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Tassabilità TOSAP: anche per le concessionarie

La Corte di Cassazione ha stabilito la tassabilità TOSAP a carico di una società concessionaria autostradale per l’occupazione di suolo pubblico con un viadotto. Anche se la società è a partecipazione statale e l’opera è demaniale, l’occupazione che sottrae il suolo all’uso comunale genera l’obbligo tributario, senza che la natura di società ‘in house’ possa giustificare l’esenzione fiscale.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Tassabilità TOSAP per Concessionarie Autostradali: La Cassazione Fa Chiarezza

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha affrontato un tema di grande rilevanza per gli enti locali e le società concessionarie: la tassabilità TOSAP per l’occupazione del soprassuolo comunale da parte di viadotti autostradali. La decisione chiarisce che anche le società a partecipazione pubblica, che gestiscono opere demaniali, sono tenute al pagamento del tributo, delineando con precisione i confini tra presupposto impositivo ed esenzioni fiscali.

I Fatti di Causa

Una società di riscossione tributi, agendo per conto di un Comune, aveva notificato un avviso di pagamento per la TOSAP a una Società Concessionaria Autostradale. L’oggetto della tassazione era l’occupazione del soprassuolo di alcune vie comunali da parte di un tratto autostradale sopraelevato, noto come ‘Passante di Mestre’.

La Commissione Tributaria di secondo grado aveva dato ragione alla società concessionaria, ritenendola priva di legittimazione passiva. Secondo i giudici di merito, la società era una mera assegnataria della gestione da parte dell’Ente Nazionale Strade e non la proprietaria o concessionaria diretta del tratto autostradale. La decisione si fondava sull’interpretazione secondo cui il soggetto passivo del tributo è primariamente il titolare dell’atto di concessione, e solo in via residuale l’occupante di fatto.

Contro questa decisione, la società di riscossione ha proposto ricorso in Cassazione, sostenendo la violazione e falsa applicazione della normativa sulla TOSAP (artt. 38 e 39 del D.Lgs. 507/93).

La Decisione della Corte e la Tassabilità TOSAP

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, ribaltando la decisione di merito. Gli Ermellini hanno affermato un principio consolidato: il presupposto del tributo è l’occupazione stessa del suolo pubblico, un fatto oggettivo che sottrae una porzione di territorio all’uso collettivo, a prescindere dal titolo giuridico su cui si fonda l’occupazione.

Il Presupposto Oggettivo e Soggettivo del Tributo

La Corte ha chiarito che, ai sensi degli artt. 38 e 39 del D.Lgs. 507/93, la TOSAP è dovuta per l’occupazione di qualsiasi natura di spazi ed aree pubbliche, inclusi soprassuolo e sottosuolo. Il soggetto passivo è il titolare della concessione o, in sua assenza, l’occupante di fatto.

Nel caso specifico, la società concessionaria, pur non essendo proprietaria dell’infrastruttura, è il soggetto che la gestisce, ne trae un vantaggio economico (riscuotendo i pedaggi) e, di conseguenza, realizza la condotta di ‘occupazione’ rilevante ai fini fiscali. L’occupazione del soprassuolo comunale da parte del viadotto impedisce un diverso utilizzo del suolo da parte del Comune, integrando pienamente il presupposto impositivo.

L’Irrilevanza della Natura ‘In House’ ai Fini dell’Esenzione

Un punto cruciale del dibattito riguardava la natura della società concessionaria, costituita come società ‘in house’ a partecipazione paritetica tra l’Ente Nazionale Strade e la Regione. La società sosteneva che questa sua particolare configurazione giuridica dovesse renderla assimilabile allo Stato e, quindi, beneficiaria dell’esenzione prevista dall’art. 49 del D.Lgs. 507/93.

La Cassazione ha respinto categoricamente questa tesi. I giudici hanno sottolineato che, nonostante il controllo pubblico, una società ‘in house’ mantiene una propria e distinta soggettività giuridica rispetto agli enti partecipanti. Essa opera come un soggetto di diritto privato, un centro autonomo di imputazione di rapporti giuridici, anche fiscali. Pertanto, l’esenzione prevista per le occupazioni ‘effettuate dallo Stato’ non può essere estesa per analogia a una società di capitali, sebbene a totale partecipazione pubblica. La società che gestisce l’opera e ne trae profitto è il soggetto che realizza l’occupazione, non lo Stato direttamente.

Le Motivazioni della Sentenza

Le motivazioni della Corte si fondano su un consolidato orientamento giurisprudenziale. Il presupposto della TOSAP non è la proprietà del bene ‘occupante’ (il viadotto), ma la sottrazione del bene ‘occupato’ (il suolo comunale) all’uso pubblico. La titolarità statale dell’autostrada non interferisce con la circostanza che, per la durata della concessione, la società concessionaria dispone del viadotto e ne cura la gestione, realizzando così l’occupazione del suolo sottostante.

La Corte ha inoltre specificato che la qualifica di ‘organismo di diritto pubblico’ e l’operare secondo il modello ‘in house providing’ non sono sufficienti a creare un rapporto di immedesimazione con l’ente pubblico tale da giustificare un’esenzione fiscale. La società resta un’entità giuridica separata, che agisce in un regime imprenditoriale e persegue, tra l’altro, lo sfruttamento economico dell’opera. Di conseguenza, è tenuta al pagamento dei tributi come qualsiasi altro operatore economico, salvo espresse previsioni normative di esenzione, che devono essere interpretate restrittivamente.

Infine, la Corte ha escluso la necessità di un rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, non ravvisando contrasti con il diritto unionale in materia di aiuti di Stato o concorrenza. Negare l’esenzione, infatti, garantisce la parità di trattamento tra operatori pubblici e privati che svolgono la medesima attività economica, in linea con i principi del mercato unico.

Conclusioni

La sentenza consolida un importante principio in materia di tributi locali: la tassabilità TOSAP è legata al fatto materiale dell’occupazione e al vantaggio che ne deriva per l’occupante, indipendentemente dalla natura pubblica del soggetto o dalla proprietà demaniale dell’infrastruttura. Per le società concessionarie, anche se ‘in house’, questo significa che la gestione di opere che insistono su suolo comunale comporta l’obbligo di contribuire fiscalmente, poiché l’esenzione è un’eccezione strettamente riservata allo Stato e agli altri enti pubblici che agiscono direttamente nell’esercizio delle loro funzioni.

Una società concessionaria che gestisce un’autostrada demaniale deve pagare la TOSAP per un viadotto che sovrasta il suolo comunale?
Sì, secondo la Corte di Cassazione, la società concessionaria è tenuta al pagamento della TOSAP. Il presupposto del tributo è l’occupazione oggettiva del suolo pubblico, che ne limita l’uso da parte della collettività, e il soggetto passivo è colui che gestisce l’opera e ne trae un vantaggio economico, in questo caso la concessionaria.

Essere una società a partecipazione pubblica o ‘in house’ dà diritto all’esenzione dalla TOSAP prevista per lo Stato?
No. La Corte ha chiarito che una società, anche se a totale partecipazione pubblica e operante come ‘in house’, mantiene una soggettività giuridica distinta da quella dello Stato. L’esenzione fiscale prevista per le occupazioni effettuate direttamente dallo Stato non si estende automaticamente a tali società, che agiscono come soggetti di diritto privato.

Cosa costituisce il presupposto per l’applicazione della TOSAP in questi casi?
Il presupposto impositivo è costituito dall’effettiva sottrazione di una superficie (suolo o soprassuolo) all’uso pubblico, indipendentemente dall’esistenza di un atto formale di concessione con l’ente locale proprietario del suolo. È il fatto oggettivo dell’occupazione e il vantaggio esclusivo che ne trae il gestore a far sorgere l’obbligo tributario.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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