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TOSAP viadotti: quando è dovuta la tassa? Analisi

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 2270/2024, ha stabilito che la tassa per l’occupazione di suolo pubblico (TOSAP) è dovuta dalla società concessionaria per i viadotti autostradali che sovrastano aree comunali. L’occupazione è infatti attribuibile alla società che gestisce l’infrastruttura in autonomia economica e non allo Stato. Viene inoltre chiarito che una precedente sentenza favorevole su un’annualità diversa non costituisce un ‘giudicato esterno’ vincolante per gli anni successivi, in quanto l’interpretazione di una norma di diritto non lega i giudici futuri.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

TOSAP viadotti: la Cassazione conferma l’obbligo di pagamento per i concessionari

L’obbligo di pagamento della TOSAP per i viadotti autostradali è da tempo oggetto di contenzioso tra società concessionarie e comuni. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 2270 del 23 gennaio 2024, ha fornito chiarimenti decisivi, stabilendo che la tassa è dovuta e che l’occupazione del suolo pubblico è da imputare direttamente alla società di gestione e non allo Stato. Analizziamo nel dettaglio la vicenda e le importanti conclusioni della Suprema Corte.

I fatti di causa

Una società concessionaria autostradale ha impugnato un avviso di accertamento per il pagamento della TOSAP relativa all’anno 2012. L’imposta era richiesta da un Comune per l’occupazione dello spazio aereo soprastante il suolo pubblico da parte di alcuni viadotti autostradali.

La società concessionaria ha basato la sua difesa principalmente su un punto: l’esistenza di un precedente giudicato favorevole. Una sentenza del 2015, relativa all’annualità 2009, aveva infatti escluso il pagamento della tassa, sostenendo che l’occupazione fosse da attribuire allo Stato, in quanto proprietario dell’infrastruttura. Secondo la società, questa decisione avrebbe dovuto vincolare anche i giudizi successivi per le altre annualità.

Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale avevano però respinto le ragioni della società, portando il caso davanti alla Corte di Cassazione.

La decisione sul pagamento della TOSAP per i viadotti

La Corte di Cassazione ha rigettato integralmente il ricorso della società concessionaria, confermando la legittimità della pretesa impositiva del Comune. La decisione si fonda su due pilastri argomentativi: l’inapplicabilità del giudicato esterno e la corretta interpretazione dei presupposti della TOSAP.

Il principio del giudicato esterno e la sua inapplicabilità al caso di specie

La Corte ha smontato l’argomento principale della ricorrente, chiarendo la portata del cosiddetto ‘giudicato esterno’. I giudici hanno spiegato che una precedente sentenza, anche se tra le stesse parti, non crea un vincolo automatico per i giudizi futuri se l’oggetto della controversia riguarda l’interpretazione di norme giuridiche.

L’attività di interpretazione della legge è una funzione propria e libera di ogni giudice, non limitata da decisioni precedenti (a differenza di quanto avviene nei sistemi di stare decisis). Il giudicato vincola solo quando riguarda l’accertamento di fatti o situazioni giuridiche identiche, non la mera interpretazione di una norma. Di conseguenza, la sentenza favorevole del 2015 non poteva impedire al giudice del 2012 di valutare autonomamente la questione.

Le motivazioni

La Cassazione ha ribadito il suo orientamento consolidato in materia di TOSAP viadotti. Il presupposto per l’applicazione della tassa, ai sensi degli artt. 38 e 39 del D.Lgs. 507/1993, è l’occupazione di qualsiasi natura di spazi ed aree pubbliche, comprese quelle soprastanti, che comporti una sottrazione di tale superficie all’uso pubblico. La presenza di un viadotto autostradale, impedendo ad esempio l’utilizzazione edificatoria del fondo sottostante, costituisce a tutti gli effetti un’occupazione tassabile.

Il punto cruciale riguarda l’esenzione prevista per le occupazioni effettuate direttamente dallo Stato. Secondo la Corte, questa esenzione non si applica al concessionario autostradale. La società concessionaria, infatti, pur gestendo un’opera pubblica in forza di una concessione statale, agisce in piena autonomia economica e funzionale. È l’esecutrice della progettazione e realizzazione dell’opera, e ne sfrutta economicamente la gestione in cambio di un corrispettivo (il diritto di gestire l’infrastruttura).

L’occupazione, quindi, deve essere considerata ‘propria’ dell’ente concessionario e non dello Stato. La società non è un mero ‘sostituto’ dello Stato nello sfruttamento dei beni, ma un soggetto autonomo che trae profitto dalla gestione. Pertanto, è tenuta al pagamento della tassa.

Le conclusioni

L’ordinanza consolida un principio fondamentale: le società concessionarie autostradali sono i soggetti passivi della TOSAP per l’occupazione del suolo pubblico (anche aereo) causata dai viadotti. Questa decisione ha implicazioni pratiche significative per i bilanci dei Comuni e per le strategie fiscali delle società di gestione infrastrutturale. Viene inoltre riaffermato un importante principio processuale: l’interpretazione della legge resta una prerogativa del giudice di ogni singolo processo, e le sentenze precedenti, pur importanti, non creano un vincolo assoluto quando la questione è puramente giuridica.

Un concessionario autostradale deve pagare la TOSAP per i viadotti che sovrastano il suolo comunale?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, l’occupazione dello spazio soprastante il suolo pubblico da parte di un viadotto è un presupposto per l’applicazione della TOSAP e il soggetto tenuto al pagamento è la società concessionaria che gestisce l’infrastruttura.

Una sentenza favorevole su una passata annualità della TOSAP crea un vincolo per le annualità successive?
No. La Corte ha chiarito che una precedente sentenza che si è limitata a interpretare una norma giuridica non vincola il giudice di un processo successivo, anche se tra le stesse parti e per la stessa imposta ma per anni diversi. L’attività interpretativa delle norme è una funzione autonoma di ogni giudice.

Perché l’occupazione del suolo da parte di un viadotto non è considerata un’occupazione dello Stato e quindi esente da TOSAP?
Perché la società concessionaria, pur operando in base a una concessione statale, gestisce l’opera pubblica in piena autonomia economica e funzionale. L’occupazione è considerata propria della società, che è l’esecutrice e la beneficiaria economica della gestione, e non un’occupazione diretta dello Stato. Pertanto, l’esenzione non si applica.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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