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Tassazione OPA: la Cassazione rinvia la decisione

La Corte di Cassazione, con un’ordinanza interlocutoria, ha rinviato a pubblica udienza la decisione sulla corretta tassazione OPA. Il caso riguarda una società che, a seguito di un’offerta pubblica di acquisto, aveva applicato un’aliquota agevolata, contestata dall’Agenzia delle Entrate. I giudici di merito avevano dato ragione al contribuente, ma la Corte Suprema ha ritenuto la questione troppo complessa e priva di precedenti per una decisione immediata, data l’implicazione di normative nazionali ed europee in materia finanziaria.

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Pubblicato il 20 agosto 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Tassazione OPA: la Cassazione prende tempo su un caso complesso

Una recente ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione ha messo in pausa una decisione cruciale in materia di tassazione OPA (Offerta Pubblica di Acquisto). La Suprema Corte ha ritenuto la questione talmente complessa e ricca di implicazioni da non poter essere risolta in camera di consiglio, rinviando il tutto a una pubblica udienza per un esame più approfondito. Vediamo i dettagli di una vicenda che potrebbe definire nuovi contorni per le imposte sulle transazioni finanziarie.

I Fatti del Caso

Una holding company aveva lanciato un’offerta pubblica di acquisto volontaria per acquisire il controllo totale di una nota società quotata. In relazione a questa operazione, la società riteneva di poter beneficiare di un’aliquota fiscale ridotta (0,1%) prevista per determinate transazioni su mercati regolamentati, in luogo di quella ordinaria (0,2%). A tal fine, aveva presentato un interpello all’Agenzia delle Entrate per avere conferma del trattamento fiscale agevolato.

L’amministrazione finanziaria, tuttavia, ha dato risposta negativa, sostenendo che l’operazione fosse esclusa dalle ipotesi agevolate. Di conseguenza, la società ha versato l’imposta con l’aliquota maggiore, per un importo di oltre 2,6 miliardi di euro, presentando contestualmente un’istanza di rimborso parziale. Di fronte al silenzio-rifiuto dell’ufficio, la società ha avviato un contenzioso tributario.

L’Iter Giudiziario e la questione della tassazione OPA

Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale hanno dato ragione alla società contribuente. Secondo i giudici di merito, l’OPA si era svolta all’interno di un mercato regolamentato, garantendo trasparenza e tutela per tutti i soci, specialmente quelli di minoranza. Questa logica, a loro avviso, era perfettamente in linea con la finalità della norma agevolativa. Hanno inoltre respinto la tesi dell’Agenzia secondo cui mancasse una ‘molteplicità di interessi coinvolti’, sottolineando come un’OPA, per sua natura, sia una procedura che coinvolge e protegge tutti gli azionisti della società target.

L’Agenzia delle Entrate non si è arresa e ha presentato ricorso in Cassazione, contestando la decisione d’appello.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione, con la presente ordinanza interlocutoria, non ha deciso nel merito, ma ha spiegato perché non poteva farlo in quella sede. La questione presenta profili di novità assoluta, senza precedenti specifici in giurisprudenza. Inoltre, il tema della tassazione OPA coinvolge problematiche complesse che vanno oltre il semplice dato letterale della norma.

I giudici supremi hanno evidenziato la necessità di approfondire vari aspetti: la natura del mercato regolamentato, le differenze tra OPA volontaria e obbligatoria, la pluralità degli interessi coinvolti e la natura stessa dell’OPA nel panorama delle transazioni finanziarie. Aspetti che, peraltro, si intrecciano con la disciplina dell’Unione Europea sugli strumenti finanziari e con la normativa nazionale (TUF) sui controlli di mercato, incluso il ruolo della Consob. Proprio questa complessità e la rilevanza dei principi in gioco hanno spinto la Corte a ritenere indispensabile una trattazione in pubblica udienza, dove il dibattito tra le parti può essere più ampio e approfondito.

Le conclusioni

La decisione di rinvio della Cassazione non è una semplice mossa procedurale, ma un segnale dell’importanza che la Corte attribuisce alla questione. L’esito finale di questo caso avrà un impatto significativo non solo per le parti coinvolte, ma per l’intero mercato finanziario. La sentenza che scaturirà dalla pubblica udienza fornirà un chiarimento fondamentale su come applicare l’imposta sulle transazioni finanziarie a operazioni complesse come le offerte pubbliche di acquisto. Si attende quindi con grande interesse la futura pronuncia, che farà da apripista e punto di riferimento per la tassazione OPA e, più in generale, per le operazioni di finanza straordinaria in Italia.

Qual è la questione giuridica al centro del caso?
La questione principale è se un’offerta pubblica di acquisto (OPA) volontaria, svolta su un mercato regolamentato, abbia diritto all’applicazione di un’aliquota fiscale ridotta (0,1%) sull’imposta sulle transazioni finanziarie, oppure se debba essere soggetta all’aliquota ordinaria (0,2%).

Perché i giudici tributari di primo e secondo grado hanno dato ragione alla società?
I giudici di merito hanno ritenuto che l’OPA rientrasse nella logica della norma agevolativa, in quanto si tratta di un’operazione svolta su mercati regolamentati, caratterizzata da trasparenza e procedure che garantiscono la tutela di tutti i soci, specialmente quelli di minoranza, esposti a un cambio di controllo societario.

Cosa ha deciso la Corte di Cassazione con questa ordinanza?
La Corte di Cassazione non ha emesso una sentenza definitiva. Ha deciso di rinviare la causa a una pubblica udienza, ritenendo la questione inedita, complessa e meritevole di un approfondimento maggiore, date le sue implicazioni con il diritto dell’Unione Europea e la normativa nazionale sugli strumenti finanziari e i controlli di mercato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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