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Tassazione Piattaforme Marine: il rinvio strategico

Una società energetica ha contestato l’applicazione dell’IMU sulle sue piattaforme marine, sostenendo la mancanza di potere impositivo del Comune e l’impossibilità di accatastamento dei beni. La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, non ha deciso nel merito ma ha rinviato la trattazione del caso. Questa decisione è stata presa per consentire alle parti di finalizzare un accordo stragiudiziale, data la complessità della materia sulla tassazione piattaforme marine.

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Pubblicato il 3 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Tassazione Piattaforme Marine: La Cassazione Apre la Via all’Accordo Stragiudiziale

La questione della tassazione piattaforme marine ai fini IMU rappresenta da anni un terreno di scontro legale tra le società energetiche e gli enti locali. Un’ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione getta una nuova luce sulla possibile risoluzione di queste complesse controversie, privilegiando la via dell’accordo tra le parti piuttosto che una pronuncia definitiva.

I Fatti di Causa: Una Disputa Fiscale in Mare Aperto

Il caso trae origine dal ricorso di una importante società energetica contro una serie di avvisi di accertamento emessi da un’agenzia di riscossione comunale. L’oggetto del contendere era il pagamento dell’IMU per gli anni 2018 e 2019, relativa a diverse piattaforme per l’estrazione di idrocarburi situate nel mare territoriale Adriatico.

La Corte di giustizia tributaria di secondo grado aveva dato ragione all’ente locale, ma la società ha impugnato la decisione dinanzi alla Corte di Cassazione, sollevando ben diciotto motivi di ricorso che mettono in discussione i fondamenti stessi del potere impositivo comunale su tali strutture.

Le Argomentazioni sulla Tassazione Piattaforme Marine

I motivi del ricorso presentati dalla società si possono raggruppare in alcune aree tematiche principali, che evidenziano la complessità della materia.

1. Carenza di Potere Impositivo e Giurisdizione Territoriale

Il fulcro dell’argomentazione è che il Comune non avrebbe il potere di tassare beni situati al di fuori della propria circoscrizione territoriale. Le piattaforme, essendo collocate in mare, si troverebbero al di fuori dei confini comunali. La società ha sostenuto che il mare non costituisce “territorio comunale” e che l’IMU, in quanto tributo locale, presuppone un legame diretto tra l’immobile e il territorio dell’ente che lo impone.

2. Assenza del Presupposto Oggettivo: la Mancata Accatastabilità

Un altro punto cruciale riguarda il presupposto oggettivo dell’imposta. Secondo la società, l’IMU si applica solo a fabbricati iscritti o iscrivibili in catasto. Le piattaforme marine, per la loro natura e collocazione, non sarebbero accatastabili secondo la normativa vigente, che si riferirebbe esclusivamente alla terraferma. Mancando questo requisito fondamentale, verrebbe meno la base stessa dell’imponibilità.

3. L’Introduzione dell’IMPi come Prova a Sostegno

La società ha inoltre evidenziato come la successiva introduzione di un’imposta specifica, l’IMPi (Imposta immobiliare sulle piattaforme marine), con il D.L. 124/2019, dimostrerebbe l’assenza di una base normativa preesistente per la tassazione di tali strutture ai fini IMU. Se fosse stata necessaria una nuova legge, significa che quella vecchia non era applicabile.

La Decisione della Corte: Un Rinvio Strategico

Contrariamente alle aspettative di una decisione sul merito della questione, la Corte di Cassazione non si è pronunciata sui complessi temi sollevati. Ha invece preso atto di una richiesta congiunta avanzata da entrambe le parti per un rinvio della trattazione. Il motivo? Le parti hanno avviato un percorso per raggiungere un accordo stragiudiziale volto a risolvere la controversia in via definitiva.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte è di natura prettamente procedurale ma di grande rilevanza pratica. I giudici hanno riconosciuto la “particolare articolazione” e la “complessità” delle questioni giuridiche sollevate. Hanno considerato che la volontà delle parti di definire la lite in via stragiudiziale fosse meritevole di accoglimento, in linea con un orientamento legislativo che favorisce le soluzioni conciliative anche nelle controversie pendenti in Cassazione.

Di conseguenza, la Corte ha disposto il rinvio del ricorso a nuovo ruolo, concedendo di fatto alle parti il tempo necessario per perfezionare il loro accordo. Questa scelta evita di emettere una sentenza che potrebbe avere impatti dirompenti su un settore strategico, preferendo una soluzione consensuale che possa bilanciare gli interessi in gioco.

Conclusioni

L’ordinanza, pur non risolvendo il dibattito sulla tassazione piattaforme marine, offre importanti spunti di riflessione. Dimostra un approccio pragmatico della Suprema Corte, che riconosce come la composizione stragiudiziale possa essere, in casi di elevata complessità tecnica e normativa, una via più efficiente e soddisfacente per tutte le parti coinvolte. La decisione lascia aperta la questione giuridica di fondo, ma suggerisce che, per il futuro, la via del dialogo e dell’accordo potrebbe diventare un modello per la gestione di contenziosi fiscali di questa portata.

Perché la società energetica ha fatto ricorso in Cassazione?
Per contestare la legittimità degli avvisi di accertamento IMU relativi alle sue piattaforme marine, sostenendo principalmente che il Comune non avesse potere impositivo su beni situati nel mare territoriale e che mancasse il presupposto oggettivo della tassazione, cioè l’iscrizione in catasto.

Qual è il principale argomento legale contro la tassazione delle piattaforme?
L’argomento principale è la carenza di giurisdizione territoriale dell’ente locale. Poiché le piattaforme si trovano in mare, al di fuori dei confini del territorio comunale, e l’IMU è un tributo strettamente locale, secondo la ricorrente verrebbe a mancare il presupposto essenziale per l’esercizio del potere impositivo.

Cosa ha deciso la Corte di Cassazione con questa ordinanza?
La Corte di Cassazione non ha deciso il merito della controversia. Ha invece accolto una richiesta congiunta delle parti e ha rinviato la trattazione del ricorso, per consentire loro di perfezionare un accordo stragiudiziale per la risoluzione della controversia.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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