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Tassazione Autorità Portuali: No IRES per il passato

La Corte di Cassazione ha stabilito che i canoni percepiti da un’Autorità Portuale per le concessioni demaniali non erano soggetti a IRES per l’anno d’imposta 2005. La decisione si basa sulla natura di ente pubblico non economico dell’Autorità e sull’esercizio di funzioni pubbliche. La successiva normativa, che ha introdotto la tassazione a seguito di una decisione UE sugli aiuti di Stato, non è retroattiva e si applica solo dal 1° gennaio 2022, lasciando validi i comportamenti passati.

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Pubblicato il 7 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Tassazione Autorità Portuali: La Cassazione chiarisce il regime IRES pre-2022

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha messo un punto fermo sulla questione della tassazione delle Autorità Portuali per i periodi d’imposta antecedenti al 2022. La Suprema Corte ha rigettato il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, confermando che i canoni derivanti dalle concessioni demaniali non erano soggetti a IRES, in quanto espressione di una funzione pubblica e non di un’attività commerciale. Analizziamo nel dettaglio la decisione e le sue importanti implicazioni.

Il caso: Tassazione Autorità Portuali e canoni demaniali

La controversia nasce da un avviso di accertamento con cui l’Agenzia delle Entrate contestava a un’Autorità Portuale il mancato pagamento dell’IRES per l’anno 2005. Secondo l’amministrazione finanziaria, i canoni percepiti dall’ente per la concessione di aree e beni del demanio marittimo costituivano reddito imponibile.

L’Autorità Portuale si era sempre opposta, sostenendo la propria natura di ente pubblico non economico, le cui attività sono finalizzate al perseguimento dell’interesse pubblico, senza scopo di lucro. La Commissione Tributaria Regionale aveva dato ragione all’ente, ma l’Agenzia delle Entrate aveva portato la questione fino in Cassazione.

La natura giuridica delle Autorità Portuali

Per comprendere la decisione, è fondamentale chiarire la natura di questi enti. Le Autorità Portuali (oggi Autorità di Sistema Portuale) sono state istituite come persone giuridiche di diritto pubblico, dotate di autonomia amministrativa e finanziaria. La giurisprudenza, sia nazionale che amministrativa, le ha costantemente qualificate come enti pubblici non economici.

La loro funzione principale non è quella di agire come un’impresa sul mercato, ma di regolare, programmare e controllare le operazioni portuali, garantendo il corretto funzionamento di infrastrutture strategiche per il Paese. Le concessioni di aree demaniali rientrano in questo quadro: non sono semplici contratti di locazione, ma atti autoritativi con cui si esercita un potere pubblico.

Tassazione Autorità Portuali e l’intervento dell’Unione Europea

Un elemento cruciale che ha influenzato il dibattito è stato l’intervento della Commissione Europea. Nel 2020, la Commissione ha stabilito che l’esenzione dall’IRES per le Autorità Portuali italiane configurava un aiuto di Stato incompatibile con le norme sulla concorrenza del mercato unico.

Tuttavia, la Commissione ha classificato tale aiuto come “esistente”, poiché precedente all’entrata in vigore dei Trattati UE. Questa distinzione è fondamentale: per gli aiuti esistenti, non si richiede la restituzione di quanto non versato in passato, ma solo l’eliminazione del vantaggio per il futuro. Di conseguenza, il legislatore italiano è intervenuto, rendendo i canoni portuali imponibili ai fini IRES a partire dal 1° gennaio 2022.

Le motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione, nel decidere sul caso specifico relativo al 2005, ha basato il proprio ragionamento sul principio del tempus regit actum (la legge applicabile è quella in vigore al momento del fatto). La Corte ha sottolineato che, per l’annualità in questione, l’interpretazione consolidata della giurisprudenza nazionale escludeva la tassabilità dei canoni.

Secondo gli Ermellini, l’attività di concessione di beni demaniali da parte dell’Autorità Portuale era riconducibile all’esercizio di funzioni statali e non a un’attività d’impresa. I canoni percepiti, pertanto, non rappresentavano un corrispettivo per una prestazione commerciale, ma entrate funzionali allo svolgimento dei compiti istituzionali dell’ente.

La decisione della Commissione Europea e la successiva modifica legislativa, non avendo efficacia retroattiva, non potevano incidere sulla legittimità del comportamento tenuto dall’Autorità Portuale nel 2005. La nuova normativa si applica solo pro futuro, a partire dal 2022, facendo salvi i periodi d’imposta precedenti.

Le conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, stabilendo un principio chiaro: fino al 31 dicembre 2021, i canoni demaniali percepiti dalle Autorità Portuali erano esenti da IRES. La sentenza conferma la correttezza dell’orientamento giurisprudenziale nazionale consolidato e chiarisce che le modifiche normative imposte dall’Europa non possono avere effetto retroattivo. Questa decisione fornisce certezza giuridica per tutte le controversie pendenti relative ai periodi d’imposta passati, distinguendo nettamente il regime fiscale applicabile prima e dopo il 1° gennaio 2022.

I canoni ricevuti dalle Autorità Portuali per le concessioni demaniali erano tassabili ai fini IRES prima del 2022?
No. La Corte di Cassazione ha confermato che, per i periodi d’imposta precedenti al 1° gennaio 2022, i canoni percepiti dalle Autorità Portuali non erano soggetti a IRES. Questo perché l’attività di concessione era considerata un esercizio di funzioni pubbliche e non un’attività commerciale.

Perché il regime di tassazione delle Autorità Portuali è cambiato?
Il regime è cambiato a seguito di una decisione della Commissione Europea, che ha qualificato l’esenzione dall’IRES come un “aiuto di Stato” incompatibile con il mercato interno. Di conseguenza, il legislatore italiano ha introdotto la tassabilità di tali redditi a partire dal 2022.

La nuova legge sulla tassazione dei canoni portuali è retroattiva?
No. La sentenza chiarisce che la nuova normativa, che ha introdotto l’imponibilità dei canoni, non ha effetto retroattivo. Pertanto, per i periodi d’imposta precedenti al 2022, come quello del 2005 oggetto della causa, vale la precedente interpretazione giurisprudenziale che escludeva la tassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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