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TOSAP Viadotti: No esenzione per le concessionarie

Una società concessionaria autostradale ha contestato un avviso di accertamento per la TOSAP relativa a viadotti che sovrastano strade comunali, sostenendo che lo spazio aereo fosse di proprietà statale e di avere diritto all’esenzione fiscale prevista per lo Stato. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando che l’occupazione del soprassuolo comunale è soggetta a tassazione. La Corte ha specificato che la concessionaria, in quanto soggetto economico privato che opera a scopo di lucro, non può beneficiare delle esenzioni riservate agli enti pubblici, e che la costruzione dei viadotti non trasferisce automaticamente la proprietà dello spazio aereo sottostante. La TOSAP viadotti è quindi pienamente dovuta.

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Pubblicato il 16 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

TOSAP Viadotti: La Cassazione Nega l’Esenzione alle Concessionarie Autostradali

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale in materia di tributi locali, stabilendo che le società private concessionarie di autostrade sono tenute al pagamento della Tassa per l’Occupazione di Spazi ed Aree Pubbliche (TOSAP) per i viadotti che sovrastano le strade comunali. La decisione chiarisce in modo definitivo che la natura di gestore di un servizio pubblico non conferisce automaticamente i privilegi fiscali riservati allo Stato. Analizziamo nel dettaglio questa importante pronuncia sulla TOSAP viadotti.

I Fatti di Causa: La Controversia sulla Tassa di Occupazione

Il caso ha origine da un avviso di accertamento emesso da un Comune campano nei confronti della principale società concessionaria della rete autostradale italiana. L’ente locale richiedeva il pagamento della TOSAP per l’anno 2016, a causa dell’occupazione del soprassuolo (lo spazio aereo) di alcune strade comunali da parte di imponenti viadotti autostradali.
La società concessionaria ha impugnato l’atto, sostenendo di non essere tenuta al pagamento, ma i suoi ricorsi sono stati respinti sia in primo che in secondo grado. La questione è così giunta all’esame della Corte di Cassazione.

I Motivi del Ricorso: Proprietà, Esenzione e Diritto UE

La società ricorrente ha basato la sua difesa su quattro argomentazioni principali:

1. Proprietà dello spazio occupato: Secondo la società, le aree sovrastanti le strade comunali, una volta interessate dalla costruzione dell’autostrada, non sarebbero più di competenza comunale ma rientrerebbero nel demanio statale, gestito dalla concessionaria stessa.
2. Mancanza di una concessione comunale: L’occupazione non deriva da un atto di concessione del Comune, ma trova fondamento diretto nella legge statale che ha autorizzato la costruzione della rete autostradale.
3. Diritto all’esenzione: In qualità di concessionaria dello Stato per la gestione di un’infrastruttura pubblica, la società riteneva di dover beneficiare della stessa esenzione dalla TOSAP prevista per lo Stato. Negare tale esenzione, a suo dire, creerebbe una discriminazione contraria al diritto dell’Unione Europea.
4. Inapplicabilità delle sanzioni: La società ha infine lamentato l’illegittimità delle sanzioni, data la presunta “incertezza normativa oggettiva” sulla materia.

La Decisione della Corte: La Tassabilità della TOSAP sui Viadotti è Confermata

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso in ogni suo punto, offrendo una motivazione chiara e strutturata.

Innanzitutto, ha respinto l’argomento sulla proprietà, affermando che la costruzione di un’autostrada non comporta un automatico trasferimento allo Stato della proprietà delle strade comunali sottostanti o dello spazio aereo sovrastante. La proprietà del Comune sulla sua strada rimane intatta. L’obbligo di pagare la TOSAP sorge dalla semplice “occupazione di fatto” di un’area pubblica, a prescindere dall’esistenza di una concessione formale da parte dell’ente proprietario.

Il punto cruciale della sentenza riguarda l’esenzione. La Corte ha sottolineato la netta distinzione tra lo Stato (ente pubblico) e la società concessionaria (soggetto economico privato). Quest’ultima, pur svolgendo un servizio di pubblica utilità, opera come un’impresa commerciale, assumendosi il rischio operativo e perseguendo un profitto. L’esenzione fiscale è un beneficio strettamente riservato allo Stato e non può essere esteso a soggetti privati, anche se legati a esso da un rapporto di concessione.

Infine, per quanto riguarda le sanzioni, la Corte, pur riconoscendo che il giudice di appello aveva omesso di pronunciarsi sul punto (omessa pronuncia), ha deciso direttamente la questione, escludendo l’esistenza di qualsiasi incertezza normativa, data la consolidata giurisprudenza in materia che da anni conferma l’obbligo di pagamento della TOSAP viadotti.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte si fonda su pilastri giuridici solidi. La distinzione tra la titolarità della strada comunale (che resta al Comune) e la titolarità del manufatto che la sovrasta (il viadotto, di pertinenza del concessionario) è fondamentale. Non esiste alcun automatismo per cui la costruzione di un’opera pubblica statale “assorba” la proprietà dei beni locali che interseca. L’obbligo impositivo nasce dall’interferenza con l’uso pubblico del bene comunale, limitandone, ad esempio, lo sviluppo in altezza o l’utilizzo edificatorio del sottosuolo.

Sul piano del diritto unionale, la Corte ha ribaltato l’argomentazione della ricorrente: sarebbe proprio la concessione dell’esenzione a un’impresa privata a costituire una violazione delle norme sulla concorrenza, configurandosi come un aiuto di Stato illegittimo. Il principio di neutralità impone che, quando un soggetto agisce sul mercato come operatore economico, deve sottostare alle stesse regole fiscali dei suoi concorrenti, indipendentemente dalla sua natura pubblica o privata o dal fatto che gestisca un servizio pubblico.

Conclusioni

La sentenza consolida un orientamento ormai pacifico e invia un messaggio chiaro: le società che gestiscono infrastrutture pubbliche in regime di concessione sono a tutti gli effetti soggetti passivi dei tributi locali come la TOSAP. La natura pubblicistica del servizio offerto non le trasforma in enti pubblici né consente loro di invocare i privilegi fiscali dello Stato. Questa decisione ha importanti implicazioni pratiche, confermando il diritto dei Comuni a riscuotere tributi per l’occupazione del proprio territorio da parte di grandi infrastrutture, garantendo così risorse essenziali per le comunità locali.

Una società privata che gestisce un’autostrada in concessione deve pagare la TOSAP per i viadotti che sovrastano le strade comunali?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’occupazione del soprassuolo (spazio aereo) comunale è soggetta a TOSAP, e la società concessionaria, in quanto occupante di fatto, è il soggetto passivo del tributo.

La concessionaria autostradale può beneficiare dell’esenzione fiscale prevista per lo Stato?
No. La sentenza chiarisce che la concessionaria è un’entità giuridica privata, distinta dallo Stato, che opera a fini di lucro e si assume il rischio d’impresa. L’esenzione è un privilegio riservato allo Stato e agli enti pubblici, non estensibile ai loro concessionari privati.

La costruzione di un viadotto autostradale trasferisce la proprietà dello spazio aereo soprastante la strada comunale allo Stato?
No. La Corte ha escluso che la costruzione dell’infrastruttura comporti un automatico trasferimento di proprietà. La titolarità della strada comunale, e del relativo soprassuolo, rimane in capo al Comune, a meno che non sia intervenuto un esplicito atto di trasferimento o esproprio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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