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Tassazione piattaforme marine: la Cassazione rinvia

Una società energetica contesta la tassazione di piattaforme marine ai fini IMU per il 2016-2017, sostenendo la mancanza di potere impositivo del Comune e l’impossibilità di accatastamento. La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, non decide nel merito ma rinvia la causa. La decisione è motivata dalla richiesta congiunta delle parti, impegnate in trattative avanzate per un accordo stragiudiziale volto a risolvere la complessa controversia.

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Pubblicato il 3 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Tassazione Piattaforme Marine: La Cassazione Apre alla Soluzione Stragiudiziale

La Corte di Cassazione si è recentemente pronunciata con un’ordinanza interlocutoria su un tema di grande rilevanza per il settore energetico e per gli enti locali: la tassazione piattaforme marine ai fini dell’Imposta Municipale Propria (IMU) per gli anni antecedenti all’introduzione di una normativa specifica. La vicenda vede contrapposte una grande società energetica e un ente di riscossione locale, ma la decisione della Corte non entra nel merito della complessa questione, preferendo rinviare la trattazione per consentire alle parti di perfezionare un accordo stragiudiziale.

I Fatti del Caso

Una primaria società energetica ha impugnato una serie di avvisi di accertamento emessi da un’agenzia di riscossione per conto di un Comune. Tali avvisi richiedevano il pagamento dell’IMU per gli anni 2016 e 2017, in relazione al possesso di diverse piattaforme marine situate nel mare Adriatico e destinate all’estrazione di idrocarburi. La società ha perso nei primi due gradi di giudizio, presso la Corte di giustizia tributaria, e ha quindi proposto ricorso per cassazione, sollevando ben diciotto motivi di contestazione.

I Motivi del Ricorso: La Tassazione delle Piattaforme Marine in Discussione

Il ricorso della società si fondava su una serie di argomentazioni complesse e articolate, che possono essere raggruppate in alcune macro-aree tematiche.

Carenza di Potere Impositivo del Comune

Il punto centrale della difesa era la presunta assenza di potere impositivo del Comune su beni situati al di fuori della propria circoscrizione territoriale. Secondo la ricorrente, il mare non fa parte del territorio comunale e, pertanto, mancherebbe il presupposto fondamentale per l’applicazione di un tributo locale come l’IMU. L’ente locale non potrebbe estendere la propria sovranità fiscale su un’area, il mare territoriale, che appartiene allo Stato.

La Natura Giuridica delle Piattaforme: Sono “Beni Immobili” Tassabili?

Un altro filone di argomentazioni riguardava il presupposto oggettivo dell’imposta. La società sosteneva che le piattaforme, pur essendo saldamente ancorate al fondale, non potessero essere considerate “beni immobili” ai sensi del codice civile e della normativa catastale. La legge, infatti, non includerebbe esplicitamente il mare e il fondale marino nella nozione di “suolo”, elemento essenziale per la qualificazione immobiliare.

L’Ostacolo dell’Accatastamento

Strettamente connessa alla questione precedente è l’impossibilità di accatastare le piattaforme marine. Il presupposto per l’applicazione dell’IMU è che l’immobile sia iscritto o iscrivibile in catasto. La società ha evidenziato come l’intera normativa e la cartografia catastale siano storicamente limitate alla terraferma, rendendo le piattaforme di fatto non censibili secondo le regole ordinarie. Di conseguenza, senza accatastamento, verrebbe meno la base stessa per l’imponibilità.

L’Impatto della Nuova Legge (IMPi)

La ricorrente ha inoltre sottolineato come il legislatore, con il D.L. 124/2019, abbia introdotto una specifica Imposta Immobiliare sulle Piattaforme Marine (IMPi). Questo intervento normativo, secondo la società, dimostrerebbe l’assenza di una precedente disciplina applicabile, sanando un vuoto legislativo e non potendo avere effetti retroattivi per gli anni oggetto di contestazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte, con l’ordinanza in esame, ha preso atto di una richiesta congiunta presentata dalle parti. Entrambe hanno segnalato l’esistenza di trattative avanzate per un “generale riassetto dei rapporti intercorrenti”, volto a una composizione stragiudiziale della controversia. In considerazione della complessità delle questioni giuridiche e della volontà delle parti di trovare un accordo, i giudici hanno ritenuto opportuno accogliere la richiesta.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte è di natura prettamente procedurale. Riconoscendo la particolare articolazione dei motivi di ricorso e l’opportunità di favorire una soluzione concordata, la Corte ha rinviato la trattazione del ricorso a nuovo ruolo. Questa scelta permette alle parti di avere il tempo necessario per perfezionare l’accordo, in linea con recenti orientamenti legislativi che incentivano le soluzioni conciliative anche nelle fasi più avanzate del contenzioso tributario, inclusi i giudizi pendenti in Cassazione.

Le Conclusioni

L’ordinanza, pur non risolvendo la complessa disputa sulla tassazione piattaforme marine per il passato, offre un’importante indicazione pratica. Dimostra che anche le controversie fiscali più complesse e di principio possono trovare una soluzione negoziata tra contribuente ed ente impositore. La disponibilità della Suprema Corte a concedere tempo per la finalizzazione di un accordo stragiudiziale rappresenta un segnale di apertura verso strumenti deflattivi del contenzioso, valorizzando l’autonomia delle parti nel comporre i propri interessi anche quando la lite è giunta al massimo grado di giudizio.

Le piattaforme marine erano soggette a IMU prima dell’introduzione della specifica imposta IMPi nel 2019?
L’ordinanza non fornisce una risposta definitiva a questa domanda, in quanto la Corte ha rinviato la decisione sul merito per consentire alle parti di raggiungere un accordo. La questione rimane il nucleo della controversia legale.

Qual è stata la decisione finale della Corte di Cassazione in questo caso?
La Corte non ha emesso una decisione finale sul merito della causa. Ha emesso un’ordinanza interlocutoria con cui ha rinviato la trattazione del ricorso, accogliendo una richiesta congiunta delle parti che stanno negoziando un accordo stragiudiziale per risolvere la controversia.

È possibile risolvere una controversia fiscale con un accordo anche se il caso è già arrivato in Cassazione?
Sì, l’ordinanza conferma questa possibilità. La Corte ha ritenuto opportuno concedere un rinvio proprio per permettere alla società e all’ente di riscossione di perfezionare l’accordo stragiudiziale, dimostrando che la via della conciliazione è percorribile anche nel grado più alto del giudizio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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