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Tassazione aree edificabili: la destinazione a verde

Una società concessionaria ha impugnato una sentenza che annullava un avviso di accertamento TASI su terreni adibiti a cava. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo che la tassazione aree edificabili si basa sulla qualificazione urbanistica, non sull’uso effettivo. La destinazione a verde pubblico incide sul valore, ma non esclude l’imponibilità.

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Pubblicato il 15 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Tassazione Aree Edificabili: Anche il Verde Pubblico Paga la TASI

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 13462 del 15 maggio 2024, è tornata a pronunciarsi su un tema cruciale per i proprietari di immobili: la tassazione aree edificabili ai fini dei tributi locali come la TASI. Il principio ribadito è chiaro: ciò che conta è la classificazione urbanistica del terreno, non il suo utilizzo effettivo. Neppure la destinazione a ‘verde pubblico attrezzato e viabilità’ esclude automaticamente l’imponibilità, ma ne influenza la valutazione economica.

I Fatti del Caso: TASI su una Cava

Una società che gestisce il servizio di accertamento e riscossione dei tributi per un Comune aveva emesso un avviso di accertamento per la TASI 2015 nei confronti di un’azienda proprietaria di terreni adibiti a cava. L’importo, superiore a 43.000 euro, era stato calcolato considerando i terreni come aree edificabili.

La società contribuente si era opposta, sostenendo che l’attività estrattiva e la presenza di vincoli di destinazione a verde pubblico escludessero la natura edificabile dei suoli. La Commissione Tributaria Regionale aveva dato ragione all’azienda, annullando la pretesa fiscale.

Di fronte a questa decisione, la società concessionaria ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che la Commissione Regionale avesse errato nel non considerare la qualificazione dei terreni secondo il Piano Regolatore Generale (PRG).

La Decisione della Cassazione sulla Tassazione Aree Edificabili

La Suprema Corte ha accolto il ricorso della concessionaria, cassando la sentenza impugnata e rinviando la causa a un’altra sezione della Corte di giustizia tributaria di secondo grado. Gli Ermellini hanno riaffermato un orientamento consolidato, cruciale per comprendere la logica della tassazione aree edificabili.

Il punto centrale è che, ai fini fiscali (ICI, IMU, TASI), un’area si considera ‘edificabile’ in base alla sua qualificazione nel PRG, anche se non sono ancora stati approvati i piani attuativi. La semplice ‘potenzialità edificatoria’ conferisce al terreno un valore economico superiore a quello di un terreno agricolo, e tale maggior valore costituisce il presupposto per l’imposizione fiscale basata sul valore venale.

Il Vincolo a Verde Pubblico non Esclude l’Imponibilità

La Corte ha chiarito un aspetto fondamentale: la destinazione di un’area a ‘verde attrezzato e viabilità’ non la rende automaticamente non edificabile e, quindi, esente da tassazione. Tale vincolo non cancella il carattere edificabile, ma incide sulla determinazione del valore venale. In altre parole, il terreno è ancora tassabile, ma il suo valore deve essere calcolato tenendo conto delle specifiche e limitate possibilità edificatorie consentite da quella destinazione (ad esempio, chioschi, piccole strutture di servizio, ecc.).

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha motivato la sua decisione richiamando la nozione fiscale di edificabilità, che è strettamente legata alla potenzialità economica del bene, in linea con l’articolo 53 della Costituzione sulla capacità contributiva. Un terreno classificato come edificabile nel PRG ha un valore di mercato superiore, anche se il suo sfruttamento non è immediato. Ignorare questa potenzialità significherebbe creare un’ipotesi di esenzione non prevista dalla legge, cosa preclusa all’organo giudicante.

La sentenza impugnata è stata cassata perché ha escluso in toto l’imponibilità senza analizzare in concreto quale fosse la potenzialità edificatoria residua dell’area, nonostante i vincoli. Il giudice del rinvio dovrà quindi ricalcolare l’imposta, non annullarla, partendo dal presupposto che l’area è edificabile e valutandone il corretto valore venale alla luce delle specifiche previsioni urbanistiche.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale per chi possiede terreni:

1. Prevalenza del PRG: Per la tassazione locale, la classificazione del terreno nel Piano Regolatore Generale è il fattore determinante, non l’uso di fatto.
2. Irrilevanza dell’Uso Attuale: Anche se un’area è utilizzata come cava o è incolta, se il PRG la qualifica come edificabile, sarà tassata come tale.
3. I Vincoli Incidono sul Valore, non sull’Imponibilità: Vincoli come la destinazione a verde pubblico non escludono la tassazione ma devono essere considerati per una corretta stima del valore venale, che sarà la base per il calcolo dell’imposta. I proprietari devono quindi verificare attentamente sia la classificazione urbanistica dei propri terreni sia le specifiche norme tecniche di attuazione per comprendere il loro reale potenziale edificatorio e, di conseguenza, il corretto carico fiscale.

Un’area destinata a cava è considerata ‘edificabile’ ai fini TASI?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, l’uso effettivo di un terreno (ad esempio, come cava) non è rilevante. Ai fini fiscali, conta la qualificazione urbanistica potenziale attribuita dal Piano Regolatore Generale (PRG), che ne determina la natura di area edificabile.

La classificazione di un’area come ‘verde pubblico e viabilità’ nel PRG la esenta dalla TASI come area edificabile?
No, non la esenta. Tale classificazione non esclude l’oggettivo carattere edificabile del terreno. Tuttavia, questo vincolo di destinazione deve essere considerato per determinare il corretto valore venale dell’immobile, che costituisce la base imponibile per la TASI.

Come si determina la base imponibile TASI per un’area classificata come edificabile ma con vincoli di destinazione a verde pubblico?
La base imponibile si determina in base al valore venale del bene. Questo valore deve essere valutato in concreto, tenendo conto delle specifiche e limitate potenzialità edificatorie che sono consentite dalla destinazione a ‘verde pubblico e viabilità’ impressa dallo strumento urbanistico.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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