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Tassazione IMU F/2 e F/3: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione si è pronunciata sulla tassazione IMU F/2 e F/3, accogliendo il ricorso di un Comune contro due contribuenti. L’ordinanza chiarisce che gli immobili in costruzione (F/3) sono tassati sul valore dell’area edificabile, mentre le unità collabenti (F/2) non sono tassabili né come fabbricati né come aree, salvo demolizione. Il caso è stato rinviato alla corte territoriale per un nuovo esame.

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Pubblicato il 23 agosto 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Tassazione IMU F/2 e F/3: La Cassazione detta le regole

La corretta imposizione fiscale degli immobili rappresenta da sempre un tema complesso e dibattuto. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti fondamentali sulla tassazione IMU F/2 e F/3, ovvero quella relativa a unità collabenti (ruderi) e immobili in corso di costruzione. La decisione, di grande rilevanza per Comuni e proprietari immobiliari, definisce con precisione i criteri per determinare la base imponibile, risolvendo i dubbi interpretativi che spesso alimentano il contenzioso tributario.

I Fatti di Causa: Il Contenzioso tra Comune e Contribuenti

La vicenda trae origine da avvisi di accertamento per IMU e TASI relativi agli anni 2014-2015, emessi da un Comune nei confronti di due contribuenti. Oggetto della tassazione erano immobili censiti nel catasto edilizio urbano in categoria F/3 (“unità in corso di costruzione”) e F/2 (“unità collabente”).

I contribuenti avevano impugnato gli atti impositivi. Mentre la Commissione Tributaria Provinciale aveva respinto il loro ricorso, la Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado del Lazio aveva accolto l’appello, annullando di fatto le pretese del Comune. Secondo i giudici d’appello, la tassazione doveva basarsi unicamente sul valore dell’area di sedime (l’impronta a terra del fabbricato), considerata come area edificabile, escludendo il valore del fabbricato in costruzione o collabente. Insoddisfatto della decisione, il Comune ha proposto ricorso per Cassazione.

La questione procedurale: Il deposito telematico della notifica

Prima di entrare nel merito della questione, la Suprema Corte ha affrontato un’eccezione di improcedibilità. A seguito delle recenti riforme del processo telematico, il ricorrente che impugna una sentenza notificata via PEC ha l’onere di depositare, insieme al ricorso, anche il messaggio di posta elettronica certificata in formato nativo (.eml o .msg). Nel caso di specie, il Comune si era limitato a depositare una copia della sentenza con attestazione di conformità.

Nonostante la mancanza, la Corte ha ritenuto il ricorso procedibile. Ha applicato infatti un principio di “prova di resistenza”, osservando che lo scopo della norma è consentire la verifica della tempestività dell’impugnazione. Poiché la sentenza era stata pubblicata il 26 maggio 2023 e il ricorso notificato il 25 luglio 2023, era evidente il rispetto del termine breve di 60 giorni. L’accertamento sulla tempestività era quindi superfluo, sanando di fatto l’omissione formale.

Le motivazioni della Cassazione sulla tassazione IMU F/2 e F/3

Superato lo scoglio procedurale, la Corte di Cassazione ha analizzato il cuore della controversia, censurando la decisione dei giudici di secondo grado e riaffermando i propri consolidati orientamenti in materia di tassazione IMU F/2 e F/3.

La disciplina per gli immobili in corso di costruzione (F/3)

Per quanto riguarda gli immobili in categoria F/3, la Corte ha ribadito che l’iscrizione in catasto è “fittizia”, ovvero non attribuisce una rendita catastale e non crea una fattispecie imponibile autonoma. L’imposta, in questi casi, non può che gravare sull’area edificabile. Tuttavia, la base imponibile non è il valore dell’intera area, ma il valore venale del terreno, dal quale va detratto il valore del fabbricato in corso d’opera. L’imposta colpisce solo il suolo, considerando la costruzione un onere che ne diminuisce temporaneamente il valore di mercato.

La disciplina per le unità collabenti (F/2)

Ancora più netta è la posizione della Corte per le unità collabenti (categoria F/2). Un fabbricato in stato di degrado tale da non poter produrre reddito è, per definizione, privo di rendita. Di conseguenza, non può essere tassato ai fini IMU come “fabbricato”.

Inoltre, la Corte ha chiarito che tale immobile non è tassabile nemmeno come “area edificabile”. La presenza del rudere, infatti, preclude l’utilizzo edificatorio del suolo. L’area sottostante riacquista la sua natura di terreno edificabile, e diventa quindi tassabile come tale, solo a seguito dell’eventuale demolizione del fabbricato fatiscente. Fino a quel momento, l’immobile F/2 sfugge a qualsiasi imposizione IMU.

Le conclusioni: I Principi di Diritto e le Implicazioni Pratiche

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del Comune, cassando la sentenza impugnata e rinviando la causa alla Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado per un nuovo esame. Quest’ultima dovrà attenersi ai principi di diritto enunciati, che possono essere così sintetizzati:

1. Immobili F/3 (in costruzione): L’IMU si applica sul valore dell’area edificabile, al netto del valore del fabbricato in via di realizzazione.
2. Immobili F/2 (collabenti): Non sono soggetti a IMU né come fabbricati (per assenza di rendita) né come aree edificabili (finché il rudere non viene demolito).

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale chiaro, offrendo un punto di riferimento certo per contribuenti ed enti locali ed evitando interpretazioni errate che potrebbero portare a tassazioni non dovute.

Come si calcola l’IMU per un immobile in corso di costruzione (categoria F/3)?
L’imposta si applica solo sull’area edificabile. La base imponibile è data dal valore venale del terreno, dal quale deve essere detratto il valore del fabbricato in corso d’opera. La registrazione come F/3 è fittizia e non genera una base imponibile autonoma.

Un’unità collabente (categoria F/2) è soggetta a IMU?
No. Un immobile F/2 non è tassabile né come fabbricato, poiché è privo di rendita, né come area edificabile. L’area sottostante diventa tassabile come edificabile solo dopo la demolizione del rudere.

La mancata allegazione della notifica PEC in formato .eml rende sempre improcedibile il ricorso in Cassazione?
Non necessariamente. Secondo la Corte, se la tempestività del ricorso è palese e facilmente verificabile (ad esempio, quando il ricorso è notificato prima della scadenza del termine breve dalla pubblicazione della sentenza), l’omissione formale può essere superata e il ricorso considerato procedibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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