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Tassazione fondo pensione: l’onere della prova

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 3201/2024, ha rigettato il ricorso di un ex dirigente per un rimborso IRPEF. La Corte ha stabilito che per beneficiare della tassazione del fondo pensione con aliquota agevolata, il contribuente deve fornire la prova rigorosa che le somme derivino da un effettivo investimento del capitale sul mercato. La semplice certificazione aziendale non è sufficiente a dimostrare l’esistenza di un ‘rendimento’ tassabile in via agevolata.

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Pubblicato il 30 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Tassazione Fondo Pensione: la Prova del Rendimento è a Carico del Contribuente

La corretta tassazione del fondo pensione al momento della liquidazione è un tema di grande interesse, specialmente per quanto riguarda la possibilità di applicare un’aliquota agevolata sui rendimenti. Con la recente ordinanza n. 3201 del 5 febbraio 2024, la Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: spetta al contribuente dimostrare che una parte della somma ricevuta derivi da un effettivo investimento sul mercato. Approfondiamo questa importante decisione.

I Fatti del Caso

Un ex dirigente di una grande società energetica, al termine del suo rapporto di lavoro, ha ricevuto una somma a titolo di previdenza integrativa aziendale. Sull’intero importo è stata applicata la stessa ritenuta fiscale prevista per il Trattamento di Fine Rapporto (TFR). Il dirigente ha contestato questa tassazione, chiedendo un cospicuo rimborso IRPEF. La sua tesi era che una parte significativa della somma non fosse capitale, ma ‘rendimento’ generato dal fondo e, come tale, dovesse essere assoggettata a un’aliquota fiscale molto più bassa, pari al 12,50%.

Il caso ha avuto un lungo iter giudiziario. Dopo una prima sentenza favorevole in via subordinata, la Commissione Tributaria Regionale aveva dato ragione all’Agenzia delle Entrate. La questione era già arrivata in Cassazione una prima volta, la quale aveva rinviato la causa al giudice di merito, stabilendo il principio secondo cui la tassazione agevolata si applica solo al ‘rendimento netto’ derivante dalla gestione del capitale sul mercato.

Nonostante ciò, la Commissione Tributaria Regionale, nel riesaminare il caso, ha nuovamente respinto le pretese del contribuente. Contro quest’ultima decisione, il dirigente ha proposto un nuovo ricorso in Cassazione.

La Tassazione del Fondo Pensione Secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato definitivamente il ricorso del contribuente, confermando la decisione della Commissione Tributaria Regionale. La Corte ha chiarito che il principio di diritto da applicare è consolidato: per beneficiare di una tassazione del fondo pensione più favorevole, non basta affermare che una parte della somma sia un ‘rendimento’. È necessario fornire una prova concreta.

L’Onere della Prova nella Tassazione del Fondo Pensione

Il punto cruciale della decisione risiede nell’onere della prova. La Corte ha specificato che il contribuente, in quanto attore in senso sostanziale che chiede un rimborso, deve dimostrare in modo inequivocabile tre elementi:

1. L’effettivo impiego del capitale sul mercato: Bisogna provare che il fondo pensione abbia realmente investito le somme accantonate sui mercati finanziari.
2. La quantificazione del rendimento: È necessario dimostrare quale e quanto rendimento sia stato effettivamente conseguito da tali investimenti.
3. L’attribuzione del rendimento: Si deve provare come le plusvalenze generate siano state assegnate alla singola posizione individuale del dipendente.

Nel caso specifico, il fondo pensione era un fondo interno all’azienda, gestito tramite accantonamenti a bilancio. La Corte ha osservato che un simile fondo, per sua natura, non svolge un’attività di investimento sui mercati finanziari. La somma erogata al dirigente non derivava quindi dalla performance di investimenti, ma era predeterminata da accordi sindacali, basata sull’ultima retribuzione e sulla pensione. La differenza tra quanto versato e quanto liquidato non costituiva un ‘rendimento’ nel senso fiscale del termine, ma una mera differenza contabile.

Le Motivazioni della Corte

Le motivazioni della Corte si basano su un orientamento consolidato, che distingue nettamente tra il rendimento figurativo, calcolato in base a parametri interni all’azienda, e il rendimento reale, derivante da un’effettiva attività di investimento. La Cassazione ha sottolineato che il semplice prospetto fornito dall’azienda, che indicava una voce ‘rendimento’, non era una prova sufficiente. Tale documento non specificava i criteri di calcolo né dimostrava che le somme fossero state realmente investite e avessero generato un guadagno sul mercato.

La Corte ha ribadito che il contribuente non può limitarsi a produrre un conteggio aziendale, ma deve fornire la prova del fondamento della sua pretesa. In assenza di tale prova, l’intera prestazione erogata dal fondo pensione deve essere assoggettata al regime di tassazione separata previsto per le indennità di fine rapporto, senza alcuna distinzione tra capitale e rendimento.

Conclusioni

Questa ordinanza consolida un principio fondamentale in materia di tassazione del fondo pensione: la richiesta di un’aliquota agevolata sul rendimento è subordinata a un onere probatorio stringente a carico del contribuente. Non è sufficiente l’esistenza di una voce ‘rendimento’ in un prospetto aziendale. È indispensabile dimostrare, con prove concrete, che il fondo ha effettivamente investito il capitale sul mercato e che da tale investimento è derivato un guadagno reale. Per i lavoratori iscritti a fondi pensione interni, gestiti tramite accantonamenti a bilancio, diventa quindi molto difficile, se non impossibile, accedere a questo beneficio fiscale, poiché la natura stessa di tali fondi è spesso incompatibile con un’attività di investimento finanziario.

Quando si applica l’aliquota agevolata del 12,50% sulle somme liquidate da un fondo pensione?
L’aliquota agevolata si applica esclusivamente alla parte della somma che costituisce il ‘rendimento netto’, ovvero il guadagno derivante dall’effettivo investimento del capitale accantonato sui mercati finanziari. Non si applica a incrementi calcolati su basi diverse, come accordi contrattuali.

Chi deve dimostrare l’esistenza di un rendimento da investimento per ottenere la tassazione agevolata?
L’onere della prova è interamente a carico del contribuente. È lui che deve dimostrare che il fondo ha investito il capitale sul mercato, l’ammontare del rendimento conseguito e come questo sia stato attribuito alla sua posizione individuale.

La certificazione fornita dall’azienda che indica un ‘rendimento’ è sufficiente come prova?
No, secondo la Corte di Cassazione non è sufficiente. Un semplice conteggio o una certificazione aziendale che non specifichi i criteri di calcolo e non dimostri un reale investimento sul mercato non è considerata una prova adeguata a giustificare l’applicazione dell’aliquota agevolata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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