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Transfer pricing: il metodo TNMM è legittimo?

La Corte di Cassazione ha esaminato un caso di transfer pricing, stabilendo che i giudici di merito devono verificare l’adeguatezza del metodo TNMM (margine netto della transazione) utilizzato dal contribuente per la determinazione dei prezzi infragruppo. La Corte ha cassato la sentenza di secondo grado per non aver condotto tale analisi, rinviando la causa per una nuova valutazione. Ha inoltre annullato la decisione sui costi da paesi ‘black list’ per motivazione apparente.

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Pubblicato il 28 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Transfer Pricing: la Cassazione chiarisce l’uso del metodo TNMM

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 2853 del 2024, offre importanti chiarimenti sulla disciplina del transfer pricing, ovvero la determinazione dei prezzi nelle transazioni tra società di uno stesso gruppo multinazionale. La Corte ha stabilito che la scelta del metodo di calcolo, come il Transactional Net Margin Method (TNMM), non è una questione secondaria, ma un elemento centrale che i giudici di merito devono analizzare approfonditamente. Esaminiamo i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti del Caso: Prezzi Infragruppo e Costi Black List

Una società italiana, parte di un gruppo internazionale, era stata oggetto di accertamenti fiscali da parte dell’Amministrazione Finanziaria per gli anni 2009 e 2010. Le contestazioni si concentravano su due punti principali:

1. Operazioni infragruppo: La società aveva utilizzato il metodo TNMM (margine netto della transazione) per rettificare i prezzi di vendita di beni a una consociata inglese. Questa rettifica aveva portato all’emissione di note di credito, riducendo i ricavi e, di conseguenza, il reddito imponibile in Italia. L’Amministrazione Finanziaria contestava l’uso di questo metodo, sostenendo che avrebbe dovuto essere applicato un altro sistema (il metodo CUP) che avrebbe comportato un maggior reddito per la società italiana.
2. Costi ‘black list’: L’Amministrazione contestava anche la deducibilità di costi derivanti da operazioni con società situate in Paesi a fiscalità privilegiata (Hong Kong e Svizzera).

La Commissione Tributaria Regionale aveva dato ragione all’Amministrazione Finanziaria, spingendo la società a ricorrere in Cassazione.

L’Analisi della Corte sul Transfer Pricing e il Metodo TNMM

La Corte di Cassazione ha accolto i motivi di ricorso della società relativi al transfer pricing. I giudici supremi hanno criticato la sentenza di secondo grado per aver erroneamente considerato la scelta del metodo di calcolo come un mero “posterius”, cioè una questione successiva e meno importante rispetto all’esistenza stessa di una presunta elusione fiscale.

Secondo la Cassazione, la normativa sul transfer pricing è finalizzata a reprimere lo spostamento di imponibile fiscale e impone di valutare se le transazioni infragruppo siano avvenute al “valore normale”, cioè a condizioni di mercato. Per fare ciò, la scelta del metodo più appropriato (come il TNMM, ampiamente riconosciuto dalle linee guida OCSE) è fondamentale.

La Corte ha ribadito che il giudice di merito ha il dovere di condurre una verifica approfondita sull’adeguatezza del metodo scelto dal contribuente, esaminando i presupposti di comparabilità e affidabilità dei dati utilizzati. Liquidare la questione come irrilevante costituisce un errore di diritto che invalida la decisione.

La Questione dei Costi da Paesi ‘Black List’

Su questo fronte, la decisione è stata diversa. La Cassazione ha accolto il ricorso incidentale dell’Amministrazione Finanziaria riguardo ai costi sostenuti con la società di Hong Kong. La Corte ha ritenuto che la motivazione dei giudici di secondo grado, che avevano permesso la deduzione di tali costi, fosse “meramente apparente”, ovvero insufficiente a far comprendere il percorso logico-giuridico seguito per arrivare a quella conclusione.

Riguardo alle sanzioni per i costi con la società svizzera, la Corte ha respinto il ricorso della società. Quest’ultima sosteneva l’applicazione retroattiva di una normativa più favorevole (principio del favor rei), ma la Cassazione ha chiarito che la legge stessa prevedeva una specifica disciplina transitoria che ne escludeva l’applicazione al passato.

Le Motivazioni della Cassazione

Il nucleo della decisione risiede nell’affermazione di un principio cruciale: nell’ambito del transfer pricing, la valutazione sull’applicabilità e correttezza di un metodo come il TNMM non può essere elusa. I giudici devono entrare nel merito tecnico della questione, verificando se il contribuente ha adempiuto al proprio onere probatorio nel dimostrare che i prezzi praticati erano conformi al valore di mercato. La Corte sottolinea come il TNMM sia uno strumento legittimo, previsto dalle pratiche internazionali, la cui applicazione richiede però un’attenta analisi fattuale. Erroneamente, il giudice di secondo grado aveva qualificato questa analisi come secondaria, partendo da un “sospetto” di distorsione reddituale senza prima verificare la correttezza tecnica dell’operato della società. Per quanto riguarda i costi black list, la sentenza ribadisce il rigore necessario nella motivazione delle decisioni, che non può limitarsi a formule generiche ma deve dare conto delle ragioni specifiche che giustificano l’accoglimento o il rigetto delle prove fornite dalle parti. Infine, in materia di sanzioni, la Corte conferma che il principio del favor rei non è assoluto e può essere derogato da specifiche disposizioni di legge che regolano la successione delle norme nel tempo.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha cassato la sentenza impugnata, rinviando la causa a un’altra sezione della Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado. Il nuovo giudice dovrà riesaminare il caso attenendosi ai principi espressi: dovrà condurre una verifica fattuale completa sulla corretta applicazione del metodo TNMM per le operazioni di transfer pricing e dovrà motivare in modo non apparente la propria decisione sui costi relativi alle operazioni con la società di Hong Kong. Questa sentenza rafforza la tutela del contribuente che adotta metodologie conformi alle linee guida internazionali, imponendo al contempo ai giudici un esame rigoroso e approfondito delle questioni tecniche sottostanti.

Un’azienda può scegliere liberamente il metodo di transfer pricing da applicare, come il TNMM?
Sì, un’azienda può scegliere il metodo che ritiene più appropriato per determinare il valore normale delle transazioni infragruppo, incluso il TNMM. Tuttavia, deve essere in grado di dimostrare in giudizio, attraverso un’adeguata documentazione e analisi, che il metodo scelto è corretto e affidabile per la specifica transazione, rispettando i criteri di comparabilità indicati dalle normative e dalle linee guida internazionali.

La modifica legislativa che ha abolito la normativa sui costi ‘black list’ si applica retroattivamente alle sanzioni per violazioni precedenti?
No. Secondo la Corte, la legge che ha abrogato la disciplina sui costi da Paesi ‘black list’ conteneva specifiche disposizioni transitorie che ne limitavano l’applicazione ai periodi d’imposta successivi alla sua entrata in vigore. Pertanto, l’abrogazione non ha effetto retroattivo e non cancella le sanzioni per le violazioni commesse quando la vecchia normativa era in vigore.

Cosa significa ‘motivazione apparente’ in una sentenza e quali sono le conseguenze?
Una motivazione è ‘apparente’ quando, pur essendo presente graficamente, non permette di comprendere il percorso logico e giuridico seguito dal giudice per arrivare alla sua decisione. Si tratta di una motivazione generica, stereotipata o che non spiega perché siano state preferite certe prove ad altre. La conseguenza è la nullità della sentenza, che viene annullata con rinvio a un altro giudice per un nuovo esame del merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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