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Tassazione Autorità Portuali: la Cassazione conferma

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’Amministrazione Finanziaria contro un’Autorità Portuale, confermando la non imponibilità ai fini IRES dei canoni derivanti da concessioni demaniali per l’anno d’imposta 2006. La Corte ha stabilito che, in base alla normativa e alla giurisprudenza vigenti all’epoca dei fatti (ratione temporis), l’attività dell’ente era di natura pubblicistica e non commerciale, escludendo la tassazione. Le successive modifiche normative, introdotte per conformarsi al diritto UE sugli aiuti di Stato, non hanno efficacia retroattiva e si applicano solo dal 2022. La decisione si fonda sulla consolidata interpretazione che qualifica tali enti come pubblici non economici che agiscono nell’esercizio di funzioni statali.

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Pubblicato il 7 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Tassazione Autorità Portuali: la Cassazione fa chiarezza

La questione della tassazione Autorità Portuali è da tempo al centro di un complesso dibattito che interseca diritto nazionale ed europeo. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha messo un punto fermo, almeno per il passato, stabilendo che i canoni percepiti da questi enti per le concessioni demaniali non erano soggetti a IRES, in virtù della loro natura pubblicistica. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da un avviso di accertamento emesso dall’Amministrazione Finanziaria nei confronti di un’Autorità Portuale. L’ufficio contestava, per l’anno d’imposta 2006, la mancata tassazione ai fini IRES, IVA e IRAP di un maggior reddito derivante principalmente dai canoni di concessione di aree e beni demaniali. Secondo il Fisco, tali proventi costituivano reddito imponibile.

L’Autorità Portuale si opponeva, sostenendo la propria natura di ente pubblico non economico, le cui attività, inclusa la gestione delle concessioni, sono espressione di un potere pubblico finalizzato al perseguimento dell’interesse generale, senza alcuno scopo di lucro. La Commissione Tributaria Regionale aveva dato ragione all’ente, annullando l’accertamento. L’Amministrazione Finanziaria ha quindi proposto ricorso in Cassazione.

La Tassazione Autorità Portuali nel Contesto Normativo

Per comprendere la decisione, è fondamentale analizzare l’evoluzione della normativa. Storicamente, le Autorità Portuali, istituite con la legge n. 84/1994, sono state inquadrate come enti pubblici non economici. La giurisprudenza nazionale, consolidatasi con la pronuncia delle Sezioni Unite (n. 4925/2013), ha sempre ritenuto che le attività svolte da tali enti, agendo come pubblica autorità, rientrassero nell’alveo delle funzioni statali e non potessero essere considerate attività d’impresa.

Di conseguenza, i proventi, come i canoni demaniali, non venivano considerati reddito imponibile ai fini IRES. Questa interpretazione trovava conforto anche nella legge finanziaria per il 2007 (L. 296/2006), che escludeva tali canoni dal campo di applicazione dell’IVA.

L’Intervento dell’Unione Europea

Il quadro è mutato a seguito dell’intervento della Commissione Europea. A partire dal 2013, la Commissione ha avviato indagini sui regimi fiscali dei porti in vari Stati membri, ritenendo che l’esenzione fiscale potesse configurare un aiuto di Stato incompatibile con il mercato unico. Secondo l’UE, la gestione commerciale delle infrastrutture portuali è un’attività economica e, come tale, i relativi profitti devono essere tassati.

Nel 2020, una decisione specifica ha concluso che l’esenzione IRES per le Autorità Portuali italiane costituiva un aiuto di Stato ‘esistente’ (poiché precedente ai trattati UE) da eliminare. Di conseguenza, il legislatore italiano è intervenuto, prevedendo l’imponibilità IRES dei canoni a partire dal 1° gennaio 2022.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte, con la sentenza in commento, ha rigettato integralmente il ricorso dell’Amministrazione Finanziaria. I giudici hanno chiarito un punto cruciale: il principio del tempus regit actum (la legge del tempo regola l’atto). La controversia riguardava l’anno 2006, un periodo in cui la normativa e la giurisprudenza nazionale consolidata escludevano pacificamente la tassabilità di tali redditi.

Le Motivazioni

La Corte ha basato la sua decisione su diverse argomentazioni. In primo luogo, ha ribadito che, secondo l’interpretazione prevalente all’epoca dei fatti, l’attività di concessione di beni demaniali da parte dell’Autorità Portuale non era un’attività commerciale, ma l’esercizio di una funzione pubblica. I canoni non rappresentavano il corrispettivo di un servizio, ma un provento derivante dalla gestione di un bene pubblico per finalità pubbliche.

In secondo luogo, e in modo decisivo, i giudici hanno sottolineato che la decisione della Commissione Europea e la conseguente modifica legislativa nazionale non hanno efficacia retroattiva. La stessa Commissione, qualificando l’esenzione come ‘aiuto esistente’, ha imposto la sua eliminazione per il futuro, ma non ha richiesto il recupero degli aiuti concessi in passato. Pertanto, la nuova normativa che introduce la tassazione Autorità Portuali si applica solo ai periodi d’imposta a decorrere dal 2022, lasciando salve le situazioni pregresse come quella oggetto del giudizio.

Le Conclusioni

La sentenza della Cassazione offre un importante chiarimento sulla disciplina fiscale delle Autorità Portuali, tracciando una netta linea di demarcazione temporale. Per tutti i periodi d’imposta antecedenti al 2022, vale il regime di esenzione IRES sui canoni demaniali, basato sulla natura pubblicistica dell’ente e delle sue funzioni. Per il futuro, invece, il nuovo quadro normativo, allineato alle direttive europee, impone la tassazione di tali proventi, riconoscendone la natura economica. Questa decisione garantisce la certezza del diritto per le situazioni passate, pur recependo le evoluzioni del contesto europeo.

I canoni percepiti dalle Autorità Portuali per le concessioni demaniali sono soggetti a IRES?
Per i periodi d’imposta antecedenti al 1° gennaio 2022, la Corte di Cassazione ha confermato che tali canoni non sono soggetti a IRES. Questo perché l’attività era considerata espressione di una funzione pubblica e non commerciale, secondo la normativa e la giurisprudenza vigenti all’epoca.

In che modo le decisioni dell’Unione Europea hanno modificato la tassazione delle Autorità Portuali?
L’Unione Europea ha stabilito che l’esenzione fiscale per le Autorità Portuali costituisce un aiuto di Stato incompatibile con il mercato interno. Di conseguenza, ha imposto all’Italia di eliminare tale vantaggio. Il legislatore italiano ha quindi introdotto una nuova normativa che rende imponibili i canoni portuali, ma solo a partire dall’esercizio fiscale 2022.

Perché la Cassazione ha rigettato il ricorso del Fisco nonostante le nuove regole europee?
La Corte ha applicato il principio ‘ratione temporis’, secondo cui si giudica in base alle leggi vigenti al momento dei fatti. Poiché la controversia riguardava l’anno 2006, le nuove regole, non avendo efficacia retroattiva, non potevano essere applicate. La decisione della Commissione Europea ha disposto l’eliminazione dell’aiuto per il futuro, ma non il recupero per il passato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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