LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Sub-concessione aeroportuale: chi paga l’IMU?

In una controversia su una sub-concessione aeroportuale, la Corte di Cassazione ha stabilito che la soggettività passiva ai fini ICI/IMU si trasferisce dal concessionario al sub-concessionario. La sentenza chiarisce che l’obbligo fiscale ricade su chi ha l’effettivo godimento del bene demaniale, a condizione che la sub-concessione sia autorizzata dall’ente concedente. Di conseguenza, è stato annullato l’avviso di accertamento che riteneva il concessionario principale unico responsabile del pagamento dell’imposta per l’intera area.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 9 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Sub-concessione Aeroportuale: La Cassazione Stabilisce Chi Paga l’IMU

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale in materia di imposte immobiliari su beni demaniali, specificamente nel contesto di una sub-concessione aeroportuale. La decisione affronta una questione cruciale: quando un’area di proprietà dello Stato viene data in concessione e, successivamente, una sua porzione viene data in sub-concessione a un altro soggetto, chi è tenuto a pagare l’IMU (o la precedente ICI)? La risposta della Suprema Corte sposta l’onere fiscale su chi ha l’effettivo godimento del bene, delineando un principio di responsabilità basato sulla sostanza del rapporto giuridico.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine da un avviso di accertamento emesso da un Comune costiero nei confronti di una società di gestione aeroportuale. La società, in qualità di concessionaria principale di ampie aree demaniali, aveva a sua volta concesso in sub-concessione una porzione di tali aree (una “zona tecnica” per la manutenzione e l’addestramento) a una nota compagnia aerea.

Il Comune, tuttavia, riteneva che l’unico soggetto passivo per l’imposta municipale fosse la società concessionaria, in quanto titolare del rapporto originario con lo Stato. Di conseguenza, aveva richiesto il pagamento dell’ICI per l’intero complesso, inclusa l’area utilizzata dalla compagnia aerea.

La Commissione Tributaria Regionale aveva dato ragione al Comune, confermando che, in caso di concessione su aree demaniali, la legge individua nel concessionario l’unico soggetto obbligato al pagamento, rendendo irrilevante l’eventuale sub-concessione a terzi. La società di gestione aeroportuale ha quindi presentato ricorso in Cassazione.

L’Analisi della Sub-concessione Aeroportuale e la Decisione della Corte

La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione dei giudici di merito, accogliendo il motivo di ricorso principale della società. Il cuore della questione risiede nell’interpretazione della norma che individua il “concessionario” come soggetto passivo dell’imposta. Secondo la Corte, questa previsione non può essere interpretata in modo restrittivo e formale, ma deve essere estesa per identità di ratio legis anche al sub-concessionario.

Il Principio di Diritto: la Responsabilità Segue il Godimento del Bene

La Corte ha enunciato un principio di diritto innovativo e di grande rilevanza pratica. Ha stabilito che la norma che identifica il concessionario come soggetto passivo IMU/ICI su aree demaniali si applica, per simmetria e identità di logica giuridica, anche al sub-concessionario.

Questo trasferimento di responsabilità avviene a precise condizioni:
1. Assenso dell’Amministrazione: La sub-concessione deve essere stata autorizzata, in via preventiva o successiva, dall’amministrazione pubblica concedente.
2. Finalità Pubblica: Il sub-concessionario deve utilizzare il bene per concorrere, insieme al concessionario, alla gestione del medesimo servizio pubblico (in questo caso, quello aeroportuale).

Quando queste condizioni sono soddisfatte, il sub-concessionario subentra nella medesima posizione del concessionario per quanto riguarda l’uso del bene e, di conseguenza, anche negli obblighi fiscali ad esso connessi.

le motivazioni

La Suprema Corte ha motivato la sua decisione evidenziando che la ratio legis della norma fiscale è quella di assoggettare a imposta il soggetto che trae l’effettivo e diretto godimento economico e funzionale dal bene demaniale. Se il concessionario principale trasferisce tale godimento a un terzo tramite una sub-concessione autorizzata, è logico e coerente con lo spirito della legge che anche l’obbligo tributario si trasferisca. La sub-concessione, in questo contesto, non è un mero contratto privato, ma un rapporto giuridico derivato, funzionalmente collegato al servizio pubblico principale. L’autorizzazione dell’ente concedente sancisce questo collegamento, confermando che l’attività del sub-concessionario è integrata nel più ampio schema della gestione pubblica. Pertanto, negare la soggettività passiva del sub-concessionario significherebbe imporre un onere fiscale a un soggetto (il concessionario) che ha perso la disponibilità materiale e il godimento diretto di quella porzione di bene, contravvenendo al principio di capacità contributiva.

le conclusioni

L’ordinanza della Cassazione rappresenta una svolta per la gestione fiscale delle concessioni demaniali complesse. La decisione stabilisce un criterio di giustizia sostanziale: l’imposta è dovuta da chi effettivamente utilizza il bene e ne trae beneficio. Per le società concessionarie, ciò significa poter legittimamente considerare trasferito l’onere fiscale relativo alle aree date in sub-concessione, a patto di aver seguito le corrette procedure di autorizzazione. Per i sub-concessionari, comporta l’assunzione diretta della responsabilità tributaria, in linea con il loro ruolo di gestori effettivi delle aree. La sentenza, cassando la decisione precedente, ha rinviato la causa alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado, che dovrà ora riesaminare i fatti attenendosi a questo nuovo e chiaro principio di diritto.

In caso di sub-concessione di un’area demaniale, chi è il soggetto passivo ai fini IMU/ICI?
Secondo la Corte di Cassazione, la soggettività passiva si trasferisce al sub-concessionario per la porzione di bene che gli è stata affidata, a condizione che la sub-concessione sia autorizzata dall’ente pubblico concedente.

La responsabilità del concessionario originario viene completamente meno per l’area sub-concessa?
Sì, per l’intera durata del rapporto di sub-concessione e limitatamente agli immobili oggetto dello stesso, la soggettività passiva ai fini ICI/IMU compete solamente al sub-concessionario e non anche al concessionario principale.

Quali sono le condizioni affinché la soggettività passiva si trasferisca al sub-concessionario?
Le condizioni sono due: il sub-concessionario deve subentrare nel godimento del bene con l’assenso (preventivo o successivo) dell’amministrazione concedente e deve utilizzare l’area per concorrere all’esercizio di attività ausiliarie o complementari alla gestione del medesimo servizio pubblico affidato al concessionario.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati