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Territorialità IVA per servizi a eventi culturali

Una società di logistica ha fornito servizi per un pellegrinaggio religioso globale. La Corte di Cassazione ha confermato che tali servizi, pur essendo commerciali, sono considerati accessori a un evento culturale/religioso. Di conseguenza, si applica una speciale deroga sulla territorialità IVA, escludendoli dall’imposta italiana poiché svolti all’estero. Tuttavia, la Corte ha annullato la sentenza di secondo grado per non aver deciso su altre questioni fiscali autonome, rinviando il caso per un nuovo esame su tali punti.

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Pubblicato il 7 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Territorialità IVA: La Cassazione sui Servizi Accessori a Eventi Culturali e Religiosi

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha affrontato un’interessante questione sulla territorialità IVA applicabile ai servizi forniti nell’ambito di eventi culturali e religiosi di portata internazionale. Il caso ha visto contrapposte l’Agenzia delle Entrate e una società di logistica che aveva curato il trasporto di reliquie per un pellegrinaggio mondiale. La decisione offre chiarimenti fondamentali sulla deroga prevista per le prestazioni culturali, artistiche e simili.

I Fatti di Causa: Un Pellegrinaggio Globale e la Contestazione Fiscale

Una società operante nel settore delle spedizioni e dei trasporti veniva incaricata da due associazioni ONLUS di gestire la logistica complessa legata a un evento religioso: il pellegrinaggio intercontinentale dell’urna contenente le reliquie di un Santo. L’attività della società consisteva in servizi di trasporto, affitto di mezzi, prenotazione di alloggi e altre prestazioni necessarie per la realizzazione dell’evento nei cinque continenti.

L’Agenzia delle Entrate, a seguito di verifiche fiscali, contestava alla società il mancato assoggettamento a IVA di tali prestazioni, ritenendo che si trattasse di normali servizi commerciali. Di conseguenza, emetteva tre avvisi di accertamento per gli anni d’imposta coinvolti. La società impugnava gli atti, sostenendo che i servizi resi, pur essendo di natura logistica, dovevano essere considerati “accessori” a un evento di carattere culturale e religioso, beneficiando così di una specifica norma sulla territorialità IVA.

La Questione della Territorialità IVA: Regola Generale ed Eccezione

Il cuore della controversia legale risiede nell’interpretazione di due norme chiave del D.P.R. 633/1972 (la legge sull’IVA):

* La regola generale (Art. 7-ter): Stabilisce che le prestazioni di servizi si considerano effettuate in Italia (e quindi soggette a IVA italiana) quando il committente è un soggetto passivo stabilito in Italia.
* La deroga (Art. 7-quinquies): Prevede un’eccezione per i servizi relativi ad attività culturali, artistiche, sportive, scientifiche, educative, ricreative e “simili”. Per questi servizi, il luogo della prestazione coincide con quello in cui l’evento si svolge materialmente. Se l’evento si svolge all’estero, il servizio non è territorialmente rilevante ai fini IVA in Italia.

L’Agenzia delle Entrate sosteneva l’applicazione della regola generale, mentre la società invocava la deroga, argomentando che la propria attività, sebbene non culturale di per sé, era inscindibilmente legata all’evento religioso e quindi accessoria ad esso.

La Decisione della Cassazione e le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha dato ragione alla società contribuente sul tema principale della territorialità IVA, rigettando il primo motivo di ricorso dell’Agenzia delle Entrate. I giudici hanno chiarito che il concetto di servizi relativi ad attività “culturali, artistiche… e simili” deve essere interpretato in senso ampio, includendo anche gli eventi a carattere religioso. Inoltre, la Corte ha specificato che, per applicare la deroga, non è necessario che il fornitore del servizio sia esso stesso un operatore culturale. Ciò che conta è il carattere “accessorio” della prestazione rispetto all’attività principale. I servizi di logistica, nel caso di specie, erano un presupposto necessario per la realizzazione del pellegrinaggio e, pertanto, rientravano a pieno titolo nell’eccezione dell’art. 7-quinquies. Poiché l’evento si era svolto in gran parte all’estero, i corrispettivi non erano soggetti a IVA in Italia.

Tuttavia, la Corte ha accolto il secondo motivo di ricorso dell’Agenzia e il ricorso incidentale della società su un punto procedurale. La sentenza della Commissione Tributaria Regionale, dopo aver deciso la questione IVA, aveva liquidato tutti gli altri motivi di appello (relativi ad altre imposte come IRES e IRAP) con la formula “resta assorbito ogni altro motivo”. La Cassazione ha ritenuto tale motivazione insufficiente, configurando un vizio di “omissione di pronuncia”, poiché i motivi assorbiti erano autonomi e distinti da quello deciso. Per questa ragione, la sentenza è stata cassata con rinvio, affinché un nuovo collegio si pronunci specificamente sulle questioni omesse.

Le Conclusioni

Questa sentenza offre due importanti principi. Primo, conferma un’interpretazione estensiva della deroga sulla territorialità IVA per eventi culturali, includendovi anche quelli religiosi e considerando “accessori” anche servizi puramente tecnici e logistici, se indispensabili all’evento. Secondo, ribadisce un fondamentale principio processuale: il giudice ha l’obbligo di motivare su ogni singola doglianza autonoma sollevata dalle parti, non potendo semplicemente “assorbire” motivi distinti senza fornire una spiegazione adeguata. La decisione rappresenta quindi un punto di riferimento sia per gli operatori del settore culturale e no-profit, sia per i professionisti del contenzioso tributario.

I servizi logistici forniti per un evento religioso possono beneficiare della deroga sulla territorialità IVA prevista per gli eventi culturali?
Sì. La Corte di Cassazione ha chiarito che i servizi, anche se di natura puramente logistica come il trasporto, rientrano nella deroga se sono accessori a un evento principale di carattere culturale, artistico, educativo o “simile”. La finalità religiosa è considerata “simile” a quella culturale ai fini della norma, e non è necessario che il fornitore dei servizi sia un operatore culturale.

Dove si considera effettuata, ai fini IVA, una prestazione di servizi accessoria a un evento culturale che si svolge all’estero?
Secondo la sentenza, in base all’art. 7-quinquies del d.P.R. 633/1972, tali prestazioni si considerano effettuate nel luogo in cui l’attività principale (l’evento) viene materialmente svolta. Pertanto, se l’evento si svolge all’estero, la prestazione non è soggetta a territorialità IVA in Italia.

Cosa succede se un giudice d’appello non si pronuncia su tutti i motivi del ricorso?
Se un giudice omette di pronunciarsi su specifici e autonomi motivi di appello, commette un vizio di “omissione di pronuncia”. La Corte di Cassazione ha stabilito che limitarsi a dichiarare “assorbiti” i motivi senza una giustificazione adeguata rende la sentenza nulla su quei punti, con conseguente rinvio a un altro giudice per una nuova decisione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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