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Sub-concessione demaniale: chi paga l’IMU?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 11006/2025, ha stabilito un principio fondamentale in materia di ICI/IMU su beni statali. In un caso riguardante un’area aeroportuale data in concessione e successivamente in sub-concessione demaniale, la Corte ha chiarito che il soggetto passivo d’imposta è il sub-concessionario, non l’originario concessionario. La decisione si basa sul fatto che il sub-concessionario acquisisce l’effettiva e autonoma disponibilità del bene per lo svolgimento di attività strumentali al servizio pubblico, diventando così il soggetto tenuto al pagamento del tributo.

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Pubblicato il 9 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Sub-concessione demaniale e IMU: La Cassazione chiarisce chi deve pagare

L’individuazione del soggetto tenuto al pagamento delle imposte immobiliari, come l’ICI e l’IMU, su beni di proprietà dello Stato può rivelarsi complessa, specialmente quando intervengono più soggetti nella gestione del bene. Una situazione particolarmente dibattuta riguarda la sub-concessione demaniale, ovvero quando il concessionario originario affida a un terzo l’utilizzo del bene. In questo scenario, chi è il responsabile fiscale? La Corte di Cassazione, con una recente e importante ordinanza, ha fornito un chiarimento decisivo, stabilendo che l’obbligo fiscale ricade sul sub-concessionario.

I Fatti di Causa: La Controversia tra Concessionario Aeroportuale e Comune

Il caso esaminato dalla Suprema Corte nasce da una controversia tra una società di gestione aeroportuale, concessionaria di vaste aree demaniali, e un Comune. La società concessionaria aveva affidato in sub-concessione una porzione di tali aree, comprensive di edifici e impianti, a una compagnia aerea per attività di manutenzione, addestramento e altre esigenze tecnico-operative.

Il Comune, ritenendo che la società di gestione aeroportuale fosse l’unica responsabile, le aveva notificato un avviso di accertamento per il mancato pagamento dell’ICI relativa a tali immobili. La società concessionaria si è opposta, sostenendo che il soggetto passivo d’imposta dovesse essere identificato nella compagnia aerea, in quanto quest’ultima aveva l’effettiva disponibilità e l’utilizzo esclusivo dei beni.

Le commissioni tributarie di primo e secondo grado avevano dato torto alla società concessionaria, affermando che essa conservava un “godimento indiretto” degli immobili, derivante dalla percezione del canone di sub-concessione. La questione è così giunta all’attenzione della Corte di Cassazione.

L’Analisi della Corte sulla sub-concessione demaniale e l’obbligo fiscale

La Suprema Corte ha ribaltato le decisioni dei giudici di merito, accogliendo le ragioni della società concessionaria. Il punto centrale dell’analisi riguarda la natura giuridica della sub-concessione demaniale e i suoi effetti ai fini della soggettività passiva d’imposta.

I giudici hanno chiarito che, quando la sub-concessione è autorizzata dall’amministrazione concedente (in questo caso, il Ministero competente), essa non si configura come un mero contratto di locazione di diritto privato. Al contrario, si tratta di un rapporto giuridico complesso che trasferisce al sub-concessionario una posizione giuridica qualificata, analoga a quella del concessionario originario, seppur limitata alla porzione di bene concessa.

La distinzione tra locazione e sub-concessione

La differenza fondamentale risiede nello scopo del rapporto. Mentre la locazione ha come causa principale la cessione del godimento di un bene dietro corrispettivo, la sub-concessione demaniale in ambito aeroportuale è funzionale alla gestione di un servizio pubblico. Il sub-concessionario non si limita a “usare” il bene, ma lo utilizza per svolgere attività strumentali e accessorie al servizio di navigazione aerea, concorrendo così alla gestione complessiva del servizio pubblico. Il canone versato, in quest’ottica, non è solo il prezzo per l’uso, ma la contropartita per la partecipazione a tale gestione.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha motivato la sua decisione sulla base di una interpretazione sistematica delle norme che regolano l’ICI e l’IMU. Il presupposto per l’applicazione di tali imposte è il possesso o la detenzione qualificata dell’immobile, che si traduce nella sua autonoma disponibilità. Nel caso della sub-concessione autorizzata, è il sub-concessionario ad acquisire questa disponibilità diretta ed esclusiva.

La Corte ha sottolineato che il legislatore, con la modifica introdotta dalla legge n. 388/2000, ha voluto identificare il soggetto passivo nel “concessionario” di aree demaniali, superando la precedente distinzione tra concessioni con effetti reali e concessioni con effetti obbligatori. Per identità di ratio legis (la stessa logica giuridica) e per simmetria contrattuale, questo principio deve essere esteso anche al sub-concessionario.

L’autorizzazione dell’amministrazione concedente è un elemento cruciale: essa consente al sub-concessionario di “subentrare nella medesima posizione del concessionario” per quanto riguarda l’uso dei beni. Di conseguenza, il sub-concessionario, godendo autonomamente del bene demaniale e partecipando alla gestione del servizio pubblico, diventa il soggetto su cui ricade l’obbligo tributario. La percezione di un canone da parte del concessionario originario, ha concluso la Corte, serve a compensare la perdita del godimento diretto, ma non lo qualifica come soggetto passivo d’imposta.

Conclusioni: Il Principio di Diritto e le Implicazioni Pratiche

L’ordinanza si conclude con l’enunciazione di un chiaro e importante principio di diritto: la soggettività passiva ai fini ICI/IMU, in caso di concessione su aree demaniali, si applica per identità di ratio anche al sub-concessionario. Questo avviene quando, con l’assenso dell’amministrazione concedente, gli viene affidato il godimento di beni demaniali per concorrere alla gestione del servizio pubblico.

Questa decisione ha implicazioni pratiche significative per tutti gli operatori che gestiscono beni demaniali (come porti, aeroporti, aree costiere). Stabilisce in modo inequivocabile che la responsabilità fiscale segue l’effettiva disponibilità e l’utilizzo del bene. Il concessionario originario è liberato dall’onere fiscale per le porzioni di bene date in sub-concessione, mentre il sub-concessionario, in quanto effettivo utilizzatore, è chiamato a farsene carico. Si tratta di una pronuncia che favorisce la trasparenza e la corretta imputazione degli oneri fiscali, allineando la responsabilità tributaria alla reale situazione di fatto e di diritto.

In caso di sub-concessione demaniale, chi è il soggetto tenuto a pagare l’ICI/IMU?
Secondo la Corte di Cassazione, il soggetto passivo d’imposta è il sub-concessionario, in quanto acquisisce l’autonoma disponibilità del bene e subentra in una posizione analoga a quella del concessionario originario per la gestione di un servizio pubblico.

La percezione di un canone da parte del concessionario lo rende responsabile per l’imposta?
No. La Corte ha chiarito che il canone versato dal sub-concessionario compensa il concessionario per la perdita del godimento diretto del bene, ma non è sufficiente a qualificarlo come soggetto passivo dell’imposta, il cui presupposto è la disponibilità effettiva dell’immobile.

Qual è la differenza tra una locazione privata e una sub-concessione demaniale ai fini fiscali?
La sub-concessione demaniale, a differenza di una semplice locazione, non si limita a cedere l’uso di un bene, ma inserisce il sub-concessionario nella gestione di un servizio pubblico. Questa finalità pubblicistica, autorizzata dall’ente concedente, trasferisce sul sub-concessionario la titolarità del presupposto impositivo e, di conseguenza, la responsabilità fiscale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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