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Triangolazione IVA: Cassazione rinvia alla pubblica udienza

In un caso di Triangolazione IVA, l’Agenzia Fiscale ha contestato la non imponibilità di una cessione tra due soggetti italiani destinata all’esportazione. La Commissione Tributaria Regionale ha dato ragione all’ente impositore. La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ha ritenuto la questione di tale complessità e rilevanza da richiedere una trattazione in pubblica udienza, rinviando la decisione finale. La Corte ha sottolineato il valore della controversia e la necessità di un’analisi approfondita per la sua potenziale valenza nomofilattica.

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Pubblicato il 4 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Triangolazione IVA all’esportazione: la Cassazione si riserva la decisione

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza interlocutoria, ha scelto di non decidere immediatamente un complesso caso in materia di Triangolazione IVA, rinviando la trattazione a una pubblica udienza. Questa decisione, apparentemente procedurale, segnala l’elevata importanza e la complessità giuridica della questione, che potrebbe portare a un principio di diritto di portata generale per tutte le imprese che operano con l’estero.

I Fatti di Causa

Una società manifatturiera italiana si è vista notificare un avviso di accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate per l’anno d’imposta 2009. L’amministrazione finanziaria contestava l’applicazione del regime di non imponibilità IVA a una serie di operazioni qualificate dalla società come triangolazioni all’esportazione.

Nello specifico, la società aveva ceduto beni a un’altra azienda italiana (prima cessionaria), la quale a sua volta li avrebbe destinati a un cliente finale in Vietnam. Secondo il Fisco, queste operazioni non rispettavano i requisiti previsti dalla legge per la Triangolazione IVA e dovevano essere riqualificate come cessioni interne, soggette quindi all’imposta sul valore aggiunto. L’importo contestato era notevole: un’IVA non versata di oltre 3,7 milioni di euro su un imponibile di circa 18,5 milioni, a cui si aggiungevano sanzioni per oltre 4,6 milioni.

La “Teoria della Volontà” nel Giudizio d’Appello

Mentre in primo grado la Commissione Tributaria Provinciale aveva respinto il ricorso della società, la Commissione Tributaria Regionale (CTR) aveva accolto l’appello dell’Agenzia delle Entrate. I giudici d’appello si erano basati sulla cosiddetta “teoria della volontà”, sostenendo che fosse provata l’intenzione originaria delle parti di realizzare una cessione tra operatori nazionali, con il solo scopo finale dell’esportazione. La CTR aveva ritenuto irrilevante la “teoria del trasporto” e l’eventuale interruzione nel flusso logistico dei beni, concentrandosi sull’intento negoziale per qualificare l’operazione come imponibile.

Il Rinvio alla Pubblica Udienza: una questione rilevante sulla Triangolazione IVA

Contro la sentenza della CTR, l’Amministrazione Finanziaria ha proposto ricorso per cassazione. La Suprema Corte, investita della questione, ha emesso un’ordinanza interlocutoria. Non si tratta di una decisione sul merito della controversia, ma di un atto che ne determina il percorso processuale. Il Collegio ha deciso di non risolvere il caso nella camera di consiglio (procedura più snella), ma di rinviarlo alla pubblica udienza, un’assise riservata alle questioni di maggiore importanza.

Le Motivazioni dell’Ordinanza Interlocutoria

La Corte ha motivato la sua scelta evidenziando due fattori cruciali: l’elevato valore economico della controversia e, soprattutto, la complessità della fattispecie. La questione di diritto sollevata è stata giudicata di “particolare rilevanza, anche nomofilattica”. Ciò significa che la decisione finale non influenzerà solo le sorti delle parti in causa, ma è destinata a diventare un punto di riferimento per la corretta interpretazione delle norme sulla Triangolazione IVA, fornendo una guida a giudici e operatori del settore.

Conclusioni: Cosa Significa questo Rinvio?

Il rinvio alla pubblica udienza non è un dettaglio tecnico, ma un segnale forte. La Corte di Cassazione riconosce che i criteri per distinguere una lecita operazione di Triangolazione IVA non imponibile da una cessione interna imponibile necessitano di un chiarimento autorevole. Le imprese che effettuano esportazioni tramite intermediari nazionali dovranno attendere la sentenza definitiva, che promette di fare luce sui requisiti sostanziali, come l’intento delle parti e l’unicità del trasporto, per poter beneficiare del regime di non imponibilità. La decisione finale avrà un impatto significativo sulla pianificazione fiscale e sulla gestione delle operazioni commerciali internazionali.

Qual è la questione giuridica centrale del caso?
La questione principale è stabilire i corretti criteri per qualificare un’operazione come ‘triangolazione all’esportazione’ non imponibile ai fini IVA, in particolare se debba prevalere l’intento originario delle parti (‘teoria della volontà’) o le modalità concrete di trasporto dei beni (‘teoria del trasporto’).

Perché la Corte di Cassazione ha rinviato la decisione a una pubblica udienza?
La Corte ha ritenuto che il caso presentasse una notevole complessità giuridica e un alto valore economico. Soprattutto, ha riconosciuto che la questione ha una ‘rilevanza nomofilattica’, cioè la sua risoluzione è importante per garantire un’interpretazione uniforme della legge in casi futuri, rendendo necessaria una trattazione più approfondita in pubblica udienza.

Cosa ha deciso la Corte con questa ordinanza?
La Corte non ha deciso nel merito della controversia, quindi non ha stabilito se l’operazione fosse imponibile o meno. Con questa ordinanza interlocutoria, ha semplicemente disposto che il caso, data la sua importanza, venga discusso in una pubblica udienza anziché essere deciso con la procedura più rapida della camera di consiglio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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