LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Tassazione indennità esproprio: la guida completa

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 1887/2024, ha stabilito che la tassazione dell’indennità di esproprio dipende dalla natura edificabile del terreno al momento dell’avvio della procedura, non dalla sua futura destinazione. L’ordinanza chiarisce anche che l’omessa ritenuta d’acconto da parte dell’ente espropriante non esonera il contribuente dal pagamento dell’imposta e delle relative sanzioni, confermando la sua responsabilità solidale.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 25 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Tassazione indennità esproprio: i chiarimenti della Cassazione

La questione della tassazione dell’indennità di esproprio è un tema complesso che spesso genera dubbi nei contribuenti. Quando la somma ricevuta per la cessione di un terreno destinato a un’opera pubblica deve essere dichiarata al Fisco? E cosa succede se l’ente che paga non effettua la ritenuta d’acconto? A queste domande ha risposto la Corte di Cassazione con una recente ordinanza, la n. 1887 del 2024, fornendo principi chiari sia sulla natura del terreno sia sulla responsabilità del contribuente.

I Fatti del Caso

Un contribuente aveva percepito una somma considerevole a seguito della cessione volontaria di un suo immobile, coinvolto in una procedura di espropriazione per la realizzazione di un’opera pubblica. L’ente espropriante, tuttavia, non aveva operato la ritenuta d’acconto del 20% prevista dalla legge su tali somme. Successivamente, l’Agenzia delle Entrate notificava al contribuente un avviso di accertamento, richiedendo il pagamento dell’imposta evasa e applicando le relative sanzioni.

Il contribuente si opponeva, sostenendo che il terreno, a seguito dell’approvazione del progetto, dovesse essere considerato non edificabile e quindi l’indennità non tassabile. Le commissioni tributarie di primo e secondo grado avevano parzialmente accolto le sue ragioni, confermando la tassabilità della somma ma annullando le sanzioni, ritenendo che il contribuente fosse stato indotto in errore dal comportamento dell’ente espropriante. Entrambe le parti, insoddisfatte, proponevano ricorso in Cassazione.

Analisi della Tassazione dell’Indennità di Esproprio

La Corte di Cassazione ha affrontato due questioni fondamentali: la tassabilità dell’indennità e la legittimità delle sanzioni. Per quanto riguarda il primo punto, la Corte ha rigettato il ricorso del contribuente, affermando un principio cruciale.

La tassabilità delle plusvalenze derivanti da indennità di esproprio o cessioni volontarie dipende dalla classificazione urbanistica del terreno al momento in cui la procedura espropriativa ha inizio. Nel caso specifico, al momento dell’approvazione dell’opera, il terreno ricadeva in una zona urbanistica che lo qualificava come edificabile. Secondo i giudici, il fatto che l’approvazione del progetto per l’opera pubblica imprimesse un vincolo espropriativo non era sufficiente a mutare la natura edificabile del bene ai fini fiscali. Pertanto, l’indennità percepita era correttamente soggetta a tassazione.

La Responsabilità del Contribuente e le Sanzioni

Sul secondo punto, la Corte ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, ribaltando la decisione dei giudici di merito che avevano annullato le sanzioni. La Cassazione ha chiarito che l’ente espropriante agisce come sostituto d’imposta, avendo l’obbligo di trattenere e versare l’imposta per conto del contribuente.

Tuttavia, l’inadempimento del sostituto d’imposta non libera il contribuente (sostituito) dalla sua obbligazione tributaria. Tra i due soggetti si instaura un rapporto di responsabilità solidale. Ciò significa che l’Amministrazione Finanziaria può legittimamente richiedere il pagamento dell’imposta non versata direttamente al contribuente. Di conseguenza, il mancato versamento dell’imposta giustifica pienamente l’applicazione delle sanzioni a carico del contribuente, il quale avrebbe dovuto comunque dichiarare il reddito percepito. L’errore o l’omissione dell’ente espropriante non costituisce una valida causa di giustificazione per il contribuente.

Le Motivazioni della Corte

La Corte ha motivato la sua decisione richiamando la normativa di riferimento e la giurisprudenza consolidata. Per quanto riguarda la tassabilità, si è sottolineato che il momento rilevante per la classificazione del terreno è l’inizio della procedura espropriativa. La qualifica di ‘terreno edificabile’ in quella fase determina l’imponibilità delle somme percepite, a prescindere dalla futura destinazione a servizi pubblici. Per quanto concerne le sanzioni, la Corte ha riaffermato il principio della solidarietà tra sostituto e sostituito. La condotta inadempiente del primo (l’ente che paga) non può costituire un’esimente per il secondo (il contribuente che riceve la somma), che rimane l’obbligato principale verso il Fisco e, pertanto, è soggetto a sanzioni in caso di omesso versamento.

Conclusioni

L’ordinanza della Corte di Cassazione offre due importanti lezioni pratiche. Primo, per determinare la tassazione dell’indennità di esproprio, è fondamentale verificare la classificazione urbanistica del terreno all’inizio della procedura, poiché questa determina la natura imponibile dei proventi. Secondo, il contribuente non può fare affidamento sull’operato del sostituto d’imposta per essere liberato dai propri obblighi fiscali. Anche in caso di mancata applicazione della ritenuta, il contribuente è tenuto a dichiarare la somma percepita e a versare l’imposta dovuta per non incorrere in accertamenti e sanzioni.

Quando l’indennità per un terreno espropriato è soggetta a tassazione?
L’indennità è soggetta a tassazione quando il terreno, al momento dell’avvio della procedura di esproprio, è classificato come edificabile dagli strumenti urbanistici. La futura destinazione a opera pubblica non ne modifica la natura imponibile ai fini fiscali.

L’omessa ritenuta da parte dell’ente espropriante libera il contribuente dal pagamento delle tasse e delle sanzioni?
No. Secondo la Corte, l’omesso versamento della ritenuta da parte del sostituto d’imposta (l’ente espropriante) non esonera il contribuente (sostituito) dalla sua obbligazione tributaria. Il contribuente rimane solidalmente responsabile per il pagamento dell’imposta e, di conseguenza, è soggetto alle sanzioni in caso di mancato versamento.

La destinazione a opera pubblica di un terreno originariamente edificabile ne cambia la natura ai fini fiscali?
No. La Corte ha chiarito che l’imposizione di un vincolo espropriativo per la realizzazione di un’opera pubblica non è idonea a mutare la natura del bene, che resta qualificabile come terreno edificabile ai fini della tassazione dell’indennità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati