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TARI imballaggi: quando la tassa non è dovuta

Una società della grande distribuzione ha contestato il pagamento della TARI per un punto vendita e il relativo parcheggio, sostenendo di gestire in proprio i rifiuti speciali, in particolare gli imballaggi. La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza d’appello per la sua motivazione contraddittoria, che aveva concesso una riduzione parziale della tassa senza un chiaro fondamento giuridico. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame, con la Corte che ha ribadito i principi per l’esclusione dalla TARI delle superfici produttive di rifiuti speciali, focalizzandosi sulla specifica disciplina della TARI imballaggi.

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Pubblicato il 11 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

TARI Imballaggi: Quando la Tassa Non È Dovuta secondo la Cassazione

La gestione dei rifiuti rappresenta un costo significativo per le aziende, e la Tassa sui Rifiuti (TARI) è una delle voci più rilevanti. Tuttavia, non sempre questa tassa è dovuta per intero, specialmente quando un’impresa produce prevalentemente rifiuti speciali. Un recente intervento della Corte di Cassazione ha fatto luce sulla disciplina della TARI imballaggi, chiarendo quando le superfici aziendali possono essere escluse dal calcolo del tributo. L’analisi della sentenza offre spunti fondamentali per le imprese della grande distribuzione e non solo.

I Fatti del Caso

Una nota società operante nel settore della grande distribuzione all’ingrosso si opponeva a due avvisi di pagamento relativi alla TARI per gli anni 2016 e 2017, emessi da un Comune del nord Italia. La controversia riguardava l’imponibilità di un’ampia superficie destinata a punto vendita e di un’area adibita a parcheggio per la clientela.

La società sosteneva di non dover pagare il tributo su tali aree perché produceva in via prevalente rifiuti speciali (in gran parte imballaggi) che provvedeva a smaltire in autonomia, a proprie spese, incaricando una ditta specializzata. Inoltre, evidenziava che il Comune non forniva alcun servizio di raccolta per le aree in questione.

La Commissione Tributaria Regionale, in secondo grado, era giunta a una decisione ambigua: pur riconoscendo che l’azienda gestiva autonomamente i propri rifiuti e che il Comune non prestava il servizio, aveva concluso per una semplice riduzione del tributo, senza fornire una motivazione chiara e coerente. Questa decisione, ritenuta contraddittoria, è stata impugnata dalla società dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione sulla TARI Imballaggi

La Corte di Cassazione ha accolto il motivo di ricorso principale della società, cassando la sentenza della Commissione Tributaria Regionale. Il vizio riscontrato è stato quello di “inconciliabile contraddittorietà” della motivazione. I giudici di secondo grado, infatti, avevano contemporaneamente affermato principi che portavano all’esclusione totale del tributo (sussistenza del presupposto impositivo ma assenza del servizio da parte del Comune) e confermato una sua debenza, seppur ridotta.

La Suprema Corte ha quindi annullato la decisione e rinviato la causa a una diversa sezione della Corte di giustizia tributaria di secondo grado, affinché proceda a un nuovo e motivato riesame della controversia, attenendosi ai principi di diritto delineati dalla Cassazione stessa.

Le Motivazioni della Sentenza

La sentenza si basa su un’analisi approfondita della normativa in materia di TARI e di gestione dei rifiuti, con un focus specifico sugli imballaggi.

I punti chiave della motivazione sono i seguenti:

1. Esclusione delle Aree Produttive di Rifiuti Speciali: La legge (L. 147/2013, comma 649) stabilisce che, nella determinazione della superficie tassabile ai fini TARI, non si tiene conto di quella parte di essa “ove si formano, in via continuativa e prevalente, rifiuti speciali”, a condizione che il produttore ne dimostri l’avvenuto trattamento in conformità alla normativa. L’onere della prova di tale circostanza ricade sul contribuente.

2. La Disciplina Specifica degli Imballaggi: La Corte ha dato particolare rilievo al regime speciale previsto per i rifiuti da imballaggio (D.Lgs. 152/2006). Gli imballaggi terziari (quelli da trasporto, come i pallet) sono totalmente esclusi dal circuito dei rifiuti urbani. Il loro smaltimento è un obbligo a carico dei produttori e degli utilizzatori. Di conseguenza, le aree dove si producono prevalentemente questi rifiuti sono per legge escluse dalla TARI, in quanto il servizio comunale non può e non deve gestirli. Per gli imballaggi secondari, il conferimento al servizio pubblico è possibile solo a determinate condizioni, previa assimilazione.

3. La Tassabilità dei Parcheggi: La Cassazione ha chiarito che un’area adibita a parcheggio per la clientela non può essere considerata “pertinenziale non operativa” e quindi esclusa dalla tassa. Al contrario, essa è funzionale all’attività principale di vendita, concorre alla sua operatività e alla produzione di rifiuti. Pertanto, è soggetta a TARI.

4. Inapplicabilità del Giudicato Esterno: La Corte ha respinto la tesi della società secondo cui precedenti sentenze favorevoli per anni d’imposta precedenti dovessero valere anche per quelli in contestazione. In materia di rifiuti, l’accertamento sulla tipologia e sulla gestione non è permanente, poiché le condizioni possono cambiare di anno in anno. Di conseguenza, il principio del giudicato esterno non trova applicazione.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per le Aziende

Questa sentenza offre importanti chiarimenti per tutte le aziende che producono rifiuti speciali. Le conclusioni pratiche sono le seguenti:

* Onere della Prova: Per ottenere l’esenzione dalla TARI, è fondamentale che l’azienda documenti in modo preciso e puntuale la produzione prevalente di rifiuti speciali e il loro corretto smaltimento autonomo. Contratti con ditte specializzate, formulari di identificazione dei rifiuti (FIR) e prove di pagamento sono essenziali.
* Focus sugli Imballaggi: Le aziende, specialmente nella logistica e nella grande distribuzione, devono prestare massima attenzione alla gestione degli imballaggi. La normativa speciale per gli imballaggi terziari offre un solido fondamento giuridico per chiedere l’esclusione totale dalla TARI delle aree di magazzino e logistica.
* Analisi delle Superfici: È necessario distinguere attentamente le diverse aree aziendali. Mentre le zone di produzione di rifiuti speciali possono essere esentate, aree come i parcheggi aperti al pubblico sono considerate operative e quindi tassabili.
* Azione Annuale: L’esenzione non è automatica né perpetua. Le condizioni devono essere verificate e dimostrate per ogni periodo d’imposta, poiché una vittoria legale per un anno non garantisce lo stesso esito per gli anni successivi.

Le aziende che gestiscono in proprio i rifiuti speciali, come gli imballaggi, devono pagare la TARI?
No, per le superfici dove si formano in via continuativa e prevalente rifiuti speciali non assimilati, l’azienda non deve pagare la TARI, a condizione che dimostri di averli gestiti correttamente a proprie spese. La normativa sugli imballaggi, in particolare quelli terziari, prevede un regime speciale di gestione a carico dei produttori e utilizzatori che esclude l’assoggettamento al servizio comunale.

Un parcheggio a servizio di un’attività commerciale è soggetto a TARI?
Sì, secondo la Corte un parcheggio destinato alla clientela è considerato un’area “operativa” in quanto è funzionale allo svolgimento dell’attività principale e contribuisce alla produzione di rifiuti. Pertanto, non rientra tra le aree scoperte pertinenziali “non operative” escluse dalla tassa.

Una precedente sentenza favorevole sulla TARI per un anno d’imposta vale automaticamente per gli anni successivi?
No. La Corte ha stabilito che l’accertamento relativo alla produzione e allo smaltimento dei rifiuti speciali non ha carattere di durevolezza, dato che le condizioni possono variare da un periodo d’imposta all’altro. Di conseguenza, una sentenza favorevole non crea un “giudicato esterno” che si estende automaticamente agli anni futuri.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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