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Stabile organizzazione: tassabile il reddito in Italia

Una cittadina non residente svolgeva attività psicopedagogica in un immobile di sua proprietà in Italia, percependo compensi da un’associazione estera. L’Agenzia delle Entrate ha ritenuto tale attività una stabile organizzazione, tassando i relativi redditi. La Corte di Cassazione ha confermato la tesi del Fisco, chiarendo che una struttura permanente utilizzata per un’attività professionale indipendente, anche se di natura educativa, costituisce una ‘base fissa’ tassabile in Italia, equiparandola di fatto a una stabile organizzazione. La sentenza di merito è stata cassata e la pretesa fiscale confermata.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Stabile Organizzazione: Quando l’Attività del Non Residente è Tassata in Italia

La recente sentenza della Corte di Cassazione, n. 2116 del 22 gennaio 2024, offre un importante chiarimento sul concetto di stabile organizzazione e sulla sua applicazione ai professionisti non residenti che operano in Italia. La decisione stabilisce che anche un’attività di natura educativa e pedagogica, se svolta in maniera continuativa attraverso una struttura fisica nel nostro Paese, può generare obblighi fiscali in Italia. Analizziamo insieme i dettagli di questo caso emblematico.

I Fatti del Caso: Attività Educativa e Accertamento Fiscale

La vicenda riguarda una contribuente, fiscalmente residente in Germania, proprietaria di un immobile in Italia. Presso questa struttura, la signora svolgeva un’attività psicopedagogica finalizzata al recupero di giovani connazionali disagiati. Per tale attività, percepiva un corrispettivo da un’associazione tedesca.

L’Agenzia delle Entrate, venuta a conoscenza di questa situazione, ha ritenuto che l’attività configurasse una stabile organizzazione in Italia. Di conseguenza, ha recuperato a tassazione le somme incassate dalla contribuente nell’anno d’imposta 2006, considerandole reddito d’impresa prodotto nel territorio nazionale.

Inizialmente, la Commissione Tributaria Regionale aveva dato ragione alla contribuente, sostenendo che l’Amministrazione Finanziaria non avesse fornito prove sufficienti sull’esistenza di una vera e propria stabile organizzazione. Contro questa decisione, l’Agenzia ha proposto ricorso in Cassazione.

La Definizione di Stabile Organizzazione secondo la Cassazione

La Corte Suprema ha colto l’occasione per delineare con precisione i contorni della nozione di stabile organizzazione. Citando l’art. 162 del TUIR e le convenzioni internazionali contro le doppie imposizioni (in particolare, il modello OCSE), i giudici hanno ribadito che una stabile organizzazione sussiste in presenza di determinati requisiti:

* Presenza di una sede d’affari: Un luogo fisico identificabile (un ufficio, un laboratorio, ma anche un semplice spazio a disposizione).
* Fissità: La sede deve avere un carattere di stabilità e non essere puramente temporanea o occasionale.
Disponibilità: L’impresa non residente deve avere il diritto di utilizzare la sede (right of use*), non necessariamente basato su un titolo giuridico formale come la proprietà o la locazione.
Nesso funzionale: L’attività svolta tramite la sede deve essere parte integrante dell’attività complessiva dell’impresa (business connection test*).
* Idoneità produttiva: La sede deve essere in grado, anche solo potenzialmente, di produrre reddito.

La Stabile Organizzazione nel Contesto delle Professioni Indipendenti

Il punto cruciale della sentenza riguarda l’applicazione di questi principi non a un’impresa commerciale classica, ma a un’attività professionale indipendente. La Corte ha fatto riferimento all’art. 14 della convenzione italo-tedesca, che disciplina la tassazione dei redditi da lavoro autonomo.

Tale articolo prevede che i redditi di un professionista residente in uno Stato siano tassabili anche nell’altro Stato se egli dispone in quest’ultimo di una “base fissa” per l’esercizio delle sue attività. La Cassazione ha chiarito in modo inequivocabile che il concetto di “base fissa” è del tutto equiparabile a quello di “stabile organizzazione”.

Nel caso specifico, l’immobile in Italia, utilizzato in modo permanente e continuativo per un’attività psicopedagogica retribuita, è stato considerato a tutti gli effetti una base fissa, giustificando così l’imposizione fiscale in Italia.

Le Motivazioni della Sentenza

Secondo la Suprema Corte, la Commissione Tributaria Regionale ha commesso un errore di “sussunzione”, ovvero ha interpretato in modo errato i fatti alla luce delle norme applicabili. Gli elementi per riconoscere una base fissa (e quindi una stabile organizzazione) erano infatti evidenti: la stabilità pluriennale della struttura, la sua piena disponibilità da parte della contribuente e la sua potenzialità di generare reddito attraverso l’attività educativa svolta. L’immobile non era una semplice abitazione, ma il luogo in cui veniva esercitata un’attività professionale strutturata. La Corte ha inoltre precisato che le informazioni ricevute dall’autorità fiscale tedesca, sebbene importanti, non erano l’unico fondamento dell’accertamento, ma solo un elemento che ne aveva rafforzato la legittimità, basato su fatti concreti e dimostrati.

Le Conclusioni della Corte di Cassazione

In conclusione, la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, cassando la sentenza precedente e confermando la legittimità dell’avviso di accertamento. Il principio di diritto affermato è di grande rilevanza: un’attività indipendente di natura educativa e pedagogica, gestita stabilmente nel territorio nazionale da un soggetto non residente attraverso una struttura dedicata, è tassabile in Italia. Questa sentenza ribadisce che la presenza fisica e strutturata nel Paese è il criterio fondamentale per determinare la potestà impositiva dello Stato, a prescindere dalla residenza fiscale del soggetto che percepisce il reddito.

Quando un’attività professionale di un non residente in Italia viene considerata una ‘stabile organizzazione’?
Secondo la sentenza, un’attività professionale di un non residente configura una stabile organizzazione (o ‘base fissa’) quando viene esercitata tramite una struttura fisica permanente e stabile nel territorio italiano, che sia nella disponibilità del professionista e capace, anche solo potenzialmente, di produrre reddito.

Un immobile di proprietà utilizzato per un’attività educativa può essere considerato una stabile organizzazione?
Sì. La Corte ha stabilito che una struttura come una ‘casa famiglia’ gestita stabilmente in un immobile in Italia per svolgere un’attività psicopedagogica, anche se indipendente, costituisce una base fissa assimilabile a una stabile organizzazione, rendendo i compensi percepiti tassabili in Italia.

Il concetto di ‘base fissa’ previsto dalle convenzioni contro le doppie imposizioni è diverso da quello di ‘stabile organizzazione’?
No, la sentenza chiarisce che il concetto di ‘base fissa’, utilizzato nell’art. 14 della convenzione italo-tedesca per le attività indipendenti, è del tutto equiparabile a quello di ‘stabile organizzazione’ previsto dall’art. 5 della stessa convenzione e dall’art. 162 del TUIR.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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