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TOSAP concessionario: quando la tassa è dovuta

Una società di gestione autostradale, operante con concessione statale, è stata chiamata a pagare la tassa per l’occupazione di suolo pubblico (TOSAP) per dei viadotti che sovrastano una strada comunale. La Corte di Cassazione ha stabilito che il TOSAP concessionario è dovuto, poiché l’esenzione fiscale prevista per lo Stato non si estende ai soggetti privati che gestiscono opere pubbliche a fini economici. Il presupposto della tassa è l’effettiva occupazione dello spazio pubblico.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

TOSAP Concessionario: la Cassazione chiarisce quando la tassa è dovuta

Un’azienda privata che gestisce un’infrastruttura di proprietà dello Stato, come un’autostrada, deve pagare le tasse locali per l’occupazione del suolo pubblico? A questa domanda ha risposto la Corte di Cassazione con una recente ordinanza, stabilendo un principio fondamentale: l’esenzione fiscale prevista per lo Stato non si estende automaticamente ai suoi concessionari. Il pagamento del TOSAP concessionario è quindi dovuto quando si verifica un’occupazione di fatto di aree pubbliche, come nel caso di viadotti autostradali che sovrastano strade comunali.

I Fatti del Caso

La vicenda ha origine dalla richiesta di pagamento della Tassa per l’Occupazione di Spazi ed Aree Pubbliche (TOSAP) avanzata da una società di riscossione per conto di un Comune nei confronti di una nota società di gestione autostradale. L’oggetto della tassazione era l’occupazione dello spazio aereo soprastante una strada comunale da parte di alcuni viadotti autostradali.

La società autostradale si era opposta al pagamento, sostenendo che, operando in regime di concessione statale, dovesse beneficiare della stessa esenzione fiscale prevista per lo Stato. Secondo la sua difesa, le aree erano state espropriate per conto dello Stato e l’opera stessa era di proprietà demaniale, escludendo così la potestà impositiva del Comune.

Il Percorso Giudiziario e la Decisione della Cassazione

Nei primi due gradi di giudizio, le Commissioni Tributarie avevano dato ragione alla società concessionaria, ritenendo che la natura demaniale del bene e il regime di concessione statale escludessero l’obbligo di pagamento della TOSAP.

La società di riscossione, tuttavia, non si è arresa e ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione, la quale ha ribaltato completamente le decisioni precedenti. La Suprema Corte ha accolto le ragioni della società di riscossione, cassando la sentenza d’appello e decidendo la causa nel merito con il rigetto del ricorso originario della società autostradale.

Le Motivazioni: Perché il TOSAP Concessionario è dovuto?

Il cuore della decisione della Cassazione risiede nella netta distinzione tra l’ente statale e il soggetto privato che opera come suo concessionario. Le motivazioni possono essere riassunte nei seguenti punti chiave:

1. La Natura Personale dell’Esenzione Fiscale

L’esenzione dal pagamento della TOSAP, prevista dall’art. 49 del D.Lgs. 507/1993, è una norma agevolativa di stretta interpretazione. Essa si applica esclusivamente alle occupazioni effettuate direttamente dallo Stato e da altri enti pubblici specificati. Non può essere estesa per analogia a soggetti terzi, come le società concessionarie.

2. Il Ruolo del Concessionario

La società concessionaria, pur gestendo un’opera pubblica di proprietà statale, agisce come un’entità giuridica autonoma e persegue un proprio fine di lucro. Sfrutta economicamente i lavori realizzati e gestisce il servizio in piena autonomia. Non è un mero ‘sostituto’ dello Stato, ma un operatore economico che trae profitto dalla gestione dell’infrastruttura. Pertanto, l’occupazione del suolo pubblico è ascrivibile alla società stessa e non allo Stato.

3. Il Presupposto della Tassa

Ai fini della TOSAP, ciò che rileva è l’occupazione di fatto di uno spazio pubblico, ovvero la sottrazione di tale spazio all’uso generalizzato della collettività. Nel caso specifico, il viadotto autostradale impedisce l’utilizzo dello spazio aereo soprastante la strada comunale. Questa occupazione materiale costituisce il presupposto impositivo, a prescindere dalla titolarità giuridica dell’opera o dal regime di concessione.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La pronuncia della Corte di Cassazione consolida un principio di grande importanza per gli enti locali e per gli operatori di infrastrutture pubbliche. Le conclusioni principali sono:

* Nessuna esenzione automatica: I concessionari di opere pubbliche non possono invocare automaticamente le esenzioni fiscali previste per l’ente concedente (lo Stato).
* Rilevanza dell’operatore economico: La natura imprenditoriale e lo scopo di lucro del gestore sono determinanti per qualificare l’occupazione come tassabile.
* Centralità dell’occupazione di fatto: Il presupposto per l’applicazione della TOSAP è la limitazione concreta dell’uso pubblico di un’area, indipendentemente dai complessi rapporti giuridici tra Stato e concessionario.

Questa sentenza rafforza la potestà impositiva dei Comuni, chiarendo che anche le grandi infrastrutture gestite da privati in concessione devono contribuire alla fiscalità locale quando occupano spazi pubblici.

Un’azienda privata che gestisce un’autostrada di proprietà statale deve pagare la TOSAP per i viadotti che sovrastano strade comunali?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, l’esenzione fiscale prevista per lo Stato non si estende al concessionario, poiché quest’ultimo è un soggetto giuridico distinto che gestisce l’opera per un proprio tornaconto economico e agisce in autonomia.

Qual è il presupposto fondamentale per l’applicazione della TOSAP in questo caso?
Il presupposto è l’occupazione di fatto di uno spazio pubblico, che in questa situazione consiste nella sottrazione dello spazio aereo soprastante una strada comunale all’uso pubblico. La titolarità dell’opera o il fatto che sia gestita in concessione non sono elementi sufficienti a escludere la tassa.

L’esenzione dalla TOSAP prevista per lo Stato è applicabile anche ai suoi concessionari?
No. La sentenza chiarisce che la norma sull’esenzione fiscale (art. 49 del D.Lgs. 507/1993) è di stretta interpretazione. Si applica solo quando l’occupazione è effettuata direttamente dallo Stato e non può essere estesa a un’azienda concessionaria che agisce per fini di lucro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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