LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Transfer pricing IRAP: la retroattività è legittima

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 5913/2025, ha stabilito la piena legittimità dell’applicazione retroattiva delle regole sul transfer pricing IRAP. Il caso vedeva contrapposta l’Agenzia delle Entrate a una società per accertamenti relativi agli anni 2008 e 2009. La Corte ha chiarito che la Legge n. 147/2013 non ha introdotto una nuova norma, ma ha fornito un’interpretazione autentica, confermando che la disciplina sui prezzi di trasferimento si è sempre applicata ai fini IRAP, anche dopo la riforma del 2007. Di conseguenza, gli avvisi di accertamento emessi prima del 2013 sono stati ritenuti validi.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 12 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Transfer pricing IRAP: La Cassazione conferma la retroattività della disciplina

Con una recente sentenza, la Corte di Cassazione ha messo un punto fermo su una questione a lungo dibattuta: l’applicazione delle regole sul transfer pricing IRAP. La decisione chiarisce in via definitiva la natura retroattiva della normativa, confermando la validità degli accertamenti fiscali anche per periodi d’imposta precedenti all’intervento legislativo del 2013. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante pronuncia.

La vicenda: accertamenti IRAP e la questione del transfer pricing

Il caso trae origine da alcuni avvisi di accertamento emessi nel 2012 dall’Agenzia delle Entrate nei confronti di una società di capitali. L’amministrazione finanziaria contestava un’omessa applicazione della disciplina sui prezzi di trasferimento (il cosiddetto “transfer pricing”, normato dall’art. 110, comma 7, del TUIR) per le annualità 2008 e 2009. In pratica, secondo il Fisco, la società aveva condotto transazioni con sue controllate estere senza applicare il “valore normale”, influenzando così la base imponibile ai fini IRAP.

La controversia nasceva da un dubbio interpretativo generato dalla Legge n. 244/2007, la quale aveva introdotto il principio di “derivazione diretta” della base imponibile IRAP dal bilancio civilistico. Secondo la società contribuente, questa riforma aveva reso inapplicabile la normativa speciale sul transfer pricing, che si basa su un concetto di valore (il “valore normale”) non direttamente desumibile dal bilancio.

L’intervento del legislatore e il ruolo della Legge 147/2013

Per dirimere le incertezze, il legislatore è intervenuto con la Legge di Stabilità per il 2014 (L. n. 147/2013). L’art. 1, comma 281, di tale legge ha stabilito che la disciplina del transfer pricing “deve intendersi applicabile” alla determinazione del valore della produzione netta ai fini IRAP anche per i periodi d’imposta successivi al 31 dicembre 2007.

Il cuore del problema si è quindi spostato sulla natura di questa disposizione: si trattava di una nuova legge, con efficacia solo per il futuro, o di una norma di interpretazione autentica, capace di spiegare la portata della normativa originaria con effetto retroattivo?

La decisione della Cassazione sulla retroattività del transfer pricing IRAP

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente la tesi dell’Agenzia delle Entrate, qualificando la norma del 2013 come una legge di interpretazione autentica.

La natura della norma di interpretazione autentica

I giudici hanno sottolineato che una norma è interpretativa quando, senza modificare il testo di una legge precedente, ne chiarisce il significato, privilegiando una delle possibili letture. La locuzione “deve intendersi applicabile” è stata ritenuta un’espressione chiara dell’intento del legislatore di fornire la corretta lettura della disciplina preesistente, non di crearne una nuova.

Questo significa che la norma del 2013 ha effetto retroattivo, perché non innova l’ordinamento ma si limita a esplicitare quale fosse fin dall’inizio la volontà del legislatore (voluntas legis). Di conseguenza, le regole sul transfer pricing si sono sempre applicate all’IRAP, anche nel periodo tra il 2008 e il 2013.

Validità degli atti impositivi

Una diretta conseguenza di questa impostazione è la piena validità degli avvisi di accertamento emessi prima del 2013. Come affermato dalla Corte, tali atti non vengono “sanati” a posteriori, ma risultano legittimi fin dall’origine, poiché erano già conformi alla corretta interpretazione della legge. L’unico limite alla retroattività, in questi casi, è rappresentato dai diritti quesiti, ovvero le situazioni giuridiche già definite e non più contestabili, cosa che non si applica a un rapporto tributario ancora oggetto di controversia.

Le motivazioni della Corte

La Corte ha motivato la sua decisione evidenziando che l’intervento del legislatore nel 2013 era volto a superare le incertezze applicative sorte a seguito della riforma del 2007. L’adozione del principio di derivazione dal bilancio non aveva comportato un’abrogazione implicita delle norme sul valore normale, le quali mantengono una valenza sostanziale per tutti i comparti impositivi. La norma interpretativa ha quindi confermato la perdurante validità della valutazione a valore normale per le transazioni infragruppo ai fini IRAP. La Corte ha inoltre escluso profili di incostituzionalità, ritenendo la retroattività ragionevole e non lesiva della libertà di iniziativa economica, in quanto applicabile a rapporti ancora pendenti e non a situazioni già esaurite.

Le conclusioni

La sentenza consolida un orientamento giurisprudenziale fondamentale per le imprese che operano in contesti multinazionali. Viene affermato con chiarezza che l’obbligo di rispettare il principio del valore normale nelle transazioni infragruppo si estende anche alla determinazione della base imponibile IRAP, con piena efficacia retroattiva. Le aziende devono quindi porre la massima attenzione alla compliance in materia di transfer pricing non solo per le imposte dirette (IRES), ma anche per l’imposta regionale, essendo consapevoli che l’amministrazione finanziaria può legittimamente contestare le violazioni anche per gli anni passati.

La disciplina del transfer pricing si applica ai fini IRAP per gli anni d’imposta 2008 e 2009?
Sì, la Corte di Cassazione ha stabilito che la disciplina del transfer pricing (art. 110, comma 7, TUIR) è applicabile ai fini della determinazione della base imponibile IRAP anche per i periodi d’imposta successivi al 31 dicembre 2007.

La Legge n. 147/2013 ha introdotto una nuova regola o ha solo chiarito una norma esistente?
Secondo la sentenza, la Legge n. 147/2013 è una norma di interpretazione autentica. Non ha introdotto una nuova disciplina, ma ha chiarito con efficacia retroattiva che le regole sul transfer pricing erano sempre applicabili all’IRAP, anche dopo la riforma del 2007.

Un atto di accertamento emesso prima della legge interpretativa del 2013 è valido?
Sì. La Corte afferma che, poiché la legge del 2013 ha natura interpretativa, essa non “sana” atti impositivi precedenti, ma conferma che essi erano validi fin dall’origine, in quanto conformi alla corretta interpretazione della normativa (la voluntas legis).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati