LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Tassabilità diritti edificatori: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione interviene sulla tassabilità dei diritti edificatori ai fini ICI. Con l’ordinanza n. 20685/2024, ha chiarito che i diritti derivanti da perequazione urbanistica, essendo una qualità intrinseca del terreno, sono tassabili. La Corte ha cassato la sentenza di merito che aveva annullato un avviso di accertamento per vizi formali, senza indagare sulla natura perequativa o compensativa dei diritti. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame sulla base di questi principi.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 7 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Tassabilità Diritti Edificatori: La Cassazione fa Chiarezza su Perequazione e ICI

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha fornito un’importante guida sulla tassabilità dei diritti edificatori ai fini dell’Imposta Comunale sugli Immobili (ICI, oggi IMU). La decisione sottolinea la distinzione cruciale tra diritti edificatori ‘perequativi’ e ‘compensativi’, stabilendo che solo i primi, in quanto qualità intrinseca del terreno, costituiscono il presupposto per l’imposizione fiscale. Questo intervento chiarisce un’area di contenzioso frequente tra contribuenti e amministrazioni comunali.

Fatti di causa

Un Comune del Sud Italia aveva emesso avvisi di accertamento ICI per l’anno 2010 nei confronti di alcuni contribuenti, proprietari di aree edificabili. I contribuenti avevano impugnato gli atti, ottenendo un parziale accoglimento in primo grado. La Commissione Tributaria Regionale, in appello, aveva però annullato completamente gli avvisi, accogliendo il ricorso incidentale dei contribuenti. La decisione dei giudici di secondo grado si basava sul presunto difetto di motivazione degli atti impositivi e sul richiamo a precedenti sentenze relative ad altre annualità.
Il Comune, ritenendo errata tale decisione, ha presentato ricorso in Cassazione, articolando quattro motivi di doglianza.

La decisione della Corte di Cassazione sulla tassabilità dei diritti edificatori

La Suprema Corte ha accolto il terzo motivo di ricorso del Comune, ritenendolo fondato, ha rigettato i primi due e dichiarato assorbito il quarto. Di conseguenza, ha cassato la sentenza impugnata e ha rinviato la causa alla Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado per un nuovo esame.
Il punto centrale della decisione è che i giudici d’appello hanno commesso un errore fermandosi a una valutazione formale dell’avviso di accertamento, senza entrare nel merito della questione sostanziale: la natura dei diritti edificatori e la loro conseguente tassabilità.

Analisi della motivazione per relationem

La Corte ha innanzitutto chiarito che l’avviso di accertamento era sufficientemente motivato. Esso, infatti, faceva riferimento a una specifica delibera della Giunta Comunale che determinava i valori venali delle aree edificabili per zone omogenee. Secondo la giurisprudenza consolidata, il rinvio a tali delibere, in quanto atti generali a pubblicità legale, non richiede l’allegazione all’avviso di accertamento, poiché si presume la loro conoscibilità da parte del contribuente.

La distinzione tra diritti edificatori perequativi e compensativi

Il nucleo della controversia, trascurato dai giudici di merito, riguarda la distinzione tra diritti edificatori ‘perequativi’ e ‘compensativi’. La Cassazione, richiamando le Sezioni Unite, ha ribadito che:
I diritti perequativi sono una qualità intrinseca del terreno. Vengono ‘spalmati’ su tutte le aree di un comparto urbanistico, conferendo a ciascuna una potenzialità edificatoria immediata. In questo caso, il terreno è soggetto a imposta perché la sua capacità edificatoria è una caratteristica propria e diretta.
I diritti compensativi, invece, non sono legati al terreno originario. Vengono attribuiti a un proprietario come ‘compensazione’ per un vincolo o per la cessione di un’area. Questi diritti sono trasferibili e possono essere utilizzati su un’altra ‘area di atterraggio’. Non costituendo una qualità intrinseca del terreno di partenza, non generano il presupposto impositivo su di esso.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha motivato la sua decisione evidenziando l’errore della Commissione Tributaria Regionale. Quest’ultima, rilevando apoditticamente carenze probatorie nell’atto impositivo, ha omesso di esaminare la questione decisiva: se i diritti edificatori in oggetto fossero di natura perequativa, come sostenuto dal Comune sulla base del Piano Urbanistico Comunale (PUC) vigente.
I giudici di merito si sono concentrati su un presunto difetto di motivazione, che in realtà non sussisteva, dato che il rinvio alla delibera comunale era legittimo. Hanno così trascurato di verificare il nucleo della controversia, ossia la qualificazione giuridica dei diritti edificatori in questione. La Cassazione ha quindi stabilito che il giudice di rinvio dovrà riesaminare la vicenda, accertando, sulla scorta del PUC, se si tratti di un’ipotesi di perequazione urbanistica (con conseguente tassabilità) e verificando l’effettiva permanenza di eventuali vincoli idrogeologici e la loro incidenza sul valore venale dell’area.

Le conclusioni

In conclusione, la Suprema Corte ha stabilito che non è sufficiente annullare un avviso di accertamento per presunti vizi formali quando la questione sostanziale non viene affrontata. Il giudice tributario ha il dovere di esaminare la natura dei diritti edificatori per determinarne la tassabilità. La decisione riafferma un principio fondamentale: l’imposta si paga sulla potenzialità edificatoria che è qualità intrinseca del terreno (perequazione), non su quella che è un mero credito trasferibile (compensazione). La palla passa ora alla Corte di Giustizia Tributaria in sede di rinvio, che dovrà effettuare questa delicata valutazione di merito.

Quando un diritto edificatorio è soggetto a tassazione ai fini ICI/IMU?
Un diritto edificatorio è tassabile quando deriva da un meccanismo di ‘perequazione urbanistica’. In questo caso, il diritto è considerato una qualità intrinseca e immediata del terreno stesso, aumentandone il valore. Non è invece tassabile se è di tipo ‘compensativo’, ovvero un credito trasferibile e separato dal terreno, concesso come indennizzo per un vincolo.

È valido un avviso di accertamento che si limita a richiamare una delibera comunale senza allegarla?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, un avviso di accertamento che rinvia a una delibera del consiglio comunale per la determinazione dei valori venali è sufficientemente motivato. Poiché tali delibere sono atti generali soggetti a pubblicità legale, si presume che il contribuente possa conoscerle e non è necessaria la loro allegazione.

Una decisione su una annualità d’imposta precedente è vincolante per gli anni successivi?
No. Per imposte periodiche come l’ICI, la cui base imponibile (il valore dell’immobile) può variare di anno in anno, una sentenza relativa a un’annualità non crea un giudicato vincolante per le annualità successive. La questione deve essere rivalutata per ogni periodo d’imposta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati