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Tassazione separata: quando si applica agli arretrati?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 6875/2025, interviene sul tema della tassazione separata per gli emolumenti arretrati. Il caso riguarda una legale di un ente pubblico che ha ricevuto con anni di ritardo la parte variabile della sua retribuzione. La Corte ha stabilito che per determinare se il ritardo sia ‘fisiologico’ (e quindi escluso dalla tassazione separata), non si possono usare parametri generici, ma si deve analizzare la specifica procedura di liquidazione prevista dal contratto di lavoro (CCNL). La sentenza impugnata è stata cassata con rinvio per una nuova valutazione basata su questo principio.

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Pubblicato il 18 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Tassazione Separata per Arretrati: il Ritardo Deve Essere ‘Non Fisiologico’

La questione della tassazione separata applicabile agli emolumenti arretrati è un tema di grande interesse per molti lavoratori, specialmente nel settore pubblico dove le procedure di liquidazione possono essere complesse. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione è tornata a fare chiarezza sul criterio del ‘ritardo fisiologico’, stabilendo che la sua valutazione non può essere generica ma deve ancorarsi alle specifiche procedure previste dal rapporto di lavoro. Analizziamo insieme questa importante decisione.

Il Caso: Arretrati e Richiesta di Tassazione Agevolata

Una legale dipendente di un’amministrazione regionale per oltre trent’anni riceveva nel 2018 la parte variabile della sua retribuzione relativa agli anni 2010, 2011 e 2012. A causa di questo significativo ritardo, la professionista si è vista applicare un’aliquota IRPEF più elevata, dovuta al cumulo di tali redditi con la retribuzione ordinaria dell’anno di incasso.

Per questo motivo, ha richiesto il rimborso della maggiore imposta versata, sostenendo di avere diritto alla tassazione separata, un regime fiscale di favore previsto proprio per i redditi maturati in anni precedenti. Le corti di primo e secondo grado le hanno dato ragione, definendo il ritardo nel pagamento come ‘non fisiologico’ e ammettendo quindi il suo diritto al regime agevolato.

La Decisione della Cassazione sulla Tassazione Separata

L’Agenzia delle Entrate ha impugnato la decisione, portando il caso davanti alla Corte di Cassazione. La Suprema Corte ha accolto il ricorso dell’Agenzia, cassando la sentenza di secondo grado. Il punto centrale della decisione riguarda l’errata applicazione del concetto di ‘ritardo fisiologico’.

Il Criterio del ‘Ritardo Fisiologico’

La Corte ha ribadito un principio fondamentale: la tassazione separata si applica solo se il ritardo nella corresponsione degli emolumenti non è ‘fisiologico’, cioè non dipende dalle normali e necessarie procedure di quantificazione e liquidazione.

L’errore della corte di merito è stato quello di basare la propria decisione su un precedente relativo ai compensi dei giudici tributari, che considerava fisiologico un ritardo fino a 120 giorni. Secondo la Cassazione, questo parametro non può essere applicato indiscriminatamente. Ogni rapporto di lavoro ha le sue regole. Nel caso specifico della legale, il giudice avrebbe dovuto esaminare le procedure previste dall’articolo 27 del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) di riferimento. Tali procedure includono la redazione di notule, l’ottenimento di visti interni e la liquidazione finale da parte dell’ufficio del personale, passaggi che richiedono tempo e che sono intrinseci alla natura di quei compensi variabili.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha motivato la sua decisione chiarendo che il concetto di ‘fisiologia’ del ritardo non è un valore astratto o un termine fisso, ma un risultato che deriva da un’analisi concreta delle procedure che regolano la liquidazione di specifici emolumenti. Il ritardo è fisiologico quando è una conseguenza diretta e necessaria dell’espletamento di tali procedure.

Nel caso in esame, la corte territoriale ha errato nel non indagare quali fossero le specifiche fasi procedurali che governavano la liquidazione dei compensi variabili della contribuente. Invece di verificare i tempi richiesti dalla redazione delle notule, dai visti interni e dagli altri adempimenti previsti dal CCNL, ha applicato un criterio (i 120 giorni) valido per un’altra categoria professionale, commettendo un errore di diritto. La valutazione deve essere quindi effettuata caso per caso, ancorandola alla normativa contrattuale e regolamentare che disciplina il singolo rapporto di lavoro.

Le conclusioni

In conclusione, la Suprema Corte ha stabilito che, per decidere sull’applicabilità della tassazione separata agli arretrati, il giudice deve compiere un accertamento in fatto. È necessario verificare se il tempo intercorso tra la maturazione del diritto e l’effettivo pagamento sia giustificato dalla complessità e dalla durata delle procedure amministrative specificamente previste per quel tipo di compenso. La sentenza è stata quindi annullata e la causa rinviata alla Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado, che dovrà riesaminare la questione attenendosi a questo principio, valutando nel concreto la fisiologicità del ritardo alla luce delle norme contrattuali applicabili.

Quando gli arretrati di stipendio sono soggetti a tassazione separata?
Gli arretrati sono soggetti a tassazione separata quando la loro corresponsione in un periodo d’imposta successivo a quello di maturazione avviene per cause non fisiologiche, cioè non dipendenti dalle normali procedure di liquidazione.

Come si stabilisce se un ritardo nel pagamento è ‘fisiologico’?
Un ritardo è ‘fisiologico’ se rappresenta la necessaria conseguenza delle particolari procedure di quantificazione e liquidazione previste dalla legge o dal contratto collettivo per quella specifica tipologia di emolumento. La valutazione va fatta caso per caso, analizzando la normativa applicabile al rapporto di lavoro.

La Corte di Cassazione ha stabilito se la contribuente avesse diritto al rimborso?
No, la Corte di Cassazione non ha deciso nel merito. Ha annullato la sentenza precedente e ha rinviato il caso al giudice di secondo grado, il quale dovrà effettuare una nuova valutazione dei fatti applicando il corretto principio giuridico indicato dalla Corte, ossia analizzare le procedure specifiche del CCNL per determinare la natura ‘fisiologica’ o meno del ritardo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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