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Tassazione plusvalenza e ritardo P.A.: le novità

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 19093/2025, stabilisce un principio fondamentale sulla tassazione plusvalenza derivante da occupazione usurpativa. Sebbene tali somme siano generalmente tassabili, l’imposta non è dovuta qualora il pagamento da parte della Pubblica Amministrazione avvenga con un ritardo ingiustificato, tale da far ricadere l’operazione sotto un regime fiscale successivo e più oneroso per il cittadino. La Corte ha rinviato il caso al giudice di merito per verificare la sussistenza di tale ritardo.

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Pubblicato il 23 agosto 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Tassazione Plusvalenza: Quando il Ritardo della P.A. Annulla l’Imposta

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, è intervenuta su un tema di grande rilevanza per i cittadini che hanno subito espropri o occupazioni illegittime dei propri terreni: la tassazione plusvalenza derivante dalle somme percepite a titolo di risarcimento. La decisione chiarisce che, sebbene tali somme siano generalmente imponibili, un ritardo ingiustificato da parte della Pubblica Amministrazione nel pagamento può portare alla non applicabilità dell’imposta.

Il Caso: Occupazione Illegittima e Richiesta di Rimborso Fiscale

Alcuni cittadini avevano ricevuto dal proprio Comune delle somme a titolo di risarcimento per l’occupazione usurpativa di terreni edificabili, avvenuta decenni prima. Sulle somme corrisposte, il Comune aveva operato una ritenuta d’imposta del 20%, qualificandole come plusvalenze tassabili ai sensi della legge n. 413/1991. I cittadini, ritenendo il prelievo illegittimo, avevano chiesto il rimborso, ma la loro istanza era stata respinta sia dall’Agenzia delle Entrate sia nei primi due gradi di giudizio tributario. Si è giunti così dinanzi alla Corte di Cassazione.

L’Applicabilità Generale della Tassazione Plusvalenza

La Corte ha innanzitutto respinto il motivo di ricorso con cui i cittadini sostenevano che la norma sulla tassazione plusvalenza (art. 11, L. 413/1991) non si applicasse ai risarcimenti per fatto illecito come l’occupazione usurpativa. Gli Ermellini hanno ribadito il proprio orientamento consolidato, anche a Sezioni Unite: la ritenuta si applica a tutte le somme che ristorano la perdita della proprietà a seguito della realizzazione di un’opera pubblica. Ciò che rileva è l’incremento patrimoniale conseguito dal privato, a prescindere dalla legittimità o meno della procedura ablativa. La tassazione colpisce l’arricchimento, sia che derivi da un’indennità di esproprio, sia che provenga da un risarcimento del danno per occupazione illegittima.

L’Eccezione Decisiva: l’Ingiustificato Ritardo della Pubblica Amministrazione

Il punto cruciale della decisione riguarda però gli altri motivi di ricorso, che la Corte ha accolto. I ricorrenti lamentavano che la legge del 1991 era stata applicata a un’occupazione avvenuta nel 1979. Sebbene in materia fiscale viga il “principio di cassa” (la tassazione si applica al momento della percezione del denaro), la giurisprudenza ha elaborato un’importante deroga.

La Corte ha affermato che la plusvalenza non è imponibile nel caso di ingiustificato ritardo della Pubblica Amministrazione nel pagamento. Se il cittadino avesse ricevuto le somme in un tempo ragionevole, precedente all’entrata in vigore della legge del 1991, non avrebbe subito alcuna tassazione. Far gravare sul privato le conseguenze negative di un ritardo imputabile esclusivamente all’inefficienza della P.A. contrasta con i principi costituzionali di buon andamento e imparzialità dell’amministrazione (art. 97 Cost.) e di giusto processo (art. 111 Cost.).

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte ha motivato la sua decisione sottolineando che i giudici di merito avevano errato nel non valutare un aspetto fondamentale: se nel comportamento della Pubblica Amministrazione fosse ravvisabile un ritardo ingiustificato nella liquidazione delle somme. Un’interpretazione che non tenesse conto di tale circostanza finirebbe per penalizzare il cittadino a causa di un inadempimento dell’ente pubblico. Il ritardo della P.A., in questi casi, non è un mero posticipo del pagamento, ma si configura come un vero e proprio inadempimento che altera il quadro giuridico e fiscale a svantaggio del creditore. Pertanto, la sentenza impugnata è stata cassata con rinvio, e il nuovo giudice dovrà procedere a questa specifica valutazione.

Conclusioni

Questa ordinanza consolida un principio di equità e di tutela del cittadino nei confronti dell’inerzia della Pubblica Amministrazione. In pratica, chi ha subito un’occupazione illegittima o un esproprio in un’epoca in cui le relative somme non erano tassabili, ma ha ricevuto il pagamento solo molti anni dopo, a seguito dell’introduzione della legge sulla tassazione plusvalenza, ha un’arma in più. Potrà contestare il prelievo fiscale dimostrando che il pagamento è avvenuto con un ritardo non giustificabile, imputabile all’ente pubblico. La decisione sposta l’onere sul giudice di merito di verificare la “ragionevolezza” dei tempi di pagamento, aprendo la strada a possibili rimborsi per molti contribuenti.

Le somme ricevute come risarcimento per un’occupazione usurpativa sono soggette a tassazione?
Sì, in linea di principio. La Corte di Cassazione ha confermato che la ritenuta d’imposta si applica a tutte le somme che risarciscono la perdita della proprietà per la realizzazione di un’opera pubblica, inclusi i casi di occupazione illegittima, in quanto generano una plusvalenza tassabile.

Esiste un’eccezione alla tassazione di queste plusvalenze?
Sì. La plusvalenza non è imponibile se il pagamento da parte della Pubblica Amministrazione è avvenuto con un ritardo ingiustificato che ha causato l’applicazione di una normativa fiscale più svantaggiosa (in questo caso, la legge n. 413/1991), la quale non era in vigore quando il pagamento sarebbe dovuto avvenire in tempi ragionevoli.

Cosa ha deciso la Corte nel caso specifico?
La Corte ha cassato la sentenza precedente e ha rinviato il caso alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado. Questo giudice dovrà riesaminare i fatti per accertare se vi sia stato un ritardo ingiustificato da parte della P.A. nel liquidare le somme, perché, se così fosse, la tassazione sulla plusvalenza non sarebbe dovuta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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