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TOSAP Viadotti: Cassazione, i concessionari pagano

La Corte di Cassazione ha stabilito che una società concessionaria di autostrade deve pagare la TOSAP (Tassa Occupazione Suolo Pubblico) per l’occupazione del soprassuolo di strade comunali con i propri viadotti. Secondo la Corte, l’esenzione fiscale prevista per lo Stato non si estende al concessionario privato, in quanto quest’ultimo agisce come un’impresa autonoma che persegue un profitto, e l’occupazione del suolo pubblico, anche se de facto, costituisce il presupposto per l’applicazione del tributo.

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Pubblicato il 7 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

TOSAP Viadotti: Perché i Concessionari Autostradali Devono Pagare?

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio cruciale per i rapporti tra concessionari autostradali ed enti locali: l’obbligo di versare la Tassa per l’Occupazione di Spazi ed Aree Pubbliche (TOSAP) per i cavalcavia. La questione dei TOSAP Viadotti è da tempo al centro di un acceso dibattito legale, ma la Suprema Corte ha tracciato una linea netta, respingendo il ricorso di una nota società di gestione autostradale e confermando il suo dovere di contribuente nei confronti di un Comune.

I Fatti del Caso: Un Viadotto Conteso

La vicenda ha origine da una serie di avvisi di accertamento emessi da un Comune campano nei confronti di una società concessionaria per il mancato pagamento della TOSAP relativa agli anni dal 2014 al 2019. L’oggetto della tassazione era l’occupazione del soprassuolo, ovvero lo spazio aereo sovrastante alcune strade comunali, da parte di un viadotto dell’autostrada A/16.

La società concessionaria si era opposta fermamente, sostenendo di non essere tenuta al pagamento. La sua tesi si basava su due argomenti principali: primo, la costruzione della rete autostradale è un’opera di interesse nazionale disciplinata da legge statale, che di fatto sottrae la disponibilità di quelle aree ai Comuni; secondo, in qualità di concessionaria di un servizio pubblico, avrebbe dovuto beneficiare della stessa esenzione fiscale prevista per lo Stato, proprietario dell’infrastruttura.

Il Principio di Diritto: Quando Scatta l’Obbligo per i TOSAP Viadotti?

La Corte di Cassazione ha smontato la linea difensiva della società, chiarendo in modo definitivo la natura del tributo e la posizione del concessionario. Il principio cardine è che la TOSAP è dovuta per qualsiasi occupazione, di qualunque natura, di beni appartenenti al demanio o al patrimonio indisponibile di Comuni e Province.

Questo include non solo le occupazioni autorizzate tramite una formale concessione, ma anche le cosiddette “occupazioni di fatto”, cioè quelle che avvengono in assenza di un titolo specifico. Per la legge, ciò che conta è la sottrazione materiale di uno spazio pubblico all’uso della collettività, indipendentemente dalla legittimità dell’occupazione stessa.

La Tesi della Società Concessionaria

La ricorrente sosteneva che la costruzione del viadotto, avvenuta in forza di leggi statali per la realizzazione della rete autostradale nazionale, avesse di fatto trasferito la proprietà dello spazio occupato (soprassuolo incluso) allo Stato. Di conseguenza, il Comune non avrebbe più avuto titolo per imporre una tassa su un’area non più sua. Inoltre, la società si considerava una sorta di “longa manus” dello Stato, gestendo un’opera pubblica essenziale, e riteneva discriminatorio essere tassata mentre lo Stato, in situazioni analoghe, è esente.

Le Motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato integralmente il ricorso, fornendo una motivazione articolata e chiara.

Distinzione tra Proprietà del Viadotto e del Suolo

Un punto fondamentale della decisione è la distinzione tra la proprietà del manufatto (il viadotto, che appartiene al demanio statale) e la proprietà dell’area sottostante (la strada, che rimane nel demanio comunale). La costruzione di un’opera pubblica di interesse nazionale non comporta un’automatica “ablazione” o espropriazione delle proprietà degli enti locali. Senza un atto formale di trasferimento, la strada e il relativo spazio aereo restano del Comune.

Il Concessionario non è lo Stato

La Corte ha ribadito con forza che la società concessionaria, pur gestendo un servizio pubblico, è un’entità giuridica privata distinta dallo Stato. Essa agisce in regime di concessione, assumendosi il rischio d’impresa e operando per un fine di lucro. Non può quindi essere considerata un mero organo dello Stato o una sua “longa manus”. L’occupazione del suolo pubblico è posta in essere dalla società nell’esercizio autonomo della propria attività imprenditoriale, e non direttamente dallo Stato.

Inapplicabilità dell’Esenzione Fiscale

Di conseguenza, l’esenzione dalla TOSAP prevista dall’art. 49 del D.Lgs. 507/1993 per le occupazioni realizzate dallo Stato non può essere estesa per analogia al concessionario privato. L’esenzione è una norma eccezionale e non può essere applicata al di fuori dei casi espressamente previsti. Il soggetto che materialmente occupa lo spazio e che gestisce l’infrastruttura è la società privata, la quale diventa il soggetto passivo del tributo.

Conformità con il Diritto Europeo

Infine, la Corte ha respinto le argomentazioni relative a una presunta violazione del diritto europeo sulla concorrenza e sugli aiuti di Stato. Negare un’esenzione fiscale a un’impresa privata, anche se concessionaria di un servizio pubblico, non solo non viola le regole europee, ma è anzi conforme al principio di non discriminazione. Concedere un tale vantaggio fiscale creerebbe una distorsione del mercato a favore di alcuni operatori.

Le Conclusioni: Implicazioni della Sentenza

La sentenza consolida un orientamento giurisprudenziale di grande importanza. Le società concessionarie di autostrade e, per estensione, di altre infrastrutture pubbliche, sono tenute al pagamento dei tributi locali come la TOSAP (o il nuovo Canone Unico Patrimoniale che l’ha sostituita) per l’occupazione di suolo pubblico con le loro opere.

Questa decisione rafforza l’autonomia impositiva dei Comuni, riconoscendo il loro diritto a tassare l’utilizzo del proprio territorio, anche quando questo è funzionale a opere di interesse nazionale. Per le società concessionarie, la sentenza rappresenta una chiara definizione dei loro obblighi fiscali, eliminando le incertezze e confermando che la gestione di un bene pubblico in regime di concessione non comporta un’immunità dai tributi locali.

Una società privata che gestisce un’autostrada in concessione deve pagare la TOSAP per i viadotti che sovrastano le strade comunali?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che la società concessionaria è il soggetto passivo del tributo, in quanto realizza un’occupazione di fatto del soprassuolo appartenente al demanio comunale, sottraendolo all’uso pubblico.

L’esenzione dal pagamento della TOSAP prevista per lo Stato si applica anche alla società concessionaria?
No. La Corte ha chiarito che l’esenzione è riservata esclusivamente allo Stato e agli altri enti pubblici menzionati dalla norma. La società concessionaria è un soggetto privato che agisce in autonomia e per scopo di lucro, pertanto non può beneficiare della stessa esenzione.

La costruzione di un’autostrada di interesse nazionale trasferisce automaticamente allo Stato la proprietà delle strade comunali sottostanti e del relativo soprassuolo?
No. La sentenza specifica che la realizzazione della rete autostradale non comporta un trasferimento automatico della proprietà delle aree interessate dagli enti locali allo Stato. In assenza di un formale atto di trasferimento, la proprietà della strada comunale e dello spazio aereo sovrastante rimane al Comune.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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