perché il numero limitato di soci, spesso legati da vincoli personali, implica un forte controllo reciproco sulla gestione sociale. Questa caratteristica rende probabile che qualsiasi vantaggio economico non ufficiale della società venga diviso tra i soci stessi.

Come può un socio difendersi dalla presunzione di aver ricevuto utili extra bilancio?
Il socio deve fornire la prova contraria. Deve dimostrare, con elementi concreti, che i maggiori utili accertati in capo alla società non sono stati distribuiti, ma sono stati invece accantonati, reinvestiti nell’azienda o utilizzati per altri scopi sociali documentabili.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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