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TOSAP sovrappasso autostradale: Cassazione conferma

Una società che gestisce concessioni autostradali è stata soggetta a un avviso di accertamento per la TOSAP (Tassa Occupazione Suolo Pubblico) a causa di un sovrappasso autostradale che occupava lo spazio aereo sopra una strada comunale. La Corte di Cassazione ha confermato che il TOSAP sovrappasso autostradale è dovuto, poiché l’occupazione oggettiva dello spazio pubblico è sufficiente a far scattare l’imposta. La Corte ha inoltre specificato che l’esenzione prevista per lo Stato non si estende alle società concessionarie, anche se a partecipazione pubblica, in quanto sono entità giuridiche distinte che operano come imprese commerciali.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

La Cassazione sul TOSAP sovrappasso autostradale: le concessionarie pagano

Con la sentenza n. 32387 del 2024, la Corte di Cassazione ha stabilito un principio fondamentale in materia di tributi locali, chiarendo che la tassa per l’occupazione di suolo pubblico (TOSAP) è dovuta anche per i cavalcavia. La decisione sul TOSAP sovrappasso autostradale ha importanti implicazioni per le società concessionarie che gestiscono infrastrutture stradali sul territorio nazionale.

Il caso ha origine da un avviso di accertamento emesso da una società di riscossione, per conto di un Comune, nei confronti di una concessionaria autostradale. L’oggetto della contesa era l’occupazione dello spazio aereo sovrastante una strada comunale da parte di un tratto autostradale sopraelevato. La questione centrale era se tale occupazione costituisse il presupposto per l’applicazione della TOSAP.

Il caso: un cavalcavia autostradale è soggetto a TOSAP?

La vicenda giudiziaria ha visto contrapposte una società concessionaria di autostrade e l’amministrazione comunale. Quest’ultima, tramite la propria agenzia di riscossione, richiedeva il pagamento della TOSAP per l’anno 2013, sostenendo che il sovrappasso autostradale, insistendo sullo spazio aereo di una strada comunale, configurasse un’occupazione di suolo pubblico tassabile.

Nei primi due gradi di giudizio, le Corti di Giustizia Tributaria avevano dato ragione alla società concessionaria, annullando l’avviso di accertamento. Secondo i giudici di merito, mancava il presupposto oggettivo della tassa, ovvero la sottrazione effettiva di superficie all’uso pubblico a vantaggio di un utilizzo privato o mercantile. La società di riscossione, non condividendo questa interpretazione, ha presentato ricorso in Cassazione.

L’analisi della Corte di Cassazione sulla debenza del TOSAP sovrappasso autostradale

La Suprema Corte ha ribaltato le decisioni precedenti, accogliendo il ricorso della società di riscossione. I giudici hanno chiarito i principi normativi che regolano l’applicazione della TOSAP, con particolare riferimento ai viadotti e cavalcavia.

Il presupposto oggettivo del tributo

Secondo la Cassazione, il presupposto impositivo della TOSAP, ai sensi degli artt. 38 e 39 del D.Lgs. 507/93, è l’occupazione di qualsiasi natura di spazi ed aree pubbliche, inclusi quelli soprastanti e sottostanti il suolo. Tale occupazione è tassabile quando comporta un’effettiva sottrazione della superficie all’uso pubblico collettivo. Nel caso del TOSAP sovrappasso autostradale, la presenza stessa della struttura impedisce un diverso utilizzo dello spazio aereo da parte della collettività o del Comune, integrando così il presupposto oggettivo del tributo.

L’irrilevanza della natura pubblica dell’opera

La Corte ha specificato che il fatto che il cavalcavia sia un’opera pubblica destinata alla viabilità non esclude l’applicazione della tassa. Il tributo è dovuto per il solo fatto dell’occupazione, indipendentemente dalla natura o dalla proprietà dell’opera che la realizza. Il vantaggio per il gestore autostradale è evidente: l’infrastruttura è essenziale per la sua attività imprenditoriale, che include la riscossione dei pedaggi.

Società concessionaria e esenzione statale: una distinzione cruciale

La società concessionaria aveva anche sostenuto di dover essere esentata dal pagamento, in quanto società a partecipazione pubblica che agisce come ente strumentale dello Stato (società ‘in house’). La Cassazione ha respinto anche questa argomentazione.

La natura giuridica della società concessionaria

I giudici hanno sottolineato che, sebbene partecipata da enti pubblici, la società concessionaria opera come una società per azioni di diritto privato. Essa possiede una personalità giuridica autonoma e distinta da quella dello Stato e degli altri enti pubblici soci. Svolge un’attività d’impresa, con autonomia gestionale e decisionale, e non può essere assimilata a un’articolazione diretta della pubblica amministrazione.

L’esenzione TOSAP non si estende alle società ‘in house’

Di conseguenza, l’esenzione prevista dall’art. 49 del D.Lgs. 507/93 per le occupazioni effettuate direttamente dallo Stato non è applicabile. Tale esenzione ha carattere soggettivo e non può essere estesa a soggetti giuridici diversi, anche se svolgono un servizio pubblico in concessione. La società concessionaria, in quanto occupante di fatto e soggetto che trae un beneficio economico dalla gestione dell’infrastruttura, è il soggetto passivo del tributo.

Le motivazioni della decisione

Le motivazioni della Corte si fondano su un’interpretazione rigorosa della normativa sulla TOSAP. Il presupposto della tassa è l’occupazione materiale e oggettiva del suolo pubblico, che limita l’uso collettivo del bene. La Corte ha ribadito un orientamento consolidato, secondo cui qualsiasi sottrazione di spazio pubblico a vantaggio di un singolo soggetto, anche se per la realizzazione di un’opera di pubblica utilità, è soggetta a tassazione. Inoltre, la distinzione tra la persona giuridica dello Stato e quella della società concessionaria, anche se ‘in house’, è un pilastro del nostro ordinamento. Le esenzioni fiscali sono norme di stretta interpretazione e non possono essere applicate per analogia. Negare l’esenzione alla società concessionaria garantisce anche il rispetto dei principi di concorrenza, evitando di creare vantaggi ingiustificati per gli operatori pubblici rispetto a quelli privati.

Le conclusioni

La sentenza n. 32387/2024 della Corte di Cassazione stabilisce in modo definitivo che le società concessionarie autostradali sono tenute al pagamento della TOSAP per i cavalcavia e i viadotti che occupano il soprassuolo di aree pubbliche comunali. La decisione chiarisce che né la natura pubblica dell’opera né lo status di società a partecipazione statale possono giustificare un’esenzione dal tributo. Questo principio ha rilevanti conseguenze economiche per i gestori di infrastrutture e riafferma la potestà impositiva dei Comuni sul proprio territorio.

Un sovrappasso autostradale che attraversa una strada comunale è soggetto al pagamento della TOSAP?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che il presupposto per l’applicazione della TOSAP è l’occupazione oggettiva di uno spazio pubblico (in questo caso, lo spazio aereo), che sottrae la superficie all’uso pubblico. Non rileva la natura pubblica dell’opera o il fatto che essa stessa serva a una funzione di viabilità.

Una società concessionaria di autostrade, partecipata da enti pubblici, può beneficiare dell’esenzione dalla TOSAP prevista per lo Stato?
No. L’esenzione è strettamente personale e si applica solo alle occupazioni effettuate direttamente dallo Stato o dagli altri enti pubblici elencati dalla norma. Una società, anche se a totale partecipazione pubblica o ‘in house’, è un soggetto giuridico distinto che opera in regime di impresa e non può beneficiare dell’esenzione.

Ai fini del pagamento della TOSAP, è rilevante che l’opera (il sovrappasso) appartenga al demanio statale?
No, non è rilevante. Ciò che conta ai fini fiscali è chi realizza l’occupazione e ne trae un vantaggio. In questo caso, è la società concessionaria che, gestendo l’infrastruttura e riscuotendo i pedaggi, trae un vantaggio economico dall’occupazione del suolo comunale e, pertanto, è il soggetto passivo del tributo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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