LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Tassazione Enti Caritatevoli: redditi da immobili

Un’istituzione pubblica di assistenza e beneficenza (IPAB) ha ricevuto una cartella esattoriale per non aver dichiarato i redditi derivanti dai suoi immobili. L’ente sosteneva di essere esente da imposte data la sua finalità caritatevole. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che la tassazione enti caritatevoli si applica ai redditi immobiliari non direttamente strumentali all’attività istituzionale. La Corte ha chiarito che la locazione di immobili costituisce un’attività che genera reddito fondiario imponibile, anche se i proventi vengono reinvestiti nella missione dell’ente.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 20 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Tassazione Enti Caritatevoli: Quando i Redditi Immobiliari sono Imponibili?

La questione della tassazione enti caritatevoli rappresenta un nodo cruciale nel diritto tributario, specialmente quando questi enti possiedono un patrimonio immobiliare. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ha ribadito principi consolidati in materia, chiarendo in quali circostanze i redditi derivanti da immobili di proprietà di un’Istituzione Pubblica di Assistenza e Beneficenza (IPAB) debbano essere considerati imponibili. L’analisi di questa decisione offre spunti fondamentali per tutti gli operatori del terzo settore.

I Fatti del Caso: L’IPAB e la Cartella Esattoriale

Una nota IPAB, ente con finalità di assistenza e beneficenza, si è vista notificare una cartella esattoriale dall’Agenzia delle Entrate. L’accusa era di aver omesso la presentazione della dichiarazione dei redditi per l’anno d’imposta 2002, con conseguente tassazione di redditi da fabbricato e irrogazione di sanzioni. L’ente si difendeva sostenendo la propria natura assistenziale, che a suo avviso avrebbe dovuto garantirle l’esenzione totale dalle imposte. Mentre il collegio di primo grado aveva dato ragione all’ente, la corte d’appello aveva ribaltato la decisione, affermando che l’elenco degli enti pubblici esenti da imposta è tassativo e che il reddito derivante da locazione di immobili costituisce attività commerciale tassabile, a prescindere dall’impiego dei proventi.

La Decisione della Cassazione sulla Tassazione Enti Caritatevoli

L’ente ha quindi proposto ricorso in Cassazione, lamentando diversi vizi della sentenza d’appello. Tuttavia, la Suprema Corte ha rigettato integralmente il ricorso, confermando la linea dura sulla tassazione enti caritatevoli per i redditi non strettamente legati all’attività istituzionale.

Il Principio di Strumentalità Diretta

Il fulcro della decisione risiede nel principio di strumentalità. La Corte ha ribadito un orientamento giurisprudenziale ormai consolidato negli ultimi venticinque anni: gli immobili di proprietà di enti caritatevoli sono esenti da imposta solo se e quando sono strettamente e direttamente strumentali all’esercizio dell’attività benefica. Un esempio classico è un edificio utilizzato come ricovero per persone bisognose. Al contrario, se un immobile viene locato a terzi per generare un reddito, tale reddito è qualificabile come fondiario e, pertanto, soggetto a tassazione. Non rileva che il profitto ottenuto venga poi interamente destinato a finanziare le attività istituzionali dell’ente.

Esclusione dall’Esenzione Generale per Enti Pubblici

Un altro punto chiave toccato dalla Corte riguarda l’applicazione dell’esenzione prevista per gli organi e le amministrazioni dello Stato. I giudici hanno specificato che tale esenzione non si estende automaticamente agli enti pubblici, come le IPAB, istituiti per finalità assistenziali, previdenziali o sanitarie. Questi ultimi restano soggetti al pagamento delle imposte per i redditi prodotti da attività diverse da quelle istituzionali per le quali sono stati creati, come appunto la locazione di immobili.

le motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano su un orientamento costante e su una precisa interpretazione delle norme fiscali (in particolare, gli articoli 87, 88 e 108 del TUIR). La Corte ha citato numerosi precedenti, tra cui una sentenza del 2018 relativa a una controversia analoga tra le stesse parti, in cui era stato già stabilito che l’esercizio di attività previdenziali, assistenziali e sanitarie non esclude l’imponibilità dei redditi provenienti da altre attività, come quelle fondiarie. Secondo la Suprema Corte, la sentenza d’appello si è correttamente attenuta a questo insegnamento, senza incorrere in alcun vizio di ultrapetizione, ma limitandosi a interpretare il dato normativo in modo conforme alla giurisprudenza di legittimità. La richiesta di annullamento delle sanzioni per presunta incertezza normativa è stata parimenti respinta, data la chiarezza e la continuità delle pronunce sul tema.

le conclusioni

La decisione in esame conferma un principio fondamentale per il terzo settore: la natura non commerciale di un ente non rende automaticamente esente da imposte ogni sua fonte di reddito. La tassazione enti caritatevoli segue una logica di tipo oggettivo: si guarda alla natura dell’attività che genera il reddito, non alla destinazione finale dei proventi. Per gli enti che possiedono un patrimonio immobiliare, è quindi essenziale distinguere tra immobili direttamente impiegati per scopi istituzionali (esenti) e immobili messi a reddito (i cui proventi sono imponibili). Questa distinzione è cruciale per una corretta pianificazione fiscale e per evitare contenziosi con l’amministrazione finanziaria.

Un ente caritatevole (IPAB) deve pagare le tasse sui redditi derivanti dall’affitto dei suoi immobili?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che i redditi prodotti da immobili locati a terzi sono considerati redditi fondiari e, come tali, sono soggetti a tassazione, anche se l’ente ha finalità di beneficenza.

L’esenzione fiscale prevista per gli enti pubblici si applica automaticamente anche agli IPAB?
No. L’esenzione fiscale sancita dall’art. 88 del TUIR riguarda specificamente gli organi e le amministrazioni dello Stato e gli enti territoriali. Non si estende automaticamente a enti pubblici come le IPAB per i redditi che non derivano direttamente dalla loro attività istituzionale non commerciale.

Utilizzare i proventi degli affitti per finanziare l’attività istituzionale rende quel reddito esente da tasse?
No. La destinazione dei proventi è irrilevante ai fini della tassabilità. Ciò che conta è la natura dell’attività che genera il reddito. La locazione di un immobile è considerata un’attività che produce reddito imponibile, indipendentemente dal fatto che i profitti vengano reinvestiti per scopi caritatevoli.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati