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Tassa concessioni demaniali: la Cassazione conferma

Una società titolare di una concessione portuale ha impugnato tre avvisi di accertamento relativi alla tassa concessioni demaniali, sostenendo che il tributo non fosse applicabile. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 3726/2024, ha respinto il ricorso, confermando la legittimità dell’imposizione. La Corte ha chiarito che il presupposto del tributo è l’occupazione di un bene demaniale sul territorio regionale, a prescindere dall’ente che rilascia la concessione. La determinazione del canone da parte dell’Autorità Portuale non inficia la legittimità della tassa, in quanto avviene nel rispetto dei principi stabiliti dalla legge statale.

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Pubblicato il 30 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Tassa Concessioni Demaniali: Legittima anche se rilasciata dall’Autorità Portuale

La Corte di Cassazione, con la recente sentenza n. 3726 del 9 febbraio 2024, ha fornito un importante chiarimento sulla tassa concessioni demaniali, stabilendo la sua piena legittimità anche nei casi in cui le concessioni marittime siano rilasciate da un’Autorità Portuale e non direttamente dallo Stato. Questa pronuncia consolida un orientamento giurisprudenziale cruciale per gli operatori del settore e per gli enti regionali, delineando con precisione i confini della potestà impositiva regionale in materia di beni demaniali.

I Fatti del Caso

Una società operante nel settore portuale ha ricevuto da una Regione alcuni avvisi di accertamento per il mancato pagamento della tassa regionale sulle concessioni statali per l’anno 2012. La società ha impugnato tali atti, sostenendo che l’imposta non fosse dovuta. La tesi principale della ricorrente si basava sulla natura della concessione: essendo rilasciata da un’Autorità Portuale e non per finalità turistico-ricreative, il canone pagato avrebbe avuto natura di corrispettivo per l’uso del bene, e non di base imponibile per un tributo predeterminato per legge. Secondo la società, l’intervento dell’Autorità Portuale nella determinazione del canone rendeva l’imposizione regionale un tributo proprio illegittimo, in violazione dei limiti costituzionali.

I giudici di primo e secondo grado hanno respinto le argomentazioni della società, confermando la legittimità della pretesa fiscale. La questione è quindi approdata dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Tassa Concessioni Demaniali secondo la Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso della società, ritenendolo infondato. I giudici hanno chiarito in modo definitivo la struttura e la natura del tributo in questione, confermando la validità della pretesa regionale. La decisione si fonda su principi cardine del diritto tributario e amministrativo.

le motivazioni

Il cuore della motivazione della Corte risiede nell’identificazione del corretto presupposto impositivo. Ecco i punti salienti:

1. Il Presupposto del Tributo: La Corte ha ribadito che il presupposto per l’applicazione della tassa concessioni demaniali è il fatto oggettivo dell’occupazione e dell’uso di beni del demanio o del patrimonio indisponibile dello Stato situati nel territorio della Regione. È irrilevante quale autorità amministrativa (Stato, Regione o Autorità Portuale) abbia materialmente rilasciato l’atto di concessione. L’attribuzione di funzioni amministrative alle Autorità Portuali non fa venir meno la natura statale del bene e, di conseguenza, il fondamento del tributo regionale.

2. Natura di Tributo Proprio Derivato: L’imposta in esame è un “tributo proprio derivato”. Ciò significa che è istituita da una legge statale (L. n. 281/1970) che ne definisce gli elementi essenziali (presupposto, soggetti passivi, base imponibile e aliquota massima), mentre alle Regioni è demandata l’attuazione e la riscossione. La Regione, quindi, non ha creato un nuovo tributo, ma ha legittimamente esercitato la potestà impositiva nei limiti fissati dal legislatore nazionale.

3. Rispetto della Riserva di Legge: La Corte ha respinto la censura relativa alla violazione dell’art. 23 della Costituzione (riserva di legge in materia di prestazioni patrimoniali). Sebbene l’Autorità Portuale determini l’importo del canone, che costituisce la base imponibile della tassa, essa non agisce in modo arbitrario. La legge statale (in particolare il D.L. n. 400/1993) stabilisce i criteri e impone che i canoni determinati dagli enti portuali non possano essere inferiori a quelli standard. Questo meccanismo assicura che la prestazione imposta sia sufficientemente predeterminata dalla fonte primaria, rispettando il principio di legalità.

4. Irrilevanza delle Circolari Ministeriali: I giudici hanno inoltre ricordato che le circolari ministeriali, invocate dalla ricorrente a sostegno delle proprie tesi, non costituiscono fonte di diritto e non possono vincolare il giudice né esonerare il contribuente dall’obbligazione tributaria.

le conclusioni

La sentenza n. 3726/2024 rafforza un principio fondamentale: la tassa regionale sulle concessioni statali è dovuta per la mera occupazione di un bene pubblico, indipendentemente dall’ente concedente. Per le imprese concessionarie, ciò significa che non è possibile sottrarsi al pagamento del tributo regionale sostenendo che la concessione provenga da un’Autorità Portuale. La decisione della Corte garantisce certezza giuridica e uniformità nell’applicazione del tributo su tutto il territorio nazionale, confermando la legittimità dell’azione di accertamento delle Regioni. La pronuncia chiarisce che il sistema normativo, basato sul dialogo tra legislazione statale e regionale, fornisce sufficienti garanzie al contribuente, assicurando che l’imposizione fiscale sia sempre fondata sulla legge.

La tassa regionale sulle concessioni è dovuta anche se la concessione è rilasciata da un’Autorità Portuale invece che dallo Stato?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che il presupposto del tributo è l’occupazione e l’uso di un bene demaniale situato nel territorio della Regione, a prescindere da quale autorità amministrativa abbia rilasciato la concessione.

Se il canone è determinato dall’Autorità Portuale, la tassa regionale è comunque legittima?
Sì, la tassa è legittima. La Corte ha chiarito che l’Autorità Portuale, nel determinare il canone (che è la base imponibile della tassa), deve comunque rispettare i criteri minimi fissati dalla legge statale. Questo garantisce il rispetto del principio di riserva di legge, secondo cui ogni imposta deve avere il suo fondamento nella legge.

La Regione può stabilire autonomamente le regole per la tassa sulle concessioni demaniali?
No. Si tratta di un “tributo proprio derivato”, il che significa che la Regione può legiferare solo entro i limiti e i principi stabiliti dalla legge statale. La legge dello Stato definisce gli elementi essenziali del tributo (chi deve pagare, per cosa si paga, come si calcola), mentre la Regione si occupa dell’attuazione e della riscossione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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