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Tassazione Sentenza Simulazione: la Cassazione cambia

Con la sentenza n. 4950/2024, la Corte di Cassazione ha stabilito un nuovo e fondamentale principio sulla tassazione della sentenza di simulazione. Contrariamente all’orientamento passato, la Corte ha chiarito che una sentenza che accerta la simulazione assoluta o relativa di un contratto immobiliare non comporta un nuovo trasferimento e deve quindi essere assoggettata alle imposte di registro, ipotecaria e catastale in misura fissa, e non proporzionale. La decisione si basa sulla natura meramente dichiarativa della sentenza, che si limita a riconoscere l’inefficacia originaria dell’atto simulato, senza produrre effetti traslativi.

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Pubblicato il 3 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Tassazione Sentenza Simulazione: la Cassazione sceglie l’imposta fissa

Con una storica sentenza, la n. 4950 del 23 febbraio 2024, la Corte di Cassazione ha radicalmente modificato il proprio orientamento sulla tassazione della sentenza di simulazione di contratti immobiliari. Abbandonando un principio consolidato, la Corte ha stabilito che tali sentenze devono essere soggette a imposta di registro, ipotecaria e catastale in misura fissa, e non più proporzionale. Questa decisione rappresenta una svolta fondamentale, allineando il trattamento fiscale alla natura giuridica dell’azione di simulazione.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine dall’azione di una creditrice volta a far dichiarare l’inefficacia di due atti di compravendita immobiliare posti in essere dal suo debitore. Il primo atto era una simulazione relativa, nella forma dell’interposizione fittizia di persona: l’immobile era stato apparentemente acquistato da un soggetto, ma in realtà il vero acquirente era il debitore stesso. Il secondo atto era una simulazione assoluta: il debitore, divenuto formalmente proprietario, aveva poi finto di vendere lo stesso immobile a un terzo, senza che alcun trasferimento fosse mai realmente avvenuto.

Il Tribunale accoglieva le ragioni della creditrice, dichiarando la simulazione di entrambi gli atti. A seguito di tale sentenza, l’Agenzia delle Entrate notificava un avviso di liquidazione, applicando le imposte di registro, ipotecaria e catastale in misura proporzionale. L’amministrazione finanziaria, seguendo l’orientamento giurisprudenziale dominante, considerava la sentenza come un atto che producesse un “ritrasferimento” della proprietà, tassandolo di conseguenza come un nuovo atto traslativo.

La Svolta della Cassazione sulla Tassazione della Sentenza di Simulazione

Investita della questione, la Corte di Cassazione ha colto l’occasione per riesaminare criticamente l’indirizzo tradizionale. La Corte ha affermato che la consolidata tesi del “ritrasferimento” fiscale non ha un solido fondamento normativo e si pone in contrasto con la natura civilistica dell’azione di simulazione.

La sentenza che accerta la simulazione, sia essa assoluta o relativa, ha una natura puramente dichiarativa. Essa non crea, modifica o estingue un rapporto giuridico, ma si limita ad accertare e a far emergere la realtà giuridica preesistente, che era stata mascherata dall’accordo simulatorio. In altre parole, il giudice non dispone un nuovo trasferimento di proprietà, ma riconosce che il trasferimento simulato non ha mai prodotto effetti giuridici reali tra le parti.

Principi di Diritto Enunciati

La Corte ha formulato i seguenti, innovativi principi di diritto:

1. Simulazione Assoluta o Relativa: La sentenza che accerta la simulazione di un contratto a effetti reali deve essere sempre assoggettata a imposte in misura fissa. Questo perché la pronuncia si risolve nel mero riconoscimento dell’apparenza del trasferimento (simulazione assoluta) o nel riconoscimento del reale trasferimento già avvenuto tramite il contratto dissimulato (simulazione relativa), senza che possa configurarsi un ulteriore e autonomo “ritrasferimento”.

2. Interposizione Fittizia di Persona: Anche la sentenza che accerta l’interposizione fittizia in un contratto immobiliare sconta l’imposta fissa. La decisione giudiziale, infatti, si limita a riconoscere che l’acquisto del bene è avvenuto ab origine a favore dell’interponente (il vero acquirente) e non dell’interposto (il prestanome). Poiché il contratto era già stato tassato in via proporzionale al momento della sua stipula, tassare nuovamente la sentenza in misura proporzionale sarebbe ingiustificato.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Corte si fondano su una rigorosa analisi degli istituti civilistici e fiscali. Il punto centrale è che l’inefficacia del contratto simulato opera ex tunc, cioè fin dall’origine. Il bene, nel caso della simulazione assoluta, non è mai uscito dal patrimonio del simulato alienante. Nel caso dell’interposizione fittizia, il bene è entrato direttamente nel patrimonio del vero acquirente (l’interponente).

Di conseguenza, non vi è alcun atto da cui possa scaturire un effetto traslativo o restitutorio. La sentenza si limita a “togliere il velo” dell’apparenza, ripristinando la verità giuridica. Applicare un’imposta proporzionale significherebbe tassare un trasferimento di ricchezza che, in realtà, non avviene.

La Corte assimila, ai fini fiscali, l’inefficacia derivante dalla simulazione alla nullità. Come per le sentenze che dichiarano la nullità di un atto, anche per quelle che accertano la simulazione deve trovare applicazione l’articolo 8, comma 1, lettera e), della tariffa allegata al D.P.R. 131/1986, che prevede l’imposta in misura fissa per gli atti giudiziari che non comportano trasferimento di beni o diritti.

Le Conclusioni

Questa sentenza segna un punto di non ritorno nella materia della tassazione della sentenza di simulazione. Superando un dogma giurisprudenziale privo di un solido ancoraggio normativo, la Cassazione ha fornito una soluzione coerente, che armonizza il diritto tributario con i principi del diritto civile. Per i contribuenti, ciò si traduce in una maggiore certezza del diritto e in un significativo alleggerimento del carico fiscale in contenziosi volti a far emergere la realtà effettiva di un negozio giuridico. La decisione chiarisce che l’obiettivo dell’imposta di registro è tassare l’effettivo trasferimento di ricchezza, non le mere apparenze giuridiche.

Come viene tassata una sentenza che dichiara la simulazione di una vendita immobiliare?
Secondo la sentenza n. 4950/2024 della Cassazione, tale sentenza deve essere assoggettata alle imposte di registro, ipotecaria e catastale in misura fissa. Non si applica l’imposta proporzionale basata sul valore dell’immobile.

Perché la tassazione è in misura fissa e non proporzionale?
La tassazione è fissa perché la sentenza ha natura dichiarativa, non traslativa. Non crea un nuovo trasferimento di proprietà, ma si limita ad accertare che l’atto simulato era inefficace fin dall’inizio. Di conseguenza, non c’è un ‘ritrasferimento’ di ricchezza da tassare proporzionalmente.

Questo nuovo principio si applica a tutti i tipi di simulazione?
Sì, la Corte ha chiarito che il principio dell’imposta fissa si applica a tutte le forme di simulazione di contratti a effetti reali, includendo sia la simulazione assoluta (il contratto è totalmente fittizio) sia la simulazione relativa soggettiva (come l’interposizione fittizia di persona, dove il vero contraente è diverso da quello apparente).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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