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Tassazione separata: no per addetti alla riscossione

Una ex dipendente di un istituto di credito, operante nel settore della riscossione tributi, aveva ricevuto assegni straordinari da un fondo di solidarietà. La Corte di Cassazione ha stabilito che tali somme non possono beneficiare del regime di tassazione separata, poiché la normativa specifica per il suo settore non lo prevede, a differenza di quanto disposto per il personale del settore creditizio. La Corte ha inoltre chiarito che la cartella emessa per il recupero del rimborso precedentemente concesso non costituiva un atto impositivo idoneo alla definizione agevolata.

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Pubblicato il 31 agosto 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Tassazione Separata e Fondi di Solidarietà: La Cassazione Fa Chiarezza

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione è intervenuta su un’importante questione fiscale riguardante l’applicabilità del regime di tassazione separata agli assegni erogati dai fondi di solidarietà. La decisione distingue nettamente tra il personale del settore creditizio e quello addetto al servizio di riscossione dei tributi, stabilendo che il regime agevolato non è un diritto universale ma dipende dalla specifica normativa che istituisce il fondo.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine dalla vicenda di una ex dipendente di un noto istituto di credito, la quale era addetta al servizio di riscossione dei tributi. Tra il 2008 e il 2011, la lavoratrice aveva percepito assegni straordinari integrativi del reddito, erogati dal Fondo di solidarietà per il sostegno del reddito e la riqualificazione professionale del personale addetto a tale servizio.

Inizialmente, queste somme furono soggette a tassazione ordinaria. Successivamente, su istanza della contribuente, l’Erario le rimborsò la differenza d’imposta derivante dall’applicazione del più favorevole regime di tassazione separata. Tuttavia, in un secondo momento, l’Amministrazione finanziaria cambiò avviso, ritenendo applicabile il regime ordinario, e procedette al recupero delle somme rimborsate tramite l’emissione di una cartella di pagamento. La contribuente impugnò la cartella, ottenendo ragione sia in primo che in secondo grado, dove i giudici regionali ritennero il regime agevolato una conseguenza automatica del suo rapporto di lavoro.

Tassazione Separata: L’Analisi Normativa della Corte

La Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso dell’Amministrazione finanziaria, ha ribaltato la decisione di merito. Il cuore del ragionamento risiede nella distinzione tra le fonti normative che regolano i diversi fondi di solidarietà.

Il regime di tassazione separata per emolumenti di questo tipo è previsto dall’art. 59, comma 3, della legge n. 449/1997. Tale norma, però, ha natura transitoria e si applicava specificamente agli accordi collettivi stipulati entro il 31 marzo 1998 per il personale del settore del credito. Questo regime è stato poi attuato con il d.m. n. 158/2000, che istituì il fondo per i dipendenti delle imprese di credito.

Al contrario, il fondo da cui la contribuente ha ricevuto gli assegni è stato istituito da un decreto ministeriale differente (d.m. n. 375/2003) per il personale addetto alla riscossione dei tributi. Questo decreto non richiama l’art. 59 della legge n. 449/1997, bensì una normativa precedente (l’art. 2, comma 28, della legge n. 662/1996) che non prevede alcun regime fiscale agevolato. La Corte ha quindi concluso che i due settori sono soggetti a discipline fiscali diverse e non assimilabili.

La Questione della Definizione Agevolata

Un altro aspetto affrontato dalla Corte riguarda il diniego, da parte dell’Erario, della richiesta di definizione agevolata della controversia (il cosiddetto “condono”) presentata dalla contribuente. La Cassazione ha confermato la correttezza del diniego. La legge (art. 6 del d.l. n. 119/2018) permette di definire le controversie aventi ad oggetto “atti impositivi”.

La Corte ha specificato che una cartella di pagamento può essere considerata un atto impositivo solo quando rappresenta il primo ed unico atto con cui la pretesa fiscale viene comunicata al contribuente. Nel caso di specie, invece, la cartella era un mero atto di riscossione, emesso per recuperare un importo precedentemente rimborsato e la cui debenza era già nota. Pertanto, la controversia non rientrava nel perimetro della definizione agevolata.

Le motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano su una rigorosa interpretazione letterale e sistematica delle norme. I giudici hanno sottolineato che i benefici fiscali, come la tassazione separata, costituiscono eccezioni al principio generale della tassazione progressiva e, come tali, non possono essere applicati per analogia a casi non espressamente previsti. La circostanza che la contribuente fosse dipendente di un istituto di credito non è stata ritenuta rilevante, poiché le mansioni svolte (riscossione tributi) la collocavano nell’ambito di applicazione del fondo specifico per quel settore, regolato da norme che non prevedono il regime fiscale agevolato. La decisione si allinea a precedenti orientamenti della stessa Corte, consolidando un principio di stretta legalità in materia di agevolazioni fiscali.

Le conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha cassato la sentenza d’appello e, decidendo nel merito, ha respinto il ricorso originario della contribuente. La pronuncia stabilisce un principio chiaro: l’accesso al regime di tassazione separata per gli assegni dei fondi di solidarietà è subordinato a un esplicito richiamo normativo nella disciplina che istituisce ciascun fondo. Di conseguenza, i lavoratori del settore della riscossione tributi non possono beneficiare delle condizioni più favorevoli previste per il personale del settore creditizio. Questa decisione rafforza la necessità di un’attenta analisi delle specifiche normative applicabili a ciascuna categoria di lavoratori.

Gli assegni straordinari erogati dai fondi di solidarietà beneficiano sempre della tassazione separata?
No. Secondo la Corte, il regime di tassazione separata si applica solo se espressamente previsto dalla normativa che istituisce lo specifico fondo. Non è un beneficio estendibile in via analogica a tutti i fondi.

Qual è la differenza normativa tra il fondo per i dipendenti del settore credito e quello per gli addetti alla riscossione tributi?
La differenza fondamentale risiede nelle leggi di riferimento. Il fondo per il settore credito (d.m. 158/2000) richiama l’art. 59, comma 3, della l. 449/1997, che prevede la tassazione separata. Al contrario, il fondo per gli addetti alla riscossione (d.m. 375/2003) non contiene tale richiamo e si basa su una diversa normativa che non contempla il regime fiscale agevolato.

Una cartella di pagamento per il recupero di un rimborso non dovuto è sempre un “atto impositivo” che può essere oggetto di definizione agevolata?
No. La Corte ha chiarito che se la cartella è il primo atto con cui la pretesa fiscale viene comunicata al contribuente, può essere considerata un “atto impositivo”. Tuttavia, se la cartella serve solo a recuperare un importo già discusso e precedentemente rimborsato, essa costituisce un mero atto di riscossione e la controversia non è ammissibile alla definizione agevolata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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