Ordinanza di Cassazione Civile Sez. 5 Num. 29088 Anno 2025
Civile Ord. Sez. 5 Num. 29088 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data pubblicazione: 04/11/2025
Oggetto: Avviso di accertamento – IRES 2007 – Art. 12, comma 7, l. 212/2000 Termine dilatorio di 60 giorni -Accertamento fondato solo su indagini bancarie – Applicazione – Esclusione
ORDINANZA
sul ricorso iscritto al n. 17632/2024 R.G. proposto da:
RAGIONE_SOCIALE, in persona del Direttore pro tempore , con sede in Roma, INDIRIZZO, domiciliata in Roma alla INDIRIZZO, presso l’Avvocatura generale dello Stato dalla quale è rappresentata e difesa ope legis ;
-ricorrente –
contro
RAGIONE_SOCIALE, in persona del legale rappresentante pro tempore , COGNOME NOME e COGNOME NOME;
-intimati – avverso la sentenza della Commissione regionale tributaria della Sicilia, Sezione Staccata di Catania, n. 2383/05/2023, depositata in data 13 marzo 2023.
Udita la relazione svolta nella camera di consiglio del 22 ottobre 2025 dal Consigliere NOME COGNOME.
Rilevato che:
La società RAGIONE_SOCIALE impugnava l’ avviso di accertamento n. NUMERO_DOCUMENTO, notificato il 30 dicembre
2011, con il quale l’RAGIONE_SOCIALE recuperava a tassazione maggiori ricavi e, per l’effetto, rideterminava il reddito d’impresa (in Euro 525.544,00) , il valore della produzione e l’IVA, per l’anno 2007. Il ricorso, per quanto ancora qui rilevi, era fondato sul mancato rispetto del termine dilatorio di 60 giorni dalla verifica ex art. 12, comma 7, l. 212/2000.
NOME COGNOME e NOME COGNOME impugnavano, rispettivamente, gli avvisi di accertamento nn. NUMERO_DOCUMENTO e NUMERO_DOCUMENTO, con i quali veniva imputato ai ricorrenti, nella loro veste di soci della detta società, ritenuta a ristretta base, e, quindi, recuperato a tassazione, ai fini IRPEF per l’anno 20 07, il maggior reddito derivante dagli utili extra bilancio contestati alla società.
Pendente iudicio l’Ufficio annullava parzialmente in autotutela la ripresa nei confronti della società (per Euro 288.069,67).
La Commissione tributaria provinciale di Catania, decidendo sul ricorso della società, rigettava i motivi in rito e, preso atto dell’intervenuto annullamento parziale in autotutela, riduceva ad Euro 11.600,00 la base imponibile. I ricorsi dei soci erano accolti, per effetto di quanto deciso nei confronti della società, con la riduzione proporzionale dei redditi imponibili dei ricorrenti.
L’Ufficio proponeva tre distinti gravami dolendosi dell’apparenza della motivazione della sentenza della CTP e dell’erronea rideterminazione del reddito della società in via induttiva; la RAGIONE_SOCIALE interponeva appello incidentale riproponendo le censure rigettate dal primo giudice.
La Commissione tributaria regionale della Sicilia, Sezione Staccata di Catania, riuniti gli appelli, riformava la sentenza gravata per il mancato rispetto del termine di 60 giorni dalla conclusione della verifica fiscale (ovvero, dal 14 dicembre 2011); accoglieva, pertanto, l’appello incidentale, dichiarando la illegittimità dell’avviso di accertamento n. NUMERO_DOCUMENTO; rigettava il gravame principale.
Contro la sentenza della CTR propone ricorso per cassazione l’Ufficio , affidato ad un motivo. I contribuenti sono rimasti intimati.
È stata fissata l’adunanza camerale per il 22 ottobre 2025.
Considerato che:
Con l’unico motivo di ricorso l’Ufficio deduce , in relazione all’art. 360, primo comma, n. 3, cod. proc. civ. «la violazione e/o falsa applicazione de ll’art. 12, commi 1 e 7, L. 212/2000» in quanto erroneamente la CTR avrebbe individuato il dies a quo del termine di 60 giorni nel 14 dicembre 2011, data di conclusione della ‘verifica fiscale’. Sottolinea che, in realtà, in quella data veniva conclusa unicamente la verifica (autorizzata il 22 luglio 2010) sui conti correnti bancari della società e dei soci. Alla detta verifica, non avendo natura ‘intrusiva’, non si applicherebbe il combinato disposto dei commi 1 e 7 dell’art. 12 dello statuto del contribuente. La norma, invero, troverebbe applicazione solo in caso di accesso istruttorio, nella specie avvenuto presso la società in date 13 e 24 gennaio 2011.
Il motivo è fondato.
1.1. Secondo la pacifica giurisprudenza di questa Corte l’art. 12 dello Statuto non trova applicazione in caso atto impositivo basato solo sulle risultanze dell’art. 32 del d.P.R. n.600 del 1973, salva la valutazione del contraddittorio ai fini IVA alla luce della c.d. prova di resistenza di cui alle Sezioni Unite 25 luglio 2025 n. 21271 (così già Cass. 15/01/2019, n. 701 e Cass. 11/09/2019, n. 22644 in cui il rimando, ai fini dell’IVA, era alla prova di resistenza come delineata nella decisione RAGIONE_SOCIALE Sezioni Unite 9 dicembre 2015 n. 24823).
Nella specie, alla luce del contenuto della sentenza e dell’avviso di accertamento richiamato nel (ed allegato al) ricorso per cassazione, deve ritenersi che l’accertamento era fondato sulle sole risultanze RAGIONE_SOCIALE indagini bancarie con la conseguente inapplicabilità della norma in scrutinio.
Il ricorso va, quindi, accolto; la sentenza gravata va cassata con rinvio alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado della Sicilia, Sezione Staccata di Catania, in diversa composizione, perché
proceda a nuovo giudizio, nel rispetto dei principi esposti, ed alla liquidazione RAGIONE_SOCIALE spese del giudizio di legittimità.
P.Q.M.
La Corte accoglie il ricorso, cassa la sentenza impugnata e rinvia alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado della Sicilia, Sezione Staccata di Catania, perché, in diversa composizione e nel rispetto dei principi esposti, proceda a nuovo giudizio, provvedendo anche a regolare le spese del giudizio di legittimità tra le parti.
Così deciso in Roma, nella camera di consiglio del 22 ottobre 2025.
Il Presidente NOME COGNOME