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Tassazione pensione integrativa: parità tra pubblici e privati

Una dipendente pubblica ha richiesto il rimborso delle maggiori imposte versate sulla sua pensione integrativa. La Corte di Cassazione, richiamando una sentenza della Corte Costituzionale, ha stabilito l’illegittimità della normativa che prevedeva un trattamento fiscale deteriore per i dipendenti pubblici rispetto a quelli privati. Di conseguenza, ha annullato la decisione sfavorevole della Commissione Tributaria Regionale, affermando il diritto della contribuente a un regime di tassazione pensione integrativa più favorevole e paritario.

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Pubblicato il 17 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Tassazione Pensione Integrativa: La Cassazione Sancisce la Parità tra Pubblico e Privato

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha messo un punto fermo sulla controversa questione della tassazione pensione integrativa per i dipendenti pubblici, eliminando una disparità di trattamento rispetto ai colleghi del settore privato. La decisione si fonda su un precedente intervento della Corte Costituzionale, che aveva già giudicato illegittima la normativa discriminatoria. Vediamo nel dettaglio i fatti, il percorso giuridico e le importanti conclusioni di questa pronuncia.

I Fatti di Causa

Il caso nasce dal ricorso di una dipendente pubblica contro il silenzio-rifiuto dell’Agenzia delle Entrate su un’istanza di rimborso. La contribuente chiedeva la restituzione delle maggiori imposte trattenute sulla sua pensione integrativa, erogata dall’INPS. Sosteneva che l’aliquota avrebbe dovuto essere ricalcolata nella misura più favorevole del 15%, come previsto dal D.Lgs. 252/2005 per le forme pensionistiche complementari.

La Commissione Tributaria Regionale del Lazio, tuttavia, aveva respinto le sue ragioni. Secondo i giudici di merito, una norma specifica (art. 23, comma 6, D.Lgs. 252/2005) imponeva, per i dipendenti pubblici, l’applicazione del regime fiscale previgente, meno vantaggioso, fino all’emanazione di un apposito decreto attuativo. Contro questa decisione, la lavoratrice ha proposto ricorso in Cassazione.

La Decisione della Corte sulla Tassazione Pensione Integrativa

La Suprema Corte ha ritenuto il ricorso fondato, ribaltando completamente la decisione precedente. Il punto cruciale del ragionamento dei giudici di legittimità è il richiamo alla sentenza n. 218 del 2019 della Corte Costituzionale.

Con quella storica pronuncia, la Consulta aveva dichiarato l’illegittimità costituzionale proprio della norma applicata dalla CTR. La disposizione creava un’ingiustificata discriminazione fiscale tra dipendenti pubblici e privati in relazione a somme percepite a titolo di riscatto della posizione individuale maturata presso una forma di previdenza complementare.

La Cassazione, facendo proprio questo principio, ha affermato che non esiste alcuna ragione valida per applicare un regime fiscale più penalizzante ai lavoratori del settore pubblico.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte si basano sul principio fondamentale di eguaglianza sancito dall’art. 3 della Costituzione. La Corte Costituzionale aveva evidenziato che le due situazioni – riscatto della posizione previdenziale per un dipendente privato e per uno pubblico – sono sostanzialmente omogenee. Pertanto, differenziarne il trattamento fiscale viola il principio di eguaglianza tributaria.

Inoltre, la finalità della normativa agevolativa sulla previdenza complementare, ossia incentivare forme di risparmio previdenziale per integrare le pensioni future (in attuazione dell’art. 38 della Costituzione), è identica sia per i lavoratori pubblici che per quelli privati. Non vi sono, dunque, elementi che possano giustificare una disomogeneità nel trattamento fiscale agevolato.

La Corte ha quindi concluso che l’applicazione del regime fiscale più favorevole previsto dal D.Lgs. 252/2005 deve essere estesa anche ai dipendenti delle pubbliche amministrazioni, eliminando la precedente discriminazione.

Le Conclusioni

In accoglimento del ricorso, la Corte di Cassazione ha cassato la sentenza impugnata e ha rinviato la causa alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado del Lazio. Quest’ultima dovrà riesaminare il caso attenendosi al principio di diritto enunciato, ovvero riconoscendo alla contribuente il diritto al regime fiscale più favorevole. Questa ordinanza non solo risolve il caso specifico, ma consolida un orientamento giurisprudenziale cruciale, garantendo parità di trattamento e giustizia fiscale a tutti i lavoratori che investono nel proprio futuro attraverso la previdenza complementare.

La tassazione della pensione integrativa per i dipendenti pubblici è diversa da quella dei dipendenti privati?
No. Secondo la Corte di Cassazione, che si basa su una precedente sentenza della Corte Costituzionale, applicare un trattamento fiscale diverso e più svantaggioso ai dipendenti pubblici è illegittimo, in quanto viola il principio di eguaglianza. Entrambe le categorie di lavoratori hanno diritto allo stesso regime fiscale agevolato.

Perché la norma che prevedeva un trattamento fiscale differente è stata dichiarata incostituzionale?
È stata dichiarata incostituzionale per violazione dell’art. 3 della Costituzione (principio di eguaglianza). La Corte Costituzionale ha ritenuto che non esistesse alcuna ragionevole giustificazione per discriminare tra dipendenti pubblici e privati riguardo alla tassazione di prestazioni previdenziali complementari, dato che le situazioni sono sostanzialmente identiche e la finalità di incentivare la previdenza integrativa è comune.

Cosa significa che la Cassazione ha ‘cassato con rinvio’ la sentenza?
Significa che la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza della Commissione Tributaria Regionale. Tuttavia, non ha deciso direttamente nel merito della richiesta di rimborso, ma ha ‘rinviato’ il caso a un altro giudice (la Corte di giustizia tributaria di secondo grado in diversa composizione), che dovrà emettere una nuova sentenza applicando il principio di diritto stabilito dalla Cassazione, ossia quello della parità di trattamento fiscale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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