LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Terreno verde pubblico: IMU dovuta? La Cassazione

Un contribuente ha impugnato degli avvisi di accertamento IMU relativi a un’area di sua proprietà, classificata dal piano urbanistico come “verde attrezzato pubblico”, sostenendone la non edificabilità. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che la destinazione a verde pubblico non esclude l’oggettivo carattere edificabile del terreno ai fini fiscali. Tale vincolo incide sulla determinazione del valore venale dell’immobile e quindi sulla base imponibile, ma non sulla sua soggezione all’imposta. La Corte ha inoltre specificato che il caso rientra nell’ambito della perequazione urbanistica, dove l’edificabilità è una qualità intrinseca del terreno stesso.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Terreno verde pubblico: l’IMU è dovuta? La Cassazione fa chiarezza

Una delle domande più frequenti per i proprietari di immobili riguarda la tassazione di un terreno privato che il piano regolatore comunale destina a uso pubblico. Se il mio terreno diventa un terreno verde pubblico, devo ancora pagare l’IMU? La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 2070 del 19 gennaio 2024, ha fornito una risposta chiara, consolidando un orientamento giurisprudenziale di grande importanza per contribuenti e amministrazioni comunali.

I Fatti del Caso

Un contribuente si è opposto a una serie di avvisi di accertamento IMU per gli anni dal 2014 al 2017, emessi da un Comune per un terreno di sua proprietà. La controversia nasceva da un cambiamento nella pianificazione urbanistica: il terreno, precedentemente inserito in una “zona di rispetto relativo” con una certa capacità edificatoria, era stato riclassificato dal nuovo Piano Urbanistico Comunale (PUC) come “verde attrezzato pubblico”.

Secondo il proprietario, questa nuova destinazione rendeva l’area di fatto inedificabile, eliminando così il presupposto stesso dell’IMU per le aree edificabili. Sosteneva, inoltre, che eventuali diritti edificatori erano solo compensativi e potevano essere esercitati su altre aree, previa cessione del terreno al Comune. Le commissioni tributarie di primo e secondo grado avevano però dato ragione al Comune, portando il caso dinanzi alla Corte di Cassazione.

La questione giuridica: un terreno verde pubblico è ancora edificabile ai fini IMU?

Il nodo centrale della questione era stabilire se la classificazione di un’area come “verde attrezzato pubblico” ne annullasse la natura di “area edificabile” ai fini fiscali. Per la legge, l’IMU sulle aree si paga se queste sono considerate edificabili dagli strumenti urbanistici. Il ricorrente sosteneva che un vincolo a verde pubblico equivale a un divieto assoluto di costruzione per il privato.

La Corte è stata chiamata a chiarire questo aspetto, distinguendo anche tra due importanti istituti urbanistici: la perequazione e la compensazione. La corretta qualificazione del meccanismo previsto dal piano regolatore era decisiva per stabilire se il diritto edificatorio fosse ancora una qualità intrinseca del terreno tassato o se fosse stato “trasferito” altrove.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha respinto il ricorso del contribuente con una motivazione articolata, basata su principi consolidati.

In primo luogo, ha affermato che la nozione di “area edificabile” ai fini fiscali (secondo il D.Lgs. 504/1992, applicabile anche all’IMU) è ampia e si basa sulla mera “potenzialità edificatoria”. Un vincolo di destinazione a servizi pubblici o di interesse pubblico, come quello a terreno verde pubblico, non elimina questa potenzialità. Tali destinazioni possono essere realizzate non solo tramite esproprio pubblico, ma anche attraverso iniziative private o pubblico-private. Pertanto, il vincolo non sottrae l’area al regime fiscale dei suoli edificabili.

In secondo luogo, la Corte ha chiarito che il vincolo a verde pubblico incide, piuttosto, sulla determinazione del valore venale dell’immobile, che costituisce la base imponibile per il calcolo dell’IMU. Un terreno con vincoli avrà un valore di mercato inferiore rispetto a uno senza limitazioni, e di ciò si deve tener conto nella valutazione, ma non si può concludere che il suo valore sia nullo o che l’imposta non sia dovuta.

La Corte ha inoltre qualificato l’operazione urbanistica del caso di specie come “perequazione” e non “compensazione”. Nella perequazione, l’indice edificatorio è attribuito al terreno e ne diviene una qualità intrinseca, anche se il suo sfruttamento è soggetto a determinate condizioni. Questo rende il terreno tassabile. Diversamente, nella compensazione, il diritto edificatorio è scorporato dal terreno originario e reso trasferibile altrove, a fronte di un vincolo che lo rende totalmente inedificabile; in quel caso, il terreno di “decollo” non sarebbe tassabile.

Infine, la Corte ha rigettato gli altri motivi di ricorso, specificando che una precedente sentenza favorevole al contribuente, ma basata su un vizio di motivazione dell’atto, non crea un “giudicato esterno” sul merito della pretesa fiscale per gli anni successivi.

Le conclusioni

La decisione della Cassazione conferma un principio fondamentale: la destinazione di un’area a terreno verde pubblico o a servizi di interesse collettivo non comporta l’esenzione automatica dall’IMU. I proprietari di tali aree devono essere consapevoli che il presupposto impositivo rimane, in quanto la “vocazione edificatoria” del suolo non viene meno.

L’implicazione pratica è duplice. Da un lato, i Comuni sono legittimati a richiedere l’IMU su queste aree. Dall’altro, i contribuenti hanno il diritto di veder riconosciuto un valore imponibile ridotto, che tenga conto delle effettive limitazioni e della minore appetibilità commerciale del terreno a causa del vincolo. La partita, quindi, non si gioca sull'”an” (se pagare), ma sul “quantum” (quanto pagare), che deve essere commisurato al reale valore di mercato del bene.

Un terreno destinato a “verde pubblico” dal piano regolatore è esente da IMU?
No, non è esente. Secondo la Corte, questa destinazione non elimina il carattere oggettivamente edificabile del suolo ai fini fiscali, anche se può ridurne il valore venale e, di conseguenza, la base imponibile.

Che differenza c’è tra perequazione e compensazione urbanistica ai fini fiscali?
Nella perequazione, al terreno viene attribuito un indice di edificabilità che ne diventa una qualità intrinseca, rendendolo tassabile. Nella compensazione, il diritto edificatorio è separato dal terreno e trasferibile altrove a fronte di un vincolo di inedificabilità; in questo caso, il terreno originario non è soggetto a imposta.

Una precedente sentenza che annulla un avviso di accertamento per vizio di motivazione vale anche per gli anni successivi?
No. La Corte ha stabilito che l’annullamento di un avviso per un vizio formale, come la carenza di motivazione, non crea un giudicato sul merito della pretesa tributaria e quindi non si estende automaticamente alle controversie per altre annualità, anche tra le stesse parti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati