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Tassazione fondi pensione: l’onere della prova

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 25512/2024, ha stabilito che spetta al contribuente l’onere di provare quale parte della prestazione erogata da un fondo pensione costituisca rendimento finanziario, per poter beneficiare della tassazione fondi pensione agevolata al 12,50%. Un semplice prospetto del fondo, senza dettagli sugli investimenti di mercato, non è considerato prova sufficiente. La Corte ha cassato la decisione di merito che aveva dato ragione al contribuente, rinviando la causa per un nuovo esame basato su questo principio.

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Pubblicato il 19 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Tassazione Fondi Pensione: Come Provare il Rendimento per l’Aliquota Agevolata?

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, è tornata a fare chiarezza su un tema cruciale per molti lavoratori e pensionati: la tassazione fondi pensione. In particolare, la Suprema Corte ha delineato con precisione i confini dell’onere probatorio a carico del contribuente che intende beneficiare dell’aliquota agevolata del 12,50% sulla quota di rendimento delle prestazioni maturate prima del 2001. La decisione sottolinea che non basta una semplice attestazione del fondo, ma è necessaria una prova concreta dell’investimento sul mercato.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine dalla richiesta di rimborso IRPEF avanzata da un ex dirigente di una nota compagnia. Il contribuente aveva ricevuto un rimborso dall’Amministrazione Finanziaria per ritenute considerate non dovute sulla sua indennità di previdenza. Successivamente, tuttavia, l’Ufficio emetteva una cartella di pagamento per recuperare le stesse somme, ritenendo il rimborso non spettante.

Il contribuente impugnava la cartella e otteneva ragione sia in primo che in secondo grado. I giudici di merito avevano ritenuto provato il suo diritto al rimborso e alla tassazione agevolata sulla base della documentazione prodotta, tra cui un prospetto rilasciato dalla cassa di previdenza aziendale che indicava le somme accantonate e il rendimento maturato. L’Amministrazione Finanziaria, insoddisfatta, ricorreva per Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso dell’Amministrazione Finanziaria, annullando la sentenza della Commissione Tributaria Regionale e rinviando la causa a un nuovo giudice di secondo grado. Il principio affermato è netto: l’onere di dimostrare quale parte della prestazione del fondo pensione derivi da un effettivo rendimento finanziario, e quindi soggetta all’aliquota favorevole, grava interamente sul contribuente.

Le Motivazioni: Tassazione Fondi Pensione e Onere della Prova

La Corte ha fondato la sua decisione richiamando un consolidato orientamento giurisprudenziale, inaugurato dalle Sezioni Unite nel 2011. La tassazione delle prestazioni dei fondi pensione integrativi maturati fino al 31 dicembre 2000 segue un doppio binario:

1. La sorte capitale, ovvero la somma dei contributi versati, è soggetta a tassazione separata secondo le regole ordinarie.
2. Il rendimento, ossia l’incremento del capitale derivante dalla gestione e dall’investimento sul mercato finanziario da parte del fondo, beneficia di una ritenuta agevolata del 12,50%.

Il punto cruciale, evidenziato dai giudici, è che per applicare questa aliquota di favore non è sufficiente un generico riferimento a un ‘rendimento’ indicato dal fondo. Il contribuente deve fornire la prova concreta che tale incremento patrimoniale sia il frutto di un effettivo investimento dei capitali sul mercato finanziario.

Nel caso di specie, la Corte ha ritenuto che i documenti prodotti dall’ex dirigente (l’attestazione della cassa previdenza e i suoi calcoli) fossero insufficienti. Essi, infatti, non specificavano i criteri utilizzati per quantificare la voce ‘rendimento’ e non dimostravano in alcun modo l’effettivo impiego del capitale accantonato sul mercato, né i risultati ottenuti da tale investimento. Di conseguenza, i giudici di merito avevano errato nel considerarla una prova sufficiente.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per i Contribuenti

Questa ordinanza rafforza un principio fondamentale in materia di tassazione fondi pensione: la responsabilità della prova è del contribuente. Chiunque voglia beneficiare del regime fiscale più vantaggioso sulla quota di rendimento della propria posizione previdenziale deve attivarsi per ottenere dal proprio fondo pensione una documentazione dettagliata e analitica.

Non basta un certificato che indichi un valore complessivo di rendimento, ma è necessario poter dimostrare, con dati e prospetti chiari, che quelle somme sono il risultato di specifiche operazioni di investimento sui mercati. In assenza di una prova così rigorosa, l’Amministrazione Finanziaria è legittimata a considerare l’intera prestazione come capitale e ad applicare la tassazione ordinaria, meno favorevole.

Chi deve dimostrare quale parte della prestazione del fondo pensione è “rendimento” per ottenere la tassazione agevolata?
Spetta esclusivamente al contribuente fornire la prova che una determinata quota della prestazione ricevuta costituisce rendimento finanziario derivante da un effettivo impiego sul mercato, per poter beneficiare dell’aliquota agevolata.

È sufficiente presentare un prospetto del fondo di previdenza per provare il diritto all’aliquota del 12,50%?
No. Secondo la Corte di Cassazione, un prospetto generico che non specifichi i criteri di calcolo del rendimento e non dimostri l’effettivo investimento dei capitali sul mercato finanziario e i risultati ottenuti, non è una prova sufficiente.

Qual è la corretta tassazione per le prestazioni dei fondi pensione maturate fino al 31 dicembre 2000?
Per gli importi maturati fino a tale data, la prestazione è soggetta a un doppio regime: la parte capitale è assoggettata a tassazione separata ordinaria, mentre la parte derivante dal rendimento finanziario della gestione è soggetta alla ritenuta agevolata del 12,50%, a condizione che il contribuente ne fornisca adeguata prova.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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