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Tassazione dividendi non residenti: la discriminazione

Un trust caritatevole con sede nel Regno Unito ha contestato la maggiore ritenuta fiscale applicata ai dividendi percepiti da società italiane, sostenendo una discriminazione rispetto al trattamento più favorevole riservato a enti residenti simili. I giudici di merito hanno respinto il ricorso. La Corte di Cassazione, riconoscendo l’elevata importanza e novità delle questioni legate al principio di non discriminazione UE e alla tassazione dividendi non residenti, non ha deciso nel merito ma ha disposto il rinvio della causa alla pubblica udienza per un esame approfondito.

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Pubblicato il 9 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Tassazione Dividendi Non Residenti: La Cassazione Indaga sulla Discriminazione Fiscale

La Corte di Cassazione è stata chiamata a pronunciarsi su un tema di cruciale importanza per gli investitori esteri in Italia: la tassazione dividendi non residenti. Con una recente ordinanza, i giudici hanno deciso di rinviare la causa a una pubblica udienza, riconoscendo la complessità e la novità delle questioni sollevate da un trust di diritto inglese che lamentava un trattamento fiscale discriminatorio rispetto a enti italiani analoghi.

I Fatti di Causa

Un’organizzazione caritatevole (un ‘charitable trust’) con sede nel Regno Unito, azionista di alcune società italiane, ha percepito dividendi tra il 2006 e il 2011. Su tali proventi è stata applicata una ritenuta fiscale con aliquote variabili tra il 15% e il 12,5%.

Il trust ha sostenuto che tale imposizione fosse discriminatoria. Nello stesso periodo, infatti, un ente non commerciale residente in Italia avrebbe beneficiato di un’esenzione del 95% sui dividendi percepiti, con un’aliquota effettiva pari a solo l’1,65%. Sulla base di questa disparità, il trust ha presentato un’istanza di rimborso per le maggiori imposte versate, quantificate in circa 700.000 euro, oltre agli interessi.

A seguito del silenzio-rifiuto dell’Agenzia delle Entrate, la controversia è approdata in sede giudiziaria. Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale hanno respinto le ragioni del contribuente, confermando la legittimità della ritenuta applicata.

La Questione Giuridica e la Discriminazione nella Tassazione Dividendi Non Residenti

Il cuore della controversia, ora all’esame della Cassazione, risiede nel principio di non discriminazione sancito dal Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE). Il ricorrente ha sollevato diverse questioni di rilevanza nomofilattica, ovvero di importanza tale da richiedere un chiarimento per assicurare l’uniforme applicazione del diritto:

1. Prevalenza del Diritto UE: Il principio di non discriminazione fiscale previsto dal TFUE prevale su una convenzione bilaterale tra Italia e Regno Unito che potrebbe autorizzare una tassazione differenziata?
2. Onere della Prova: Cosa deve dimostrare l’ente non residente per essere considerato ‘analogo’ a quello residente e beneficiare dello stesso trattamento? È sufficiente una ‘sovrapponibilità funzionale’ (svolgere attività simili) o è richiesta anche una ‘sovrapponibilità strutturale’ (avere una forma giuridica analoga)?
3. Irrilevanza dello Status Fiscale Estero: Il fatto che il trust sia esente da imposte nel Regno Unito lo rende non comparabile a una fondazione italiana (che è soggetto passivo d’imposta in Italia, seppur con aliquote ridotte), come sostenuto dai giudici di merito?

Le Motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte, con la sua ordinanza interlocutoria, non ha fornito una risposta a queste domande. Ha invece riconosciuto che le questioni poste dal ricorso sono nuove e di grande rilevanza giuridica. La complessità dei temi, che intrecciano diritto interno, diritto convenzionale e diritto dell’Unione Europea, impone una discussione approfondita e un’analisi ponderata che non può essere esaurita in una camera di consiglio.

Per questo motivo, i giudici hanno stabilito la necessità di rinviare la causa alla pubblica udienza. Questa scelta procedurale sottolinea la volontà della Corte di affrontare la questione in modo completo, al fine di emanare una sentenza che possa fungere da principio guida per casi futuri, garantendo certezza del diritto in un’area così delicata come la tassazione dividendi non residenti.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame non chiude la vicenda, ma la apre a uno scenario di maggiore approfondimento. La decisione finale, che verrà presa dopo la pubblica udienza, avrà un impatto significativo non solo per il caso specifico, ma per tutti gli investitori istituzionali e gli enti non-profit esteri che investono in Italia. Il verdetto della Cassazione chiarirà i confini del principio di non discriminazione fiscale, definendo i criteri di comparabilità tra soggetti residenti e non residenti e stabilendo un precedente fondamentale per il futuro del diritto tributario internazionale nel nostro Paese.

Un’entità non residente può contestare una tassazione sui dividendi ritenuta discriminatoria rispetto a un’entità residente?
Sì. Il caso si fonda proprio su questo principio. Un trust non residente ha contestato la ritenuta fiscale sui dividendi, sostenendo la violazione del principio di non discriminazione sancito dal Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea, dato che un’entità italiana analoga avrebbe goduto di un trattamento fiscale più vantaggioso.

Cosa deve dimostrare un soggetto non residente per essere considerato ‘analogo’ a un soggetto residente ai fini fiscali?
Questa è una delle questioni chiave che la Corte ha rinviato alla pubblica udienza. La Corte dovrà stabilire se per dimostrare l’analogia sia sufficiente una ‘sovrapponibilità funzionale’ (svolgere attività simili) o se sia necessaria anche una ‘sovrapponibilità strutturale’ (avere una forma organizzativa simile).

Qual è stata la decisione della Corte di Cassazione in questo caso?
La Corte di Cassazione non ha emesso una decisione finale sul merito. Riconoscendo la novità e l’importanza delle questioni legali sollevate, in particolare riguardo al principio di non discriminazione UE, ha rinviato la causa a una pubblica udienza per un esame più approfondito. La decisione attuale è quindi interlocutoria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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